Domani il World Pizza Day, Alghero la città italiana dove sono state consegnate più pizze a domicilio
I sardi spendono oltre 300milioni di euro per l’alimento italiano più amato nel mondo. Rau (Confartigianato Sardegna): «La crisi non sta fermando la voglia di gusto, originalità e tradizione ma le imprese soffrono il rincaro delle materie prime, dell’energia e del costo dei trasporti».
Domani, 17 gennaio, in tutto il Mondo si festeggia il World Pizza Day, la festa mondiale della pizza. La giornata è stata istituita nel 2017, quando questa ha ricevuto il titolo ufficiale del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal Comitato UNESCO per la Protezione Culturale Immateriale. Fin dall’antichità, i pezzi di focaccia, condita con i salatini, servivano come un pasto semplice e gustoso per chi non poteva permettersi i piatti, o che era in viaggio.
«La pizza ormai è entrata a far parte della cultura gastronomica globale e oggi, sempre più, questo alimento racconta cultura e tradizione italiana in tutto il Mondo – afferma Marco Rau (nella foto), Delegato di Confartigianato Sardegna per l’alimentare – quello del maestro dell’arte bianca è un lavoro che richiede consapevolezza, coscienza e studio: il pizzaiolo di oggi è molto più veloce a capire il mondo, e fa molta ricerca sulle materie prime, per offrire un prodotto gustoso e contemporaneamente anche più sano».
Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, nel 2022 in Sardegna le pizzerie artigiane sono ben 1.519 (con oltre 3.500 addetti): nella vecchia provincia di Cagliari sono 786, nel Nord Sardegna sono 465, a Nuoro 786 e a Oristano 75.
I sardi, nel 2021, hanno speso circa 300milioni di euro per mangiare pizze, circa 410euro per ogni nucleo familiare. La professione del pizzaiolo, anche nel 2022, si è riconfermata tra le più ricercate dal mercato e non ha risentito particolarmente la crisi del 2020, grazie alle modalità di asporto e consegna a domicilio. In Italia, ogni anno, vengono sfornati tre miliardi di pizze, per un giro d’affari di 15miliardi di euro, con le cifre sono in perenne crescita.
Nel periodo prepandemia, a livello italiano, il settore contava 150mila addetti, per un giro d’affari di 15 miliardi di euro in Italia e di almeno oltre 60 nel mondo. All’estero, secondo gli ultimi dati disponibili, i ristoranti e le pizzerie gestite da italiani sono 72mila e incassano oltre 27 miliardi di euro l’anno.
Ma anche questo settore sta subendo i rincari delle materie prime, dell’energia e del costo dei trasporti. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha rielaborato il risultato di una indagine UnionCamere, gli ultimi dati dicono che la farina è aumentata del 33,8% tra ottobre-novembre 2021 e ottobre-novembre di quest’anno, l’olio EVO è cresciuto del 29%, quello d’oliva del 43,6%, quello di semi vari 16,6%ì e il burro del 23,5%
«Nonostante tutto questo, l’aumento del costo medio anche delle pizze artigianali è stato solo del 7% – prosegue Rau – i clienti sanno bene che da almeno 5-6 anni i prezzi dei nostri pizzaioli sono, praticamente, invariati e che le imprese si sono autotassate e hanno fatto sacrifici in questo lunghissimo periodo».
L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, ha anche rielaborato i dati di una nota piattaforma di consegna ordini a domicilio, nel corso del 2021 gli ordini di pizza sono cresciuti del 70% rispetto al 2020. Tra i gusti preferiti, la classica margherita si conferma la regina delle pizze. Amata per l’essenzialità degli ingredienti, la tradizione e la semplicità nel gustarla, la classica pomodoro e mozzarella è in testa alle preferenze degli italiani. Seguono la diavola e la capricciosa, rispettivamente al secondo e terzo posto. In quarta posizione la marinara, mentre la margherita con mozzarella di bufala si colloca quinta. Poi alcuni grandi classici come la Napoli, la wurstel e patatine, tanto amata soprattutto dai più piccoli, e la 4 formaggi. Chiudono classifica la salsiccia e l’ortolana.
A livello nazionale, è stata Alghero la città italiana dove sono state consegnate più pizze a domicilio. Al secondo posto Fossano (CN) e Città di Castello (PG).
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