Bono. Consapevolezza digitale, studenti del “Fermi” protagonisti nel progetto “S-Connettiti”
Interessate nel percorso proposto dal Servizio Promozione in-Dipendenze del Centro per la Famiglia Lares le classi della 2^A e 2^B.
BONO. Si sono conclusi lo scorso mese di marzo nelle classi 2^A e 2^B dell’Istituto superiore “E. Fermi” di Bono gli incontri del progetto “S-Connettiti_percorsi di consapevolezza digitale” promosso dal Servizio Promozione in-Dipendenze del Centro per la Famiglia Lares del Distretto sanitario di Ozieri.
Durante i 4 appuntamenti le operatrici del Servizio hanno proposto agli studenti, in collaborazione con gli insegnanti, un percorso di sensibilizzazione sull’uso delle nuove tecnologie. Attraverso diverse metodologie di gruppo è stato avviato un lavoro di esplorazione delle abitudini quotidiane legate in particolare all’uso dello smartphone. il tutto favorito dall’ascolto reciproco, dal rispetto e la sospensione del giudizio.
Grazie al fattivo confronto con i ragazzi, sono stati poi affrontati diversi importanti argomenti, alcuni dei quali sono stati ulteriormente analizzati attraverso un lavoro di squadra, come il fenomeno hikikomori (stare in disparte), le challenge (sfide) sui social, l’hate speech (linguaggio d’odio) e i meccanismi della dipendenza. Tra gli altri aspetti toccati, un focus le operatici lo hanno riservato al tema del rispetto della privacy, all’interno di chat e social network, con degli approfondimenti sui rischi e le responsabilità dal punto di vista legale.
A conclusione del percorso, gli studenti sono stati poi invitati a condividere un loro pensiero sulle tematiche trattate partecipando a un’intervista, il cui contenuto sarà poi inserito in un Documentario di Sensibilizzazione rivolto alla comunità scolastica del Distretto sanitario di Ozieri. Il video verrà reso pubblico nei prossimi mesi.
«Per la maggior parte dei partecipanti l’esperienza è stata positiva e interessante», hanno evidenziato le professioniste del Lares. «I ragazzi hanno apprezzato molto il fatto di aver potuto scambiare le proprie idee e confrontarsi tra loro su aspetti su cui non sempre è automatico soffermarsi. Hanno iniziato anche a notare quanto il dialogo e l’ascolto abbiano avuto, nel corso del mese passato insieme, un impatto positivo sulla classe anche al di fuori del progetto in questione. Crediamo – proseguono le operatrici – che questo sia già un risultato molto importante, forse ancora più significativo del saper gestire la tecnologia digitale e dosarne l’utilizzo. Infatti, è attraverso lo stare in relazione con l’altro in maniera analogica (ovvero sulla realtà esperienziale) che si costruisce il nostro modo di pensare, di ascoltare e ascoltarsi. Elementi questi che fungono da fattori protettivi per qualsiasi forma di dipendenza e a maggior ragione per la dipendenza da smartphone».
«Alla fine del lavoro in classe è stato importante l’incontro con genitori ed insegnanti – spiegano ancora le operatrici – in cui ci si è soffermati sui loro vissuti rispetto alla tematica e si è potuto riflettere insieme sulla responsabilità come adulti di fungere da modelli, di come si possano mostrare ai ragazzi alternative stimolanti con l’obiettivo di vivere delle esperienze all’interno del contesto scolastico e familiare nelle quali possano comunicare attraverso un confronto non solo verbale ma fatto di contatto visivo, fisico ed emotivo, in cui possano vedere e comprendere le reazioni di chi gli sta di fronte. Ci si è lasciati con la voglia di lavorare insieme su una direzione comune per creare appunto tali possibilità», concludono le operatrici ringraziando gli studenti, i loro docenti e i genitori per la partecipazione e l’interesse mostrati.
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