Dal 27 agosto al 4 settembre a Seneghe la XVIII edizione di Cabudanne de sos poetas
Si rianima la festa dei poeti, tra versi, musica, dibattiti, letture, nelle piazze di Seneghe. Sette giornate intense con oltre 70 ospiti, 45 appuntamenti e infinite possibilità di ricostruire un tessuto organico di relazioni, azioni e amicizie.
Dal 27 agosto al 4 settembre a Seneghe (OR) ritorna il Cabudanne de sos poetas. Un’edizione speciale che inaugura la maggiore età del festival letterario internazionale di comunità, unico esempio di manifestazione culturale nel Montiferru che pone al centro la promozione letteraria, la poesia, e la lettura. Un piccolo paese, Seneghe, caratterizzata da specificità socio-politiche e geografiche uniche, rese ancora più rilevanti dai recenti accadimenti: oltre al post-pandemia, il devastante incendio del Montiferru. Il titolo del festival quest’anno è “La capacità di agire”, un invito a una riflessione collettiva su temi propri del contesto specifico di questo luogo attraverso la poesia, la cultura e la sua promozione.
«La legge italiana identifica nella maggiore età questo momento: e sono proprio i 18 anni del festival, congiunti con le problematiche del contesto e della fase socio-politica che viviamo come collettività, a spingerci verso un’azione diretta e impellente: attivarsi e agire collettivamente nell’immediato per il miglioramento delle nostre vite e del territorio che abitiamo», spiega Luca Manunza, presidente dell’associazione Perda Sonadora.
Accanto a questa prospettiva, esiste l’approccio universale della manifestazione che vuole spingere verso una riflessione collettiva sui principali accadimenti del mondo. La riflessione sarà guidata dalla poesia che come ogni anno diventa veicolo di riflessioni e strumento capace di innescare azioni concrete di ripresa e attivazione. L’edizione 2022 si terrà nell’ultima settimana di agosto e durante la prima settimana di settembre, come esito di una fitta programmazione annuale che ha previsto la realizzazione di attività di promozione della lettura e della poesia in collaborazione con reti territoriali locali, regionali, nazionali e internazionali.
«La strada del Cabudanne e di Perda Sonadora è lunga. Il Cabudanne de sos Poetas infatti, è parte strutturale delle azioni del bando di rigenerazione dei borghi della linea b del PNRR che ha visto Seneghe e l’associazione culturale Perda Sonadora tra i protagonisti della stesura di uno dei progetti vincitori, il primo in Sardegna e il quarto in Italia – aggiunge Manunza –. Un riconoscimento del Ministero della Cultura importantissimo, che speriamo, come associazione culturale, possa aiutare anche gli organi politici locali e regionali a riconoscere l’importanza della nostra manifestazione e del nostro territorio.
La diciottesima edizione del Cabudanne de sos poetas vedrà a Seneghe sette giornate intense dedicate alla poesia, alla letteratura, alle arti e ai dibattiti su temi e problematiche attuali nel mondo della cultura territoriale, nei suggestivi Giardini de Sa Prentza de Murone e il centro storico tra Domo de sa Poesia a Casa Addis, la Biblioteca Comunale, il Bar da Angelo e Piazza di Santa Maria. Gli ospiti di questa edizione sono più di settanta, 45 gli appuntamenti e infinite le possibilità di ricostruire un tessuto organico di relazioni, azioni e amicizie.
L’omaggio molto sentito al maestro Franco Loi, il grande poeta, saggista, amico e cittadino onorario di Seneghe dal 2010, scomparso lo scorso anno a gennaio alla soglia del novantunesimo anno di età, si rinnova nell’incontro “Franco Loi. Maestri. A cura di Davide Ferrari”. Ferrari è poeta e amico del Cabudanne noto per la sua produzione incentrata sull’uso particolare del dialetto lombardo, in occasione della presentazione ufficiale del festival il 30 agosto alle 21.30 ai Giardini de Sa Prentza de Murone. Ferrari sarà ospite anche il giorno dopo per dialogare insieme a Simonetta Milia e Tommaso di Dio intorno alla sua recente raccolta di poesie “Tutte le altre rose”. L’anima del poeta affronta non il racconto di una rosa, ma quello che sboccia dentro di lui quando si abbandona alla sua contemplazione. E proprio a Franco Loi, suo grande maestro, poeta che amava le rose e che a questo fiore ha dedicato più di un componimento, Ferrari dedica il testo conclusivo della raccolta.
