• 21 Novembre 2024
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Bottidda. Don Andrea Virdis si racconta alla vigilia della sua ordinazione sacerdotale

Don Andrea Virdi e Papa Francesco
Nel 2013, dopo ben 10 anni di attività di insegnamento e ricerca, ha lasciato l’Istituto di Bioetica, rinunciando alla carriera universitaria. A distanza di 9 anni domani diventerà un Ministro di Dio.

BOTTIDDA. Giornata di festa e di grazia divina domani, venerdì 18 marzo, per la piccola comunità di Bottidda che a distanza di quasi 9 anni “donerà”, dopo don Stefano Nieddu, un altro ministro di Dio alla Chiesa. Nella parrocchiale dedicata alla Beata Vergine del Rosario, don Andrea Virdis sarà infatti ordinato sacerdote con l’imposizione delle mani dal vescovo di Ozieri Corrado Melis. La celebrazione, a partire dalle ore 17, sarà trasmessa in diretta streaming dalla pagina Facebook della Diocesi. Il giorno seguente, alle ore 10:30, nella stessa chiesa, don Andrea presiederà la sua prima Messa.

In vista di questo importantissimo passo, abbiamo incontrato don Andrea per raccontarci la sua storia, il suo percorso che lo ha portato ad abbracciare a 43 anni la Chiesa e il sacerdozio.

«Secondo di tre figli, ho trascorso un’infanzia serena, sono cresciuto nel contesto di una famiglia molto unita in cui i genitori ci hanno sempre educato ai valori del rispetto, dell’onestà, dell’accoglienza della vita, e ci hanno trasmesso il dono della Fede cristiana. Ho vissuto in due piccoli paesi della nostra Diocesi di Ozieri: fino a 9 anni in quello di mia madre, Illorai, e poi in quello di mio padre, Bottidda, paese dove la mia famiglia vive tutt’oggi.

Dopo la Prima Comunione, la vita nella comunità parrocchiale ha avuto per me un ruolo fondamentale, ed è stata ricca di tante esperienze vissute nella semplicità del quotidiano: servire alla Messa come ministrante tutti i giorni (la mattina prima di andare a scuola), aiutare il parroco e animare i momenti di preghiera. Un dono di quegli anni, e che mi ha accompagnato fino ad alcuni anni fa, è stato lo speciale rapporto di comunione con la mia catechista: fu lei infatti che, cogliendo la mia sete per le cose di Dio, mi introdusse alle letture spirituali e alle vite dei santi, trasmettendomi il “gusto” per la santità».

L’incontro con il Movimento dei Focolarini

«Durante gli anni del Liceo avvenne l’incontro che ha segnato tutta la mia giovinezza: quello con l’Opera di Maria (Movimento dei Focolari). È lì che trovai l’esperienza autentica di cristianesimo vissuto che avevo sempre cercato, e alla quale aderii senza riserve. Ad attrarmi particolarmente fu il vedere una comunità di persone che provavano a mettere in pratica le parole del Vangelo e che erano legate fra loro dalla carità reciproca. Certamente, anche la figura di Chiara Lubich e la sua proposta di una “spiritualità di comunione” mi affascinarono tanto, così come il respiro mondiale del Movimento, presente in tutto il mondo e proteso alla fratellanza universale».

Il grande Giubileo del 2000 e l’incontro con Giovanni Paolo II

«Appassionato di Bioetica, mi sono laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Cagliari. A quel periodo risale l’esperienza fondamentale del grande Giubileo del 2000, al quale partecipai come Volontario, in qualità di coordinatore di una squadra di volontari della GMG, dopo essere stato opportunamente formato nella diocesi di Ozieri. Ebbi il grande dono di partecipare alla veglia del 19 agosto a Tor Vergata.

