Città metropolitana di Cagliari a 72 comuni: i dubbi di Confartigianato Sud Sardegna
Città metropolitana di Cagliari a 72 comuni: i dubbi e le preoccupazioni di Confartigianato Sud Sardegna che invita tutti i componenti il Consiglio Regionale a «riconsiderare quanto previsto nella proposta di legge unificata» e a« riflettere su alcune anomalie che hanno permesso ad alcuni terrritori, che da sempre hanno fatto parte del tessuto socio-economico dell’area urbana di Cagliari, di rimanere fuori» dai nuovi confini dell’Ente locale.
CAGLIARI. Sulla riforma regionale degli Enti locali che prevede l’istituzione delle Province della Gallura, dell’Ogliastra, del Sulcis Iglesiente, del Medio Campidano, la soppressione delle province del Sud Sardegna e di Sassari, la creazione della Città metropolitana di Sassari e soprattutto l’ampliamento della Città metropolitana di Cagliari (che dovrebbe passare da 17 a 72 comuni), è intervenuto con una nota stampa il direttivo di Confartigianato Imprese Sud Sardegna per esprimere «preoccupazione per gli effetti potrebbero avere in ordine all’ampliamento della Città Metropolitana di Cagliari a ben 72 comuni».
Come d’altra parte già ha fatto all’unanimità il Consiglio Metropolitano, l’Associazione invita tutti i componenti il Consiglio Regionale a «riconsiderare quanto previsto nella proposta di legge unificata e a fare un supplemento di riflessione affinché si minimizzi
il rischio che con queste norme possano essere vanificati i percorsi e gli sforzi di razionalizzazione amministrativa recentemente compiuti».
«Pur ritenendo auspicabili degli interventi di aggiustamento», la Confartigianato del Sud Sardegna crede che occorra riflettere su alcune anomalie che hanno permesso ad alcuni terrritori, che da sempre hanno fatto parte del tessuto socio-economico dell’area urbana di Cagliari, di rimanere fuori dalla Città Metropolitana e che invece, comprensibilmente, aspirano a farne parte in maniera organica. «Altre inclusioni rischiano – secondo la Confartigianato – di diventare forzature poco opportune».
Una riforma degli Enti Locali dovrebbe assicurare, per le competenze proprie e rispetto alla situazione precedente – continua la nota della Confartigianato Sud Sardegna –, una organizzazione dell’amministrazione della cosa pubblica più efficiente e un’azione amministrativa più efficace».
La preoccupazione che Confartigianato Imprese Sud Sardegna esprime è che il testo in discussione, soprattutto per la parte che riguarda «l’ampliamento eccessivo e poco motivato/spiegato della Città Metropolitana di Cagliari, rischierebbe di rendere meno efficiente l’attuale organizzazione senza peraltro migliorare in maniera sensibile la globale situazione dei comuni più lontani in essa inglobati ex lege».
«Forse sarebbe opportuno non dimenticare – si legge ancora nella nota – che in un passato non molto lontano la materia delle Autonomie Locali ha acceso discussioni non solo tra gli scranni del Consiglio Regionale ma anche tra i cittadini sardi, che, a una precisa domanda, si sono espressi in maniera decisa su un riassetto amministrativo che prevedeva il superamento delle Province come Ente Locale Intermedio».
«Oggi, senza un dibattito pubblico altrettanto trasparente – conclude la nota di Confartigianato Imprese Sud Sardegna –, dal quale potrebbero scaturire ulteriori e convincenti spiegazioni per una inversione di marcia rispetto a quella indicazione popolare, qualunque provvedimento correrebbe il rischio di apparire poco condiviso e quindi poco comprensibile da parte dei cittadini sardi».