Cia, margini di guadagno sempre più bassi per le aziende agricole sarde
Prezzi in crescita ma alla maggior parte dei produttori va solo tra il 6 e l’8% dell’importo pagato dai consumatori.
Guadagni sempre più risicati per gli agricoltori sardi, che a fronte dei continui aumenti dei prezzi finali dei loro prodotti pagati dai consumatori nei punti vendita (commercio al dettaglio e grossa distribuzione), non corrisponde un conseguente aumento dei prezzi riconosciuti per gli stessi beni a chi li produce. Secondo le stime di Cia Sardegna, ai produttori sardi in parecchie circostanze arriva appena tra il 6 e l’8 per cento del prezzo finale pagato dai consumatori per i prodotti dell’agricoltura sarda.
Il divario della forbice tra prezzi pagati alla fonte per il conferimento del produttore rispetto a quanto pagato al banco di vendita dal consumatore, diventa così un grave danno sia per il produttore che si vede restringere lo sbocco di mercato, sia per il consumatore, costretto a ridurre gli acquisti, spesso indispensabili per il sostegno della famiglia, con un impoverimento complessivo dell’intera società sarda.
Il primo settore a pagare le conseguenze è proprio quello agricolo, costretto ad affrontare una situazione illogica oltre che inconcepibile, con le aziende agricole che si trovano sempre più impoverite e incapaci di far fronte ai continui incrementi dei costi di produzione. Come già evidenziato a più riprese da Cia Sardegna, le aziende agricole e allevatoriali sarde, a causa l’impennata dei prezzi delle materie prime, le piogge persistenti di novembre e dicembre e le gelate di gennaio e di questi giorni, stanno vivendo momenti di grande sofferenza.
Per Cia Sardegna «le istituzioni devono intervenire immediatamente per ridurre l’impatto dei rincari sui costi di produzione, per preservare e sostenere l’agricoltura isolana, che costituisce oggi uno degli ultimi presidi su cui si reggono l’economia e la tenuta sociale sarda».