Il Cabudanne cercherà di approfondire il tema dell’agire in versi, immagini, visioni e suoni. Ma soprattutto darà la parola a chi non ne ha, agli ultimi, a chi ancora spera. Poesia per dare una flebile luce, o un po’ di coraggio per guardare bene dentro a noi stessi, alle cose, e riflettere su ciò che accade nel mondo che ci circonda. La parola che chiede di essere detta spetta soprattutto ai giovani poeti e alle giovani poetesse, ai quali il festival di poesia seneghese dà come sempre grande spazio e molta attenzione. Così è la parola che come la goccia è in grado di scavare la pietra e l’anima nell’opera prima del giovanissimo Riccardo Canaletti “La perizia della goccia” (ae edizioni, 2018), dialoga con l’autore Tommaso di Dio. La parola che si fa verso e la necessità di saperla coltivare e renderla compiuta, prima di tutto nella propria interiorità.
Parole che si fanno immagini sgranate di persone e atti, impossibili da incorniciare nella raccolta d’esordio di Riccardo Frolloni “corpo striato” (industria&letteratura, 2021), dialoga con l’autore Giuliana Pala. A partire da un trauma assoluto come la morte di un padre ci racconta i sogni che si muovono nel figlio, il cammino che percorre rincorrendo quel “padre morto”, ma anche cosa sia la vita reale, quella in cui dentro i fatti e nell’assenza la vita prende una direzione o un’altra. Verso un mondo sospeso tra la vita e la morte forse, tra l’umano e il soprannaturale, o un non-luogo sospeso tra i mondi possibili che l’hanno preceduto e i mondi possibili che sono destinati a seguirlo. Così è il “Demi-monde” (NEM editore, 2020) di Silvia Righi, l’opera della giovane poetessa milanese, dialoga con lei la poetessa e giornalista Antiniska Pozzi. È l’occhio che si spalanca mentre il sogno è ancora in corso, è l’intercapedine, la porta socchiusa, il riflesso del riflesso.
Altro giovane poeta esordiente ospite del Cabudanne è Francesco Ottonello, autore a cui la Sardegna ha dato i natali. “Isola aperta” (InternoPoesia, 2020) è la sua raccolta di poesie in cui esplora il significato di abitare l’isola, le sue sfumature, i limiti che la parola assume nei suoi versi. Isola aperta è casa, ma anche luogo del ritorno, allontanamento, perdita, è la lingua sarda che rischia di scomparire, è la regione cerebrale che ci permette di percepire il dolore, la felicità, l’empatia nelle relazioni con l’altro. Ma c’è anche un luogo che può dare un senso alle creature percorse dall’inquietudine, che le accompagna per le strade della città, nei cinema e nei bar e le spinge a interrogarsi e a cercarsi l’un l’altra, ed è nel libro di tessere mancanti “Santa Ricchezza” (Cartacanta, 2016) di Lorenzo Babini, 61° premio Ceppo Under 35 nel 2016. L’ineludibile presenza dell’altro, del prossimo, non come singolo ma come essere di relazione, materia sfuggente, sottratta, irriducibile ma sempre intrecciato con il nostro destino, come intrecciate sono le esistenze che ci legano. Dialoga con l’autore Massimiliano Mandorlo.
