A Bessude un convegno per ricordare la figura di Luigi Nieddu
L’evento, curato dall’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, si svolgerà il 22 ottobre nella sala consiliare del Comune. interverranno Alberto Contu, Michele Pinna, Mario Carboni, Antonello Nasone e Angelo Castellaccio.
BESSUDE (SS). È stato certamente uno degli intellettuali più fertili a cui il paese di Bessude abbia dato i natali nel secolo scorso. Luigi Nieddu era un illuminato docente di materie letterarie, uno storico del sardismo e del socialismo e un interprete originale della figura di Antonio Gramsci. Alla sua statura di uomo, di studioso e di laico è dedicato il convegno che si terrà il 22 ottobre alle 16.30, nella sala Consiliare di Bessude a cura dell’Istituto Camillo Bellieni di Sassari, con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Bessude.
A rievocare la figura dell’illustre bessudese scomparso lo scorso anno, sarà l’intervento d’apertura di Alberto Contu che parlerà della “Rilettura di Gramsci effettuata da Luigi Nieddu nelle sue pubblicazioni”, poi Michele Pinna, che proporrà “Ricordi e aneddoti” e Mario Carboni, che tratterà la “Genesi del sardo-fascismo: il Lussu responsabile secondo Nieddu”.
La serata proseguirà con gli interventi di Antonello Nasone su “Bellieni, Puggioni e la tradizione del sardismo sassarese nell’opera di Luigi Nieddu”, e si concluderà con la relazione di Angelo Castellaccio “In ricordo di Luigi Nieddu”. L’evento è realizzato con il contributo della RAS.
Classe 1924, conosciuto per essere un libero pensatore non di rado anticonformista, Nieddu era profondamente appassionato di studi storici e aveva potuto dedicarsi alla pubblicazione di numerosi volumi sul sardismo, sul socialismo e l’autonomismo, e in particolar modo sulle origini del fascismo in Sardegna.
Tra le sue opere sono da ricordare “Camillo Bellieni-Psd’Az e Repubblica Federale”, “L’altro Gramsci”, “Le origini del socialismo riformista nella provincia di Sassari”, “Antonio Gramsci: Storia e Mito” e “L’ombra di Mosca sulla tomba di Gramsci”, un titolo inequivocabile sul fuoco amico sparato a tiro incrociato alle spalle dal grande pensatore di Ales, avversato nell’ombra – nella visione di Nieddu – dagli stessi compagni stalinisti nel momento di maggior resistenza ideologica e fisica all’oppressione della dittatura fascista.
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