Dell’indimenticabile discorso di San Giovanni Paolo II (su cui spesso sono tornato a meditare in tanti momenti della mia gioventù), due aspetti in particolare mi colpirono: il ricondurre a Cristo tutti i più alti ideali dell’esistenza col desiderio di fare della vita qualcosa di grande, e l’invito a “rimanere fedeli a Cristo nel “martirio quotidiano” e nella “lotta per far amare e rispettare la vita umana”. Vidi in queste parole come una conferma (del cammino di studi intrapreso) e “un mandato” da parte del Papa, che mi diceva: occupati della difesa della vita umana, studia per questo, è un ideale grande!

Bottidda don Andrea Virdis
Don Andrea Virdis con Papa Giovanni Paolo II

Qualche anno più tardi, durante il dottorato in Bioetica, incontrando personalmente San Giovanni Paolo II, nella grande emozione di quel momento, gli dissi: “Santità, le assicuro la mia fedeltà a costruire la Chiesa!”; lui mi guardò dritto negli occhi e – nel silenzio – mi benedisse. Non so perché dissi proprio così, ma quell’invito alla fedeltà a Cristo, ricevuto pochi anni prima, per me era ed è un tutt’uno con la fedeltà alla Chiesa, nella disponibilità a “costruirla” per il pezzettino che mi è affidato».

Il Dottorato e laMissa in Coena Domini con Benedetto XVI

«Pochissimi giorni dopo il conseguimento della Laurea in Filosofia, nell’aprile del 2003, vinsi il concorso per il Dottorato di ricerca in Bioetica nella Facoltà di Medicina e Chirurgia “A. Gemelli” dell’Università Cattolica a Roma: questo mi ha dato l’opportunità dapprima di poter essere formato da Mons. Ignacio Carrasco e dal Card. Elio Sgreccia, e poi di poter essere loro stretto collaboratore. Sono davvero grato a Dio di aver potuto lavorare accanto a figure del loro calibro: sono stati per me modello di uomini, di cristiani, di intellettuali, di sacerdoti e di pastori interamente dediti al bene della Chiesa.

Don Andrea Virdis 2
Roma. Don Andrea allaMissa in Coena Domini con Papa Benedetto XVI

Fra le esperienze di quel periodo, una è decisamente singolare: fui uno dei 12 scelti per la lavanda dei piedi nella Missa in Coena Domini con Benedetto XVI, il 13 aprile 2006, primo anno del suo pontificato. Su questa esperienza – così “incredibile” – e sul suo significato mi sono interrogato spesso negli anni successivi, e rimane uno di quegli insegnamenti fondamentali del vivere cristiano che mi porto dentro. Terminato il dottorato, rimasi all’Università Cattolica per insegnare bioetica nei corsi di Laurea della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico “A. Gemelli” e per continuare a fare ricerca».

Il lavoro e lo sport

«L’aspetto lavorativo ha preso, a partire da quegli anni, veramente tanta parte del mio tempo, delle mie energie e della mia vita. Per diverso tempo la mia vita è stata impegnata col lavoro (ho girato mezzo mondo per conferenze e convegni) e con lo sport: i tuffi da trampolino, e soprattutto il nuoto, che ho praticato a livello agonistico. Facevo davvero tante cose, e tutte cercavo di farle sempre al massimo. Era sicuramente una vita piena, anche appagante sotto tanti aspetti, ma – riguardandola ora – era anche una vita “riempita” da tante cose, forse per colmare un “vuoto” del quale non mi accorgevo. Dio c’era ancora, ma certamente in quegli anni non era più il centro della mia esistenza».

Don Andrea Virdis Nuoto
La decisione

«Il punto di svolta credo sia arrivato nel febbraio del 2012, per una serie di circostanze, presi coscienza del fatto che avevo occupato la mia vita con tante cose, anche belle, ma che non davano un senso pieno alla mia esistenza. Aiutato da un amico sacerdote, maturai la scelta di lasciare il lavoro e di iniziare ad approfondire la conoscenza di Dio anche attraverso lo studio della Teologia. A settembre del 2013, dunque, dopo ben 10 anni di attività di insegnamento e ricerca, lasciai l’Istituto di bioetica, rinunciando alla carriera universitaria, e mi iscrissi in Sacra Teologia alla Pontificia Università Lateranense.

