• 8 Settembre 2024
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Diga di Cumbidanovu, nuovo appalto per i lavori di completamento

orgosolo riunione diga Cumbidanovu
L’opera una volta ultimata andrà a servire 2800 ettari di terreni agricoli ricadenti nei Comuni di Orgosolo, Oliena, Nuoro, Orune, Lula e Dorgali.

ORGOSOLO. Dopo 33 anni, la travagliata storia della diga di Cumbidanovu sembra sia arrivata all’epilogo. Il Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale ha infatti appaltato nei giorni scorsi la progettazione esecutiva e i lavori per circa 78 milioni di euro (su un totale di 91,5 milioni) per il completamento dell’opera. Si tratta della prima parte dei lavori previsti, a cui seguirà la spendita della restante parte stanziata recentemente dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e che a breve sarà trasferita alla Regione Sardegna.

A darne notizia, ieri mattina a Orgosolo, nella sala consiliare del Municipio guidato da Pasquale Mereu, i vertici del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale con in prima fila il presidente Ambrogio Guiso che ha espresso grande soddisfazione «per la ripartenza di un’opera cruciale per il territorio – ha spiegato – che rappresenta l’esito di un lavoro di squadra, sia per quanto riguarda la parte tecnica del Consorzio sia per la parte politica: in particolare è fondamentale ringraziare per il lavoro svolto, l’ex deputata Mara Lapia che a suo tempo ha risposto prontamente alle nostre richieste».

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La Diga di Cumbidanovu fa parte delle 379 opere incompiute in tutta Italia (47 solo in Sardegna al 30 giugno 2022, secondo il Quadro nazionale delle opere incompiute del Mit) e che, anche grazie all’intervento del Governo che a gennaio 2021 ha nominato un commissario per la gestione del completamento delle dighe incompiute, ha visto un’accelerazione dell’iter, d’intesa con la Regione Sardegna e nello specifico l’Assessorato dei Lavori Pubblici, che dovrà portare in tempi certi a mettere la parola fine sulla annosa vicenda. La commissaria Angelica Catalano, presente ieri a Orgosolo, ha effettuato il sopralluogo nel cantiere assieme ai tecnici e al presidente del Consorzio di Bonifica Ambrogio Guiso.

«Il mio impegno – ha spiegato la commissaria – è che ci rivedremo ai primi di giugno e vediamo se il cantiere è già attivo. Questo di oggi comunque è il risultato anche di un nuovo approccio di portare avanti i lavori. Con il nostro ufficio tecnico, che ha seguito passo passo gli sviluppi della progettazione, abbiamo capito che c’era convergenza e che c’era reale possibilità di arrivare a un risultato. Abbiamo chiuso l’iter di recupero dei finanziamenti, e presto saranno trasferite alla Regione Sardegna tutte le somme in modo da poter realizzare e chiudere subito i lavori. Assicuro per Orgosolo, che è un paese che ha tanto sofferto proprio per questa lunga faccenda che ci sarà il massimo impegno da parte nostra e che vigileremo affinché si arrivi al risultato». 

I lavori per il completamento della diga, che andrà a servire 2800 ettari di terreni agricoli ricadenti nel territorio dei Comuni di Orgosolo, Oliena, Nuoro, Orune, Lula e Dorgali diventano, anche alla luce dei cambiamenti climatici, di fondamentale importanza per immagazzinare risorsa idrica a garanzia dei lunghi periodi di siccità che sempre più spesso interessano il bacino del Mediterraneo.  Ma sono importantissimi anche e soprattutto per Orgosolo: «È un’opera che ci portiamo dietro da anni, – ha spiegato il primo cittadino Mereu – fin dal 1991, quando ero vicesindaco, iniziarono i lavori e poi le varie vicissitudini hanno portato a una situazione di stallo. Sicuramente avremo una ricaduta immediata, sia per Orgosolo, che per il territorio che verrà irrigato».

Il Consorzio fin dagli anni ’70 ha creduto fermamente nella realizzazione di quest’opera. Verso la fine degli anni ’80 ha inoltre predisposto due diversi ed importanti progetti, il primo volto alla realizzazione della diga, il secondo finalizzato alla realizzazione della rete di distribuzione, a fini irrigui, delle acque dell’invaso.

Solo il primo progetto, quello relativo allo sbarramento, ottenne allora i necessari finanziamenti (da parte della disciolta CASMEZ) e venne, pertanto, appaltato dal Consorzio nel 1987.

La cronistoria. I lavori di costruzione della diga (avviati nel 1989) hanno avuto, come noto, un andamento molto travagliato, caratterizzato da problematiche di vario genere che ha visto succedersi, in cantiere, in oltre 30 anni, ben tre differenti imprese: nel 1989, l’Impresa Ferrocemento Costruzioni e Lavori Pubblici S.p.A.; nel 2003, l’ Impresa l.R.A. Costruzioni Generali S.r.l. e, infine, nel 2006, R.T.I. ITINERA S.p.A., CONS. COOP.. Nessuna di queste, però, è mai riuscita a portare a termine i lavori, fatto questo che ha costretto il Consorzio a risolvere con ciascuna di esse, i relativi contratti di appalto.

Ad oggi i lavori complessivamente eseguiti (in particolare nel corso dell’ultimo appalto) sono il 31 per cento. Hanno riguardato la viabilità di cantiere, l’avandiga, la profilatura delle scarpate dell’invaso, gli scavi di fondazione e, infine, la realizzazione di una piccola parte di conci in calcestruzzo costituenti il corpo della diga.

I lavori della diga furono interrotti definitivamente a seguito del disastroso evento alluvionale verificatosi, nella Sardegna centro-orientale, nel novembre 2013 (il cosiddetto ‘ciclone Cleopatra’) che distrusse, tra l’altro, il relativo cantiere.

Per portare a compimento l’opera, il Consorzio di bonifica della Sardegna Centrale ha dapprima redatto, con la propria struttura, un nuovo progetto di fattibilità tecnico economica del quale ha poi appaltato la progettazione definitiva ad una società di Ingegneria specializzata.

Il progetto definitivo, redatto in pieno periodo di emergenza sanitaria da COVID, è stato recentemente revisionato ed aggiornato per tener conto dell’incremento dei prezzi dei materiali da costruzione verificatosi negli ultimi mesi e comporta, nella stesura finale, una spesa complessiva di circa 91,5 milioni di euro.

Dettagli tecnici. Saranno necessari 290 mila metri cubi di calcestruzzo. L’invaso conterrà risorsa idrica per 10 milioni di metri cubi d’acqua, che sarà destinata alla rete irrigua, una piccola parte ad utilizzo industriale e per la produzione di energia elettrica. Rispetto al progetto originario, sono state aggiunte una serie di opere che renderanno più semplice la manutenzione della diga. Lo sbarramento avrà un’altezza di 70 metri, e c’è in itinere lo sviluppo di un progetto per la rete irrigua e la ricerca dei finanziamenti per la costruzione delle infrastrutture funzionali alla diga.

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