L’attesa di un futuro che si fa già incombente, i cui segni sono ormai profondamente radicati nel presente nella raccolta “Ci aspettano estati tropicali” nella voce inedita della giovane autrice padovana Alessia Bettin che sorprende e merita credito. Nella sua raccolta rimanda a una condizione piuttosto inospitale fatta di calura e temporali, questione ambientale, eccessiva urbanizzazione e gli spettri di una disumanizzazione, tra disastro ipercontemporaneo e reminiscenze nostalgiche dell’infanzia. “Album” è una raccolta poetica d’esordio dell’autrice Elisa Donzelli che abbraccia due età della vita, i venti e i quarant’anni in un andirivieni continuo tra tempi sfusi, premio di Poesia Città di Legnano – Giuseppe Tirinnanzi e Premio Alam Mater Violani Landi 2021. Donzelli è anche curatrice di saggi e opere letterarie, dal 2018 ricopre la cattedra di Letteratura contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Sullo sfondo un’Italia degli anni Settanta e Ottanta che tradiva le grandi eredità e falliva agli occhi di chi è nato durante il terrorismo e cresciuto nel ventennio berlusconiano. Nella sua poesia il verso limpido e sapiente sfida la distanza tra le epoche, tra i vivi e i morti.
Il poeta Stefano Baldinu sarà a Seneghe con la sua opera “Boghes. Voci” (Puntoacapo editrice, 2021). “Sono le voci che ripercorrono i vecchi sentieri degli affetti e dei ricordi familiari tra i profumi della campagna e le sfumature malinconiche del cielo in Sardegna, così come quelle che ci portano oltre Tirreno e non solo”, racconta l’autore.
Il Cabudanne resta fedele alla sua idea di interscambio culturale e di esperienze con il mondo, non solo poetiche e letterarie, stavolta tra la Sardegna, la Spagna, la Turchia, il Libano, gli USA. Così è la voce poetica con cui dipinge le sfumature intime del mondo Jose Antonio García (Bonares/Spagna, 1949)nella sua nuova raccolta “Il colore degli incendi” (Ensemble, 2022). Dialogano con l’autore Mercedes Arriaga Flórez e Daniele Cerrato e Pietro Cerrato, il 31 agosto alle 11.00. Ancora dalla Spagna arriva il 1° settembre Maria Rosal Nadales con la sua opera “Geometria delle ombre” (NOR edizioni, 2022). Poetessa, filologa e insegnante di lingua e letteratura, appartiene alla nuova generazione della poesia iberica i cui rappresentanti gestiscono con uguale facilità i temi della vita quotidiana e dell’amore, o della poesia erotica. Da Madrid la poesia colta e al tempo stesso popolare di Alfonso Brezmes, uno dei poeti spagnoli più noti, il cui immaginario si nutre di riferimenti letterari (Baudelaire, Rilke) ma anche di cinema e di cultura pop per affrontare i temi che più gli stanno a cuore: la perlustrazione del desiderio, la mancanza, l’ambiguità delle scelte esistenziali. Con Mirta Amanda Barbonetti dialogherà della sua recente raccolta “Quando non ci sono”.
“La poesia è come il pane: semplice e sacra, è un filo elettrico in grado di connetterci con l’infinito, con la natura, con l’anima del mondo”, diceva Fuad Rifka, poeta e professore emerito di filosofia alla Lebanese American University di Beirut scomparso nel 2011, interprete di una poesia di raffinata povertà, e grande conoscitore della poesia tedesca. “L’ultima Parola sul pane” (Animamundi edizioni, 2022) è l’unico libro attualmente disponibile in traduzione italiana del poeta siriano libanese. Presentano il volume Franca Mancinelli, Rossana Abis e Tommaso Tiddia. Tuğba Doğan, una delle voci emergenti della letteratura turca contemporanea arriva a Seneghe con il suo romanzo struggente “Il bistrò delle delizie” (Carbonio Editore, 2022). Un quadro sulla Turchia contemporanea, ricco di colori, di umanità e di poesia. Dialoga con l’autrice Nicola Verderame. Devorah Major, poeta laureata della città di San Francisco è una delle voci più belle ed impegnate della poesia afroamericana. “A braccia aperte” è il primo libro italiano della poetessa. Le sue poesie danno voce ai più deboli e dimenticati, ai migranti, alla “razza mista”, alla consapevolezza del razzismo e della violenza che ci disumanizza. Dialogano con l’autrice americana Sergio Iagulli e Raffaella Marzano.
