Chiesa di Ozieri in festa, quattro nuovi diaconi al servizio della comunità diocesana
Ordinati nella chiesa Cattedrale Sebastiano Marrone e Giovanni Pudda di Buddusò, Giuseppe Terrosu di Ozieri e Massimo Craba di Bono.
OZIERI | 25 settembre 2024. Giornata di grazia quella di domenica 22 settembre per la Chiesa di Ozieri, che ha visto nella Cattedrale la storica ordinazione diaconale di quattro giovani della Diocesi in contemporanea: Sebastiano Marrone (25) e Giovanni Pudda (25) di Buddusò, Giuseppe Terrosu (24) di Ozieri e Massimo Craba (25) di Bono. La solenne funzione, presieduta dal vescovo di Ozieri mons. Corrado Melis, è stata concelebrata dai vescovi emeriti di Ales-Terralba e Tempio-Ampurias, mons. Giovani Dettori e mons. Sebastiano Sanguinetti, e da una sessantina di sacerdoti. Hanno partecipato alla cerimonia i familiari e i parenti dei neo diaconi, amici e fedeli provenienti da diversi paesi della Diocesi e da altri centri dell’isola, i seminaristi delle comunità del seminario di Ozieri e Cagliari.
Nell’omelia mons. Melis, rivolgendosi a Giovanni, Sebastiano, Giuseppe e Massimo, ha detto loro che «non basterà in questo servizio di diaconi dare soltanto i vostri doni, ma dovrete dare voi stessi. Cercate sempre il posto dove c’è più bisogno di servizio, anche se là troverete povertà e umiltà crocifiggenti. Non dite mai: che cosa dà a me questa Chiesa, ma esaminatevi con austera sincerità per scoprire che cosa voi ritenete ancora di dover dare alla Chiesa per servirla con tutti voi stessi e con tutte le vostre possibilità di natura e di grazia».
«Fate una promessa di vivere nel celibato – ha proseguito il Vescovo –. Non deve meravigliarci se l’amore vincola, non c’è nulla di più vincolante dell’amore. Il celibato sacerdotale nasce dall’amore e guida verso la pienezza dell’Amore. Una vita verginale non è una banale rinuncia ma un donarsi totalmente anche nella corporeità a Cristo e quindi alla sua Chiesa, in particolar modo a una comunità. Sappiate che questo dono non sempre è compreso e nella mentalità di oggi molti non crederanno che sia possibile viverlo, ma voi con la vostra vita casta vissuta con gioia sarete un grande richiamo a Dio e alla sua presenza in un mondo distratto e così spesso tutto orientato alla terra. Vivete allora questo dono giorno per giorno, custoditelo, preservatelo da pericoli e dissipazioni, e ricordate sempre che la castità consacrata non è una scelta fatta una volta per sempre, ha bisogno di essere accolta continuamente, sostenuta con la preghiera e conservata con una continua vigilanza».
«Nella preghiera quotidiana, secondo il vostro nuovo stato, portate sempre i bisogni dei vostri fedeli: non solo quei bisogni per i quali vi chiederanno di pregare, ma anche, e direi soprattutto, quei bisogni sconosciuti anche agli stessi interessati ma chiari presso Dio. Pregate già da oggi per quelli che il Signore vi farà incontrare nel vostro ministero. Implorate la santificazione del popolo e santificatevi per loro», ha concluso mons. Melis.
Il testo integrale dell’omelia con il servizio giornalistico dell’evento si potrà leggere nel settimanale diocesano “Voce del Logudoro” già in edicola.
In copertina: da sin. Giuseppe Terrosu, Sebastiano Marrone, mons. Melis, Giovanni Pudda e Massimo Craba
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