Pochi mesi dopo, fui chiamato in Vaticano a ricoprire il ruolo di Officiale di Studio nella Pontificia Accademia per la Vita: ho così potuto mettere la mia professionalità a servizio della Santa Apostolica. Lavoravo nel cuore della Chiesa e, insieme, studiavo teologia: una gran fatica, ma anche una esperienza straordinaria.

A partire da questo stesso periodo, provvidenzialmente, è avvenuto l’incontro con la comunità dell’Oratorio Piccolo dei Padri della Congregazione dell’Oratorio nella Chiesa Nuova. È in tale contesto che, in questi anni più recenti, ho seguito un percorso di formazione cristiana, ricco di preghiera e di catechesi, di ritiri ed esperienze (come il pellegrinaggio in Terra Santa) che – soprattutto grazie a Padre Maurizio Botta, C.O. – mi hanno aiutato a dare maggiore risonanza alla chiamata di Dio, a “smussare” le mie resistenze, a comprendere molti aspetti di me e della mia vita e, in fine, a decidermi con risolutezza per il Sacerdozio ministeriale. Certamente, rimane per me esemplare la testimonianza di vita sacerdotale data dai padri dell’Oratorio, secondo il carisma di San Filippo Neri, santo a cui sono legato da speciale devozione».

L’incontro provvidenziale col vescovo Corrado

«Il 23 maggio 2017, quasi per caso (ma direi più “provvidenzialmente”) ho incontrato per strada a Roma il nostro vescovo Corrado. Il giorno seguente, festa di Maria Ausiliatrice, lo andai a trovare per chiedergli di essere ammesso fra i seminaristi della nostra Diocesi. Durante quel colloquio nella Casa del Clero a Roma, a pochi passi dal mio ufficio, mi sono sentito da lui compreso e da subito accolto con amore paterno: quel giorno non solo ho manifestato a lui la disponibilità a rispondere alla chiamata al sacerdozio, lasciando l’incarico di Officiale di Studio in Vaticano, ma anche il desiderio di poter servire la Chiesa nella mia Diocesi, alla quale – pur dopo 14 anni di vita romana – mi sentivo profondamente legato».

Don Andrea Virdis e don Corrado
Don Andrea Virdis nel giorno della sua ordinazione Diaconale con il vescovo di Ozieri Corrado Melis

Il cammino verso il sacerdozio

«A settembre di quello stesso anno è iniziato il mio percorso di formazione in vista del Ministero Ordinato all’interno della comunità ecclesiale educativa dell’Almo Collegio Capranica, e gli studi di Licenza in Liturgia presso la Pontificia Università della Santa Croce.

Molto bella è stata, in questi anni, l’esperienza pastorale nella parrocchia romana di Santa Maria delle Grazie al Trionfale: un’occasione di conoscere e mettermi a servizio di una realtà piuttosto grande e complessa, ma in un contesto particolarmente sereno, accogliente e familiare, anche grazie al parroco, don Antonio Fois di origini anelesi.

Tesoro prezioso poi è anche il rapporto fraterno che è andato costruendosi con alcun sacerdoti e, soprattutto, con gli altri seminaristi della Diocesi: la gioia e la benevolenza reciproca che caratterizzano il nostro stare insieme mi appaiono come un dono di Dio incommensurabile.

Avendo mantenuto la ferma intenzione di rispondere alla chiamata di Dio al sacerdozio, il 26 settembre 2021 sono stato ordinato Diacono e incaricato dal Vescovo di lavorare per l’Ufficio Liturgico diocesano e di servire nel ministero diaconale le parrocchie di Berchidda e Berchiddeddu».

Ottica Muscas

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