Cia Sardegna: «L’emergenza cavallette è solo l’ultimo effetto dell’assenza di programmazione»
L’invasione delle cavallette sta devastando oltre 24mila ettari del centro Sardegna. L’esperienza e le conoscenze indicano che la siccità, oltre che le condizioni climatiche registrate durante l’inverno, hanno acuito un problema che poteva facilmente essere preventivato e affrontato per tempo.
Di questo ne è convinta Cia Sardegna, che denuncia: «Siamo all’assurdo, per il quarto anno consecutivo ci ritroviamo ad affrontare un problema che nonostante le grida d’allarme lanciate per tempo e rimaste inascoltate, sta mettendo in ginocchio un intero territorio e sta ulteriormente minando il il settore primario isolano e l’intero tessuto economico e sociale sardo. Le aziende agricole coinvolte, dopo i tanti problemi legati ai costi di produzione, ai processi speculativi in atto, sono ridotte alla totale disperazione e vedono pregiudicata la loro stessa esistenza a causa dell’assoluta assenza di politiche di sviluppo e programmazione».
«Lo stato in cui versa il comparto primario sardo, le cui problematiche sono puntualmente ignorate dalla politica sarda e nazionale, ha causato anche la mancata coltivazione di una parte dei terreni – rimarca la Confederazione degli agricoltori –, favorendo tra i tanti problemi il proliferare della presenza delle cavallette. Un fenomeno invasivo e distruttivo che oggi riteniamo sia necessario combattere con prodotti che non arrechino danni alle coltivazioni e agli allevamenti, nel pieno rispetto e nella completa tutela delle produzioni sarde oltre che dei consumatori finali».
L’invasione annunciata delle cavallette è comunque solo la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui versa il comparto agricolo sardo, costantemente alle prese con problemi che avrebbero dovuto trovare soluzioni da tempo, non ultimo è l’esempio della blue tongue della scorsa estate.
«Capitolo a parte merita poi – proseguono gli agricoltori – il discorso relativo agli indennizzi, ai ristori e ai premi spettanti agli agricoltori: per l’ennesima volta ribadiamo la necessità che tutte le risorse dovute ad agricoltori e allevatori arrivino tempestivamente e non subiscano i condizionamenti e le lungaggini burocratiche di cui soffre da anni la pubblica amministrazione: i pagamenti devono essere facilmente richiesti da tutti i beneficiari, con procedure semplici e agevoli e devono arrivare in tempi rapidi e certi».
Pertanto per Cia Sardegna «è giunto il tempo che la politica metta da parte i tanti proclami e rimetta seriamente al centro della discussione, condividendole con i portatori di interesse, le azioni a tutela e rilancio delle produzioni agricole e degli allevamenti sardi, siamo stanchi di rincorrere le emergenze e vogliamo avere la possibilità di continuare a lavorare nella nostra isola, possibilmente garantendo un futuro anche ai tanti giovani spesso ora costretti a emigrare abbandonando le nostre terre all’incuria e in mano agli sciacalli di turno».