La Chiesa di Scientology della Sardegna commemora il Giorno della Memoria
CAGLIARI. Venerdì 27 gennaio la Chiesa di Scientology della Sardegna ha voluto soffermarsi nel ricordo delle vittime di deportazioni e olocausti cercando allo stesso tempo di indirizzare l’attenzione del pubblico sulle cause che hanno portato ad atti disumani come quelli che il Giorno della Memoria si propone di tenere vivi nel ricordo di tutti.
«Tutti conosciamo quanto accaduto ma non sempre ci si addentra nell’analisi di ciò che lo ha provocato», si è sottolineato durante la commemorazione. «Sebbene i nomi di chi ha ordinato tali brutalità sia conosciuto, viene davvero ignorato chi fossero gli autori delle teorie utilizzate. Bisogna andare indietro di diverse decadi rispetto ai fatti della seconda guerra mondiale e scoprire che l’origine di tutto è nella teoria psichiatrica dell’eugenetica. La parola stessa significa “buona specie”, come se qualcuno possa sentirsi in grado di dire che ne esiste una.
Protratta negli anni, supportata dall’abominevole affermazione “l’uomo è un animale”, questa teoria psichiatrica è il denominatore comune degli stermini avvenuti negli anni delle “SS” ma poi ancora nei Balcani piuttosto che nell’Apartheid e sopravvive fino ai nostri giorni con altri nomi, sostenuta sempre dalla stessa categoria di camici bianchi. La memoria di ciò che è successo necessita la conoscenza di tutta la faccenda in modo da essere consapevoli di tutte le parti che l’hanno causata e nell’ottica di eliminare ciò che è marcio».
In contrapposizione alle teorie psichiatriche “selettivamente alienanti” dell’eugeneitca, per commemorare al meglio la giornata è stato scelto di utilizzare un linguaggio universale che mettesse il pubblico in condizione da poter riflettere sui fatti che il Giorno della Memoria vuole ricordarci: la musica. Grazie alla sublime interpretazione di compositori classici, il pubblico è stato allietato dalla pianista Giorgia Pintus che con le sue note ha indirizzato il pensiero di tutti alla bellezza.
La serata si è conclusa con la lettura di un brano di L. Ron Hubbard, “La Gioia del Creare”, con l’invito ai presenti di darsi da fare, fin da subito, alla creazione di un mondo migliore iniziando dalla propria quotidianità.
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