• 23 Novembre 2024
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Faita Sardegna: una notte in nave costa quanto una settimana in campeggio

Campeggio
Per l’Associazione campeggi, sul caro traghetti «la politica non può stare indifferente ma deve intervenire per calmierare i prezzi».

Nonostante nell’isola sia partita positivamente la stagione 2022 del turismo all’aria aperta, quella del rilancio dopo il crollo registrato nel 2020 e la mezza stagione del 2021, a preoccupare gli operatori del settore è il caro traