Caro bollette, a Monti chiude il ristorante di Alfio Cannavò. «Costretto a staccare la spina»
L’attività sarà riaperta quando le condizione lo permetteranno e saranno superati i problemi dei costi energetici.
MONTI. È situato in una posizione dominante all’estrema periferia di Monti, ai margini di una verde pineta, da dove si ammira il centro abitato e la vallata punteggiata da vigneti e case sparse. Stiamo parlando del ristorante di Alfio Cannavò che purtroppo, a causa del caro bollette, deve chiudere i battenti. Gli aumenti vertiginosi di gas e luce hanno infatti costretto il proprietario a sospendere l’attività. «Riapriremo – dice – quando si creeranno le condizioni per riavviarla, quando saranno superate le problematiche legate ai costi energetici». Per ora, dunque si spengono le luci, si abbassa la serranda nell’attesa che arrivino tempi migliori.
«Mio malgrado sono stato costretto a staccare la spina», continua Cannavò, sfiduciato e demoralizzato. «Abbiamo faticato tanto, investito risorse umane e finanziarie, fatti grandi sacrifici, per avviare l’attività familiare. All’inizio le cose stavano andando normalmente, poi la pandemia del Covid ci ha fatto penare: due anni praticamente senza lavorare. La gente rinchiusa nelle case e con le norme restrittive che non permettevano, non solo di uscire, immaginiamoci di poter affollare il ristorante. In quelle condizioni era impossibile andare avanti».
Poi piano piano le cose sono migliorate. La situazione sanitaria si è evoluta positivamente, si pensava di aver superato la fase critica. La gente ha ripreso a circolare, a frequentare i locali pubblici e anche i ristoranti. «Pensavamo – prosegue Cannavò – di aver lasciato alle spalle i problemi, si era ricreato un clima di ottimismo, abbiamo ripreso a lavorare e i clienti a frequentare il nostro locale».
La stagione estiva è stata positiva, in paese sono arrivati turisti, le attività hanno ripreso il solito ritmo.
«Ad un certo punto però è successo che le conseguenze della situazione generale – conclude il ristoratore – hanno fatto precipitare le cose: le bollette sono schizzate alle stelle e i costi sono diventati insostenibili. A questo punto non mi è rimasto altro da fare che chiudere, con contraccolpi anche a livello di manodopera». Una chiusura si augura momentanea.
Giuseppe Mattioli
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