Si rinnova la presenza di Nicola Crocetti, uno dei più grandi editori di poesia, grande grecista e traduttore, che sarà a Seneghe il 3 settembre per presentare con l’autore la recente raccolta “Le chiavi del giorno” (Crocetti editore, 2022) del poeta e professore emerito di letteratura italiana contemporanea nell’Università di Padova Silvio Ramat. Frammenti di un’autobiografia a partire dalla memoria dell’infanzia e della giovinezza in una Firenze che reca ancora i segni dei bombardamenti. La voce di Franca Mancinelli, tra le più intense e originali della poesia italiana contemporanea nella raccolta di poesie “Tutti gli occhi che ho aperto” (Marcos Y Marcos, 2020). Dialoga con l’autrice Tommaso di Dio. Versi che nascono da un’urgenza privata, riferita alle zone più fragili e terribili della nostra vita.
E ancora il 3 settembre “Lo spazio della poesia. Stanze, habitat, paesaggi”: Elisa Donzelli, Amos Mattio, Tommaso di Dio, Giovanna Frene, Christian Sinicco incontrano il Cabudanne. Christian Sinicco, fondatore della Lega Italiana Poetry Slam sarà ospite anche con la sua raccolta “Ballata di Lagosta” (Donzelli, 2022), dialoga con l’autore Giovanna Frene.
Tanti gli incontri come sempre per sensibilizzare il pubblico del Cabudanne su temi di forte attualità, strettamente legati con la cultura e il territorio. Il 2 settembre Brunello Cucinelli, tra i più importanti e autorevoli imprenditori italiani, fondatore dell’omonima azienda, sarà ospite del festival di Seneghe in Piazza di Santa Maria alle 21.30 per raccontare il mastodontico progetto della Biblioteca Universale di Solomeo che ospiterà tra i quattrocento e i cinquecentomila volumi, che abbracceranno le discipline di Filosofia, Architettura, Letteratura, Poesia e Artigianato. Un grande tempio laico della conoscenza sempre aperto ai visitatori che dovrebbe scorgere la luce nel 2024.
Il 2 settembre un momento di riflessione dedicato a un tema molto attuale è l’incontro “Ripensare i Festival. Anna Rizzo:I paesi invisibili. Manifesto sentimentale e politico per salvare i borghi d’Italia”, che prende spunto per la discussione dal libro dell’archeo-antropologa Anna Rizzo, edito da il Saggiatore, 2022. Ne discutono con l’autrice: Maria Fioretti, Enzo Cugusi, Shirley Vandermaarel, e Salvatore Cau. Modera l’incontro Walter Porcedda. “I paesi invisibili offre una panoramica nitida delle piccole comunità d’Italia e un manifesto: una ricognizione fuori da ogni retorica della situazione in cui versano attualmente i nostri borghi e degli interventi necessari per evitare che, tra sfruttamento turistico e incuria dello Stato, un pezzo importante della nostra identità collettiva finisca cancellato per sempre – spiega la Rizzo – Perché, è vero, un paese ci vuole anche solo per il gusto di andarsene via, ma un paese ci vuole soprattutto per la bellezza di ritornarvi”.
DOCUMENTARIO E AUDIO-DOCUMENTARIO LEGATI ALLA SARDEGNA
Non solo borghi nel loro concetto fisico più astratto, ma luoghi ancora poco “contaminati” dal presente, in cui è possibile riconoscere una o più tracce del passato, preservandone la memoria attraverso lo spazio e il tempo del grande schermo. Sono i luoghi più battuti dal regista Dorino Minigutti nel suo documentario “Visioni. L’atlante della memoria”, per Agherose Produzioni, 2020. Sono le case di riposo, le piazze, i bar. Il 29 agosto sarà proiettato a Sa Domo de sa Poesia. La passione per le foto antiche e alcune coincidenze hanno portato il giovane protagonista Lorenzo a intraprendere un viaggio nei luoghi esplorati dal linguista e fotografo friulano Ugo Pellis spinto dalla curiosità di conoscere i bambini di quelle foto realizzate negli anni ’30. Un viaggio che parte dal Friuli, il luogo in cui Pellis iniziò le sue indagini, e la Sardegna, dove scattò la maggior parte delle fotografie. Un viaggio che lascia il tempo di ascoltare e di tramandare delle testimonianze, che parla della memoria, attraverso la comunità, l’identità, l’amore e la morte. Esclusi i grandi centri abitati, la sua ricerca si svolge principalmente in piccoli paesi. Luoghi dove i ricordi intimi e le storie personali si mescolano con la storia di un paese e di un popolo intero.
