Domenica su Rai Tre la 3^ puntata del documentario sulla Sardegna Rastros e Visus
Protagonista di questo terzo appuntamento il Logudoro.
Dopo lo straordinario riscontro da parte del pubblico nelle prime due puntate andate in onda rispettivamente il 2 il 9 luglio scorsi, domenica 16 alle ore 9.30 su Rai Tre, e sul canale 822, prosegue il viaggio del documentario sulla Sardegna Rastros e Visus (Segni e Sogni).
La regione del Logudoro è la protagonista della terza puntata, con incursioni in quelle subregioni che appartenevano nel basso Medioevo all’ampio giudicato di Arborea. La necropoli di Sant’Andrea Priu, con i suoi affreschi, che tra le altre emergenze archeologiche e artistiche, raccontano epoche storiche diverse sospese fra il periodo precedente alla caduta dell’impero Romano d’occidente, fino all’epoca giudicale, raro momento in cui l’isola può di fatto rivendicare una sua indipendenza da poteri esterni.
La più grande cattedrale romanica della Sardegna, San Gavino di Porto Torres, con il suo impianto bia-bsidato che richiama i Westwerk di epoca carolingia, fino ad arrivare ai racconti di Meana Sardo (nella Barbagia di Belvì), dove Rosamaria Casula ci racconta Sa Pausadolgia, e di come un tempo nella tradizione “i vecchi” venivano condotto verso la vita ultraterrena, e come questa tradizione si interruppe. Paola Pisano ayaya (orginaria di Nurri) si ricorda e ci ricorda come le Janas abitanti delle Domus, sono sempre “convissute” nella tradizione popolare sarda.
Forte e suggestivo il racconto della peste dove una ritrovata Lia Careddu, ci apre magistralmente scenari a cui neanche l’isola fu immune. Racconti d’arte alta e popolare come quello dei motivi decorativi di Nule (uno dei tre paesi sardi che tesse su telaio verticale): è qui che Eugenia Pinna (nella foto di copertina) ci racconta “facendo” e ricrea il filo della storia che ha prodotto tanta bellezza in questa arte o artigianato un tempo molto vitale per l’isola.
Il collegamento letterario con i “nipotini” di Grazia Deledda e con Paola Soriga, mentre l’apertura della puntata è affidata ad un signorino Buona Sera, Juri Piroddi, che ci introdurrà alle meraviglie di questa puntata nella variante di lingua sarda di Lanusei.
La traduzione dall’italiano alla lingua sarda (variante campidanese) è stata curata da Antonella Puddu.
Rastros e Visus, è un programma in itinere, uno sguardo che riporta le fonti non sempre ufficiali, ma anche quelle appartenenti alla comunità, sospesa fra mito ed epica, senza voler confutare teorie, ma che racconta quello che a volte sfugge agli sguardi fugaci o ufficiali. Un programma che si ispira idealmente al percorso “illustrato”, qualche decennio fa, da Marcello Serra nella sua summae sull’isola “Sardegna, quasi un continente”. Una trasposizione in immagini di segni (Rastros), sogni (Visus), testimonianze fra miti e leggende, epicità e fonti storiche e d’archivio, nuove acquisizioni. “La Sardegna assomiglia solo a se stessa”, è quello che ha realizzato il regista Antonello Murgia con il suo sguardo attento e poetico, orchestrando di fatto (anche con le sue musiche originali pensate per questo documentario) e “miscelando” elementi unici che fanno della nostra terra una unicità nel campo di molte arti e non solo.
Rastros e Visus è un documentario di Antonello Murgia (regista e autore delle musiche originali) e Fabio Marceddu (autore e divulg-attore), prodotto da Il Teatro dallarmadio per Rai Sardegna con il sostegno della Sardegna Film Commission.
Per chi non le avesse viste, sono disponibili SU RAIPLAY le prime due puntatate agli indirizzi:
1 puntata https://www.raiplay.it/…/RASTROS-E-VISUS-Pt01-ad388758… 2 puntata https://www.raiplay.it/…/RASTROS-E-VISUS-Pt02-ef42bb8e…
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