Covid, Fondazione Gimbe: +80,70% di nuovi casi. Corsa ai tamponi senza regole
Impennata di nuovi casi (+80,7%), aumento dei decessi (+16,1%), dei ricoveri ordinari (+20,4%) e nelle terapie intensive (+13,1%). Questa la foto scattata dalla Fondazione Gimbe nella settimana 22-28 dicembre – rispetto alla precedente – sul fronte Covid in Italia. L’aumento dei nuovi casi è documentato in tutte le Regioni italiane ad eccezione della provincia di Bolzano. In 45 province si registrano oltre 500 casi per 100mila abitanti. Per quanto riguarda le vaccinazioni – rileva ancora Gimbe –, l’81,4% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, ma le persone non vaccinate sono 9,44 milioni di cui 2,34 milioni di over 50 e 3,42 milioni della fascia 5-11, dove si registrano 93.771 somministrazioni. Per le terze dosi il tasso di copertura è al 58,9% con rilevanti differenze regionali. Da registrare il crollo dei nuovi vaccinati over 12 (-47,5%) e il caos tamponi, per un sistema di testing già in tilt e con troppi i falsi negativi rilevati dai tamponi antigenici. Con l’emersione di un numero enorme di casi, si rischia – sottolinea la Fondazione Gimbe – un lockdown di fatto indipendentemente dalla modifica delle regole sulla quarantena.
Nelle ultime due settimane – si legge infatti nel report – il numero dei tamponi totali è passato da 3.750.804 della settimana 8-14 dicembre a 5.175.977 della settimana 22-28 dicembre (+38%), per l’incremento sia dei tamponi rapidi (+1.018.733; +38,7%) che di quelli molecolari (+406.440; +36,3%). L’aumentata attività di testing, tuttavia, è solo una delle determinanti della crescita dei nuovi casi: dalla seconda metà del mese di dicembre, infatti, si rileva da un lato una vera e propria impennata del tasso di positività dei tamponi antigenici rapidi (la media mobile a 7 giorni è salita dallo 0,8% del 14 dicembre al 2,8% del 28 dicembre) dall’altro un netto aumento del tasso di positività dei tamponi molecolari (la media mobile a 7 giorni è passata dal 9,5% del 14 dicembre al 15% del 28 dicembre).
«Questi dati – commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – dimostrano una notevole crescita della circolazione virale sia per la progressiva espansione della variante omicron, molto contagiosa, che per l’aumento dei contatti sociali nel periodo delle festività, il cui impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane».
Si registra una notevole riduzione della percentuale dei pazienti ricoverati in area medica e in terapia intensiva sul totale degli attualmente positivi che consegue a vari fattori: identificazione di un maggior numero di casi, aumento delle coperture vaccinali e delle terze dosi, aumento del numero delle persone guarite e numero elevato di casi nella fascia 0-11, meno soggetta a forme severe di malattia. Inoltre, nelle prossime settimane, si potrà valutare anche la possibile minor virulenza della variante omicron. In particolare, negli ultimi 14 giorni per l’area medica la media mobile a 7 giorni è scesa dal 2,42% del 14 dicembre all’1,87% del 28 dicembre e per le terapie intensive dallo 0,30% del 14 dicembre allo 0,22% del 28 dicembre.
Corsa ai tamponi senza regole
«In questa fase della pandemia – continua Cartabellotta – caratterizzata dalla crescente circolazione di una variante estremamente contagiosa tra una popolazione per la maggior parte vaccinata, l’obiettivo primario è di contenere il sovraccarico degli ospedali spingendo al massimo su coperture vaccinali e richiami e limitare la circolazione del virus con mascherine e distanziamento. La corsa ai tamponi senza regole, infatti, presenta diversi “effetti collaterali”: innanzitutto, sovraccarica il sistema di testing dei tamponi molecolari, impedendo di testare con tempistiche adeguate chi ne ha realmente bisogno perché sintomatico o contatto di soggetto a rischio; in secondo luogo, il ricorso sregolato ai tamponi rapidi da parte di soggetti asintomatici contribuisce ad alimentare false sicurezze, vista la probabilità del 30-50% di falsi negativi; ancora, l’aumento della domanda favorisce la speculazione e l’espansione del “mercato nero” con aumento dei costi e offerta di pericolose soluzioni low cost; infine, indipendentemente dalla revisione della durata della quarantena, l’emersione di un numero così elevato di casi rischia di paralizzare il Paese con un lockdown di fatto, alimentando peraltro una narrativa distorta dominata dagli altisonanti dati dei contagi e non dal loro reale impatto su ricoveri, terapie intensive e decessi, oltre che su altri esiti di salute non dipendenti da COVID-19».
Vaccini
Vaccini: forniture. Al 29 dicembre (aggiornamento ore 06.15) risultano consegnate 114.016.917 dosi di cui 1.548.000 dosi di vaccino Pfizer pediatrico. «Con la consegna di 3,1 milioni di dosi non pediatriche negli ultimi 7 giorni – commenta Mosti – e il rallentamento delle somministrazioni nei giorni 24, 25 e 26 dicembre le scorte di vaccini a mRNA per gli over 12 sono risalite a quota 3,33 milioni». Relativamente alle 87mila dosi residue di Moderna, visto che la rendicontazione ufficiale non tiene conto che per gli 8,39 milioni di richiami complessivamente effettuati viene utilizzata solo mezza dose, le dosi disponibili potrebbero essere oltre 4 milioni in più.
Vaccini: somministrazioni. Al 29 dicembre (aggiornamento ore 06.15) l’81,4% della popolazione (n. 48.229.182) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+234.253 rispetto alla settimana precedente) e il 78,1% (n. 46.305.897) ha completato il ciclo vaccinale (+160.368 rispetto alla settimana precedente). Il rallentamento dei giorni 24, 25 e 26 dicembre ha ridotto del 29,9% il numero di somministrazioni nell’ultima settimana (n. 2.587.563), con una media mobile a 7 giorni di 306.211 somministrazioni/die: calano del 30,7% le terze dosi (n. 2.261.869) e del 27% i nuovi vaccinati (n. 201.180). Rispetto a questi ultimi, l’85% appartengono alla fascia 5-11 anni che al 28 dicembre ha raggiunto quota 232.707 somministrazioni.
Vaccini: nuovi vaccinati. Nella settimana 20-26 dicembre il numero dei nuovi vaccinati è sceso a 201.180 (-27%) rispetto ai 275.641 della settimana precedente: tuttavia, a fronte di 93.771 nuovi vaccinati nella fascia 5-11, crolla il numero degli over 12 (-47,5% rispetto alla settimana precedente). Dei 9,44 milioni di persone che al 28 dicembre non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, 3,42 milioni appartengono alla fascia 5-11 anni che ha iniziato le somministrazioni solo da poco, mentre 2,34 milioni sono over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione: uno zoccolo duro ormai difficile da scalfire.
Vaccini: coperture. Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 97,8% degli over 80 al 6,3% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto il 72,5%, nella fascia 70-79 il 57,9% e in quella 60-69 anni il 48,3%.