Giorgia Cadeddu e Vittoria Soddu sono invece le autrici dell’audio-documentario “Iolanda mi nant de nòmini” (di Studiolanda, 30’, lingua: sardo, italiano, produzione Radio Papesse e Studiolanda, 2021), il 28 agosto. Per tutta la vita Orlanda Sassu, poetessa ed ecologista sarda (1924-2015) ha portato avanti una pratica di registrazione audio per archiviare la memoria del suo paese e della lingua che temeva di perdere.
IL CABUDANNE E LA SARDEGNA
Nel consueto spazio dedicato alla Sardegna, oltre alla presenza dei giovani poeti Francesco Ottonello e Stefano Baldinu, il Cabudanne dedica una serie di incontri ad alcune opere su alcune figure autorevoli dell’isola: il 4 settembre nei Giardini de Sa Prentza de Murone alle 17.30 Mario Cubeddu presenta il suo libro: “Paolo Pili. Memorie di un sardofascista” (EDES, 2022). Dialogano con l’autore Raimondo Cubeddu, Salvatore Sechi e Leopoldo Ortu. Poco più che una meteora, Paolo Pili entrò e uscì dall’orizzonte politico del fascismo, che aveva cercato invano di “sardizzare”, come gli altri suoi compagni che lo avevano seguito portando come “dote” gli ideali del combattentismo nato con la Grande Guerra e diventato movimento politico con la nascita del Partito Sardo d’Azione.
Il 27 agosto a Sa Domo de sa Poesia, Maria Luisa Mulas e Carlo Delfino presentano il libro “Ovidio Addis: usciamo dalla solitudine, la leggenda è finita. Scritti editi e inediti 1940-1966”. In ventitré capitoli si articola questa raccolta, riordinata per argomento e cronologia, degli scritti editi e inediti di Ovidio Addis (1908-1966), figura dell’intellettualità isolana del Novecento. Studioso convinto della alterità della millenaria storia sarda rispetto a quella continentale italiana, e rimandata piuttosto a più complesse direttrici mediterranee, fu anche, Ovidio Addis, tutor di un’infinità di laureandi nelle facoltà umanistiche, accompagnatore nelle ricerche “sul campo” e in quelle d’archivio di giovani diversi dei quali destinati all’insegnamento superiore e perfino accademico (come Francesco Cesare Casula che lo considera il suo Maestro). Fu inoltre sindaco di Seneghe, e per tanti anni insegnante nelle scuole elementari del paese.
Giovanni Masala, autore del libro “Max Leopold Wagner. Caro amico e collega. Carteggio con Karl Jaberg 1901-1958” dialoga il 31 agosto con Mario Cubeddu. Un interessante carteggio che evidenzia l’amicizia e la stima profonda che legava i due studiosi e getta nuova luce soprattutto sulla personalità del filologo tedesco. Lettere che Jaberg invia a Wagner da diversi paesi del mondo, compresa la Sardegna e dove la lingua sarda è l’argomento principale dell’intero carteggio, ma non solo. Sono di estremo interesse anche le descrizioni e le considerazioni su problemi che hanno afflitto Wagner durante i suoi soggiorni in Sardegna, soprattutto negli anni Venti: dalla penuria di alloggi dignitosi, al sospetto nei suoi confronti da parte delle forze dell’ordine, fino alla situazione socio-politica durante l’avvento del fascismo.
E ancora il 4 settembre alle 19.00 “Antonio Casu presenta “I racconti di Geremia nel paese del jazz” (Nemapressedizioni 2022). Dialogano con l’autore Raimondo Cubeddu e Laura Pisano. Il paese di Berchidda in Sardegna è da molti anni, durante l’estate, al centro di un festival mondiale di jazz; ad idearlo e organizzarlo è Paolo Fresu, trombettista di fama internazionale nato proprio a Berchidda. In questo libro Antonio Casu che si definisce uno del “popolo del jazz”, discendente del grande Pietro Casu, studioso di lingua sarda del paese di Berchidda, racconta lungo i giorni di una settimana, le emozioni suscitate dalla musica e dagli eventi del festival. Ma non solo. Grazie a Geremia, un anziano del paese, recupera tradizioni, proverbi e poesie estemporanee che la lingua sarda preserva grazie alla memoria della sua gente.
Non poteva mancare l’Incontro con le associazioni seneghesi per discutere insieme sul futuro culturale di Seneghe e i paesi dell’Unione dei Comuni Montiferru Alto Campidano dal titolo “Dalla lettura al cambiamento”. Ne discutono Vincenzo Santoro, e i rappresentanti delle associazioni del territorio. Modera l’incontro Luisa Madau.
Oltre il tema specifico dell’isola invece ancora altri due incontri: Antonio Bove, Carla Panico presentano il 3 settembre “Gli autonomi. L’autonomia meridionale” (DeriveApprodi, 2022). Dialoga con gli autori Antonello Petrillo. Il volume, edito dalla casa editrice DeriveApprodi, è contrassegnato dal numero romano X, poiché rientra in una collana tematica più generale dedicata alla storia dell’Autonomia operaia, movimento della sinistra extraparlamentare sorto in Italia negli anni Settanta del secolo scorso; e ancora i reportage fotografici che documentano la tragica realtà della guerra come quella che è in corso in Ucraina, o i drammatici viaggi dei migranti che tentano di raggiungere l’Europa, dalle rotte africane alla rotta balcanica, o l’attraversamento del deserto dei profughi del Corno d’Africa, fino ai siriani, iracheni, afgani che approdano sulle isole greche. Di questo e tanto altro si parlerà nell’incontro con i protagonisti sul campo di questi racconti dal titolo “La guerra e le sue rappresentazioni. I fotografi e reporter Giulio Piscitelli e Sabato Angieri incontrano il Cabudanne”, modera l’incontro Vito Biolchini.
LA BUONANOTTE – musica live nei Giardini de Sa Prentza de Murone
Come sempre il Cabudanne chiuderà due delle lunghe giornate nello spazio dedicato alla Buonanotte con la musica dal vivo, in una suggestiva atmosfera estiva e coinvolgente di fine serata sotto il cielo stellato, nel verde frutteto dei Giardini de Sa Prentza de Murone. Il 1° settembre il concerto del musicista e artista del suono Glauco Salvo, la cui ricerca è incentrata sull’esplorazione di nuovi percorsi tra folk e musica sperimentale attraverso l’utilizzo di strumenti a corda e dispositivi di riproduzione del suono. Il 3 settembre concerto di Nilza Costa, cantautrice e compositrice brasiliana di Salvador (Bahia). I ritmi ancestrali d’Africa si fondono con le forme tradizionali della cultura musicale e religiosa brasiliana (Candomblè, Capoeira, Samba Duro, ecc), trasfigurandoli nel suo canto in un linguaggio artistico originale e improvvisativo.
MOSTRE E INSTALLAZIONI
Seneghe, paese di artisti, artigiani, autori, autrici apprezzati in tutto il mondo. Immancabile quindi uno spazio del festival dedicato anche alle mostre e alle installazioni.
Dal 1 al 4 settembre alle 11.00 nei Giardini de Sa Prentza de Murone l’Installazione sonora “Alberi Poeti” con Lectura Dantis di Carmelo Bene, a cura di Nino Iorfino. A Sa Domo de sa Poesia a Casa Addis dalle 11.00 alle 20.00 sarà visitabile la mostra di Sebastiano Illotto: “Questo è il padrone delle figurine”, a cura di Luca Pinna, Valentina Scanu, Alessandra Cubadda, Giulia Cubadda. Dalle 17.00 alle 20.00 in Corso Umberto 192, Piazza S. Agostino la mostra di pittura e scultura nel laboratorio di Luciano Piu, Maria Illotto ed Eva Masen Duckert.
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