Benetutti, rinnovata la devozione a Santa Barbara
BENETUTTI. “Sant’Arvara ’e su campu liberanos dae tronos e dae lampu” recita un verso dei gosos dedicati a Santa Barbara. La santa viene invocata contro i fulmini e i pericoli del fuoco, ma rappresenta anche la capacità di affrontare i pericoli con fede, coraggio e serenità. Essa è infatti la patrona di coloro che si trovano in pericolo imminente e di coloro che maneggiano esplosivi e fiamme, quindi anche dei minatori e dei vigili del fuoco. A Benetutti e Nule la devozione per Santa Barbara si rinnova ogni terza domenica di settembre con un pellegrinaggio a piedi e la celebrazione della Santa Messa nella chiesa a lei dedicata, situata in un territorio poco distante dai due paesi del Goceano.
Le persone anziane ricordano che, nei giorni che precedevano la festa, tanti gruppi di fedeli svolgessero a piedi anche la novena, recitando il rosario per tutto il tragitto con molta devozione mentre percorrevano gli antichi e stretti sentieri che conducevano alla chiesa, oggi resi fruibili anche ai veicoli. Un via vai continuo di fedeli a tutte le ore sia da Benetutti che da Nule fino al giorno della Santa Messa che, sino al Concilio Vaticano II°, veniva celebrata di mattina anziché di pomeriggio come avviene oggi.
Quest’anno questo “via vai” continuo non è stato possibile a causa delle restrizioni sanitarie e della grande apprensione che si sta vivendo in tutto il territorio del Goceano, legata al continuo aumento dei contagi da Covid-19. Tuttavia il 20 settembre, la terza domenica del mese, come da tradizione, la messa a Santa Barbara è stata celebrata ugualmente, proprio per dare la possibilità ai fedeli di poter portare alla Santa le proprie preghiere in un periodo così difficile per il territorio. Non c’è stato un pellegrinaggio ufficiale ma dei piccoli gruppi di persone che autonomamente, rispettando le distanze e muniti di mascherine anche all’aperto, hanno raggiunto il piccolo edificio sacro per assistere alla funzione celebrata dal parroco di Benetutti don Gianni Palmas. Le presenze sono state comunque molto limitate rispetto agli anni scorsi e anche il tradizionale “cumbidu” da parte delle famiglie che di generazione in generazione si occupano della chiesetta, non si è potuto tenere.
Maria Francesca Ricci