Desirè Manca (M5S): «No al bavaglio dal presidente Pais»
Denuncia della consigliera del Movimento 5 Stelle Desirè Manca dopo la seduta del Consiglio regionale di martedì sera.
«Un Presidente del Consiglio regionale non può permettersi in alcun modo di zittire i consiglieri e di mettere il bavaglio agli esponenti di opposizione quando gli argomenti portati all’attenzione dell’Aula sono particolarmente importanti ma evidentemente spinosi per la Giunta. Purtroppo in Sardegna è un copione che si ripete troppo spesso». Queste le prime parole della denuncia fatta dalla consigliera del M5S Desirè Manca, dopo la seduta del Consiglio di martedì sera.
«Martedì infatti durante la seduta pomeridiana dell’Aula sul Recovery Plan, come accade ormai regolarmente, la sottoscritta è stata interrotta dal Presidente Pais, e in particolar modo quando ha affrontato l’argomento del mancato accesso agli atti che ha impedito al Gruppo di poter conoscere i 206 progetti inviati al Governo nell’ambito del Recovery Plan».
«Ma questa volta – sottolinea la consigliera – il Presidente Pais è addirittura intervenuto nel merito, nel tentativo di correggere i contenuti del mio intervento per minimizzare la gravità della vicenda. Quanto accaduto è un fatto gravissimo. Non è ammissibile che questo atteggiamento ostruzionistico sia diventato una prassi consolidata da parte di chi ricopre un ruolo di garante super partes come il Presidente del Consiglio».
«Secondo il regolamento del Consiglio regionale – continua ancora la consigliera – il Presidente Pais deve garantire e tutelare le funzioni e le prerogative dei consiglieri, assicurare il buon andamento dei lavori, dirigere e moderare la discussione. Ma ciò non significa che possa intervenire nel merito. I contenuti sono liberi e devono poter essere illustrati anche se risultano scomodi a questa maggioranza«.
«Altro fatto grave riguarda la riduzione della tempistica prevista dal regolamento per i tempi di intervento di ciascun consigliere. Martedì scorso infatti sono stati concessi massimo sei minuti anziché dieci. Ennesima decisione che va a minare le prerogative del singolo consigliere, soprattutto di minoranza, e che impedisce allo stesso di esercitare il proprio mandato e di partecipare attivamente a un dibattito democratico che valorizzi il rapporto dialettico tra maggioranza e opposizione», conclude Desireè Manca.