Carne coltivata, panacea o rovina per il settore?
Approvato anche in Senato il disegno di legge in materia di divieto di produzione, utilizzo, immissione sul mercato ed importazione di alimenti e mangimi sintetici. L’Italia è la prima Nazione al mondo a vietare la commercializzazione, importazione e produzione di cibo sintetico.
È stato da poco approvato alla Camera, con 159 voti favorevoli della maggioranza, 34 astenuti e 53 contrari, il Ddl presentato dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità e delle Foreste e promosso dal Masaf e dal Ministero della Salute. Con questa ultima approvazione, dopo quella del Senato, con 93 si, 28 no e 33 astenuti, si sono avute numerosissime reazioni, non solo nazionali, ma anche all’estero, ma di fatto l’Italia è, ad oggi, il primo Paese al mondo a vietare la carne coltivata. Divieto che prevede la produzione, vendita, somministrazione, distribuzione e promozione di alimenti a base di colture cellulari, prevedendo anche sanzioni da 10 a 60 mila euro. Naturalmente dopo la firma da parte del Presidente della Repubblica!
Approvazione che sta già suscitando moltissime strumentalizzazioni e reazioni da più parti, alimentando troppe fake news, attacchi che di fatto e senza nessuna base scientifica stanno danneggiando sistematicamente l’intero comparto zootecnico, dandogli addirittura la colpa di essere una delle principali cause della crisi climatica che stiamo vivendo. E questo ci fa subito capire l’evidente rilevanza strategica che ha il settore, per l’interesse nazionale, che è anche ben visto in ambito internazionale. Non a caso il DDL italiano è ampiamente supportato dall’Organizzazione mondiale degli agricoltori (Wfo), che rappresenta oltre 1,2 miliardi di agricoltori in tutto il mondo, che ha preso una posizione nettamente contraria all’adozione di alimenti coltivati in laboratorio. La positività di questa norma italiana è che la ricerca sulla carne coltivata è ammessa e ricordo che ha già permesso di fare molti progressi negli ultimi dieci anni. Basta ricordare che il primo burger di carne coltivata, prodotto nel 2013 aveva un costo di circa 300 mila euro, mentre si stima che entro il 2030 un chilo di carne coltivata potrebbe arrivare sotto ai 6 euro.
Ma che cosa è la carne coltivata e che differenze ci sono dalla carne naturale?
Sintetizzando al massimo, possiamo dire che la carne naturale deriva dalla macellazione di animali allevati o cacciati dall’uomo mentre la carne coltivata, impropriamente detta anche carne sintetica, deriva dalla coltivazione in laboratori specializzati di cellule staminali fatta evolvere su appositi brodi colturali. In sintesi estrema, si effettua una biopsia in un animale vivo e si prelevano delle cellule staminali, che vengono messe in un vasche, chiamate bioreattori, con all’interno uno specifico terreno di coltura con gli elementi nutritivi per far moltiplicare queste cellule ed ottenere i tre componenti fondamentali della carne, quali il muscolo, il grasso ed il tessuto connettivo.
L’interesse è talmente alto che, a livello imprenditoriale, al momento ci sono circa 60 start-up registrate che mirano a produrre e vendere carne coltivata, e non solo manzo, ma anche pollo, anatra, frutti di mare, foie gras e altro ancora. E, a livello mondiale, sinora, Singapore è l’unico Paese ad aver approvato il consumo di carne coltivata e dove viene considerata un nuovo alimento a tutti gli effetti. Mentre gli Stati Uniti, tramite la sua Agenzia per la sicurezza alimentare, la Food and Drug Administration (FDA), ha avviato l’iter per l’autorizzazione alla produzione di nugget di carne di pollo, tramite una loro start up californiana. La carne coltivata sarà pure un ottimo prodotto, ma ci sono ancora molte cose da dimostrare, sia in termini di sicurezza alimentare che a livello nutrizionale ed al momento non ci sono prove scientifiche per effettuare un serio confronto tra carne coltivata e carne naturale e, senza risultati scientifici, è tutto fuffa o chiacchere da bar.
Serve una seria ricerca!
Certamente, in primis, è necessaria chiarezza ed onestà intellettuale, puntando sulla qualità e corretta informazione verso il consumatore ed il mercato. Al momento, il punto più importante è capire se il provvedimento appena approvato potrebbe entrare in contrasto con il diritto internazionale e le regole europee.
Infatti dopo l’approvazione definitiva del DDL, che avviene solo in seguito alla firma del Presidente della Repubblica e della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il testo deve essere notificato alla UE, e solo in seguito si saprà se la norma italiana sarà soggetta ad infrazione o meno.
Il fatto è che abbiamo a che fare con una singolarità legislativa, ove in Italia si sta andando a vietare, a livello precauzionale, un qualcosa che ancora non si può fare e che di fatto è già vietata dalla stessa Unione europea, in quanto l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), non ha ancora approvato o vietato alcunché in tal senso!
Solamente dopo che l’EFSA avrà valutato la sicurezza della carne coltivata, considerata una “novel food”, ci potrà essere un’autorizzazione da parte della Commissione ed entrare nel mercato europeo. Non prima. Ma per arrivare a questo, serve fare ricerca, che non è stata vietata dalla legge come qualcuno dice, e solamente dopo che si avranno i dati scientifici, il legislatore potrà trarre le opportune considerazioni.
Ricordiamoci inoltre che, nella nostra cara UE, per carne si intende “muscolo scheletrico derivante da specie animali specifiche”, definizione creata quando era originata solamente dalla macellazione degli animali, per cui bisognerà vedere, una volta autorizzata, se la carne coltivata verrà chiamata ancora così o se cambieranno, più semplicemente, la definizione normativa o cos’altro!
Certamente la carne naturale, che ha la sua origine da allevamenti zootecnici, con i piccoli che sono anche custodi del territorio ed i grandi che, invece, fanno sempre più discutere sulla loro gestione “intensiva” presentano, tutti ed indistintamente, peculiarità notevoli per il tessuto produttivo italiano.
Oggi come oggi, siamo in una situazione dove abbiamo il capitano di una nave con i passeggeri a bordo, mentre è ancora ferma in costruzione in un cantiere navale. In ogni caso, vedremo a breve come andrà a finire, ma prima di aprire completamente le maglie, è bene che la ricerca dica la sua, sia per la salute umana, ma anche per lo stesso ambiente.
Salvatore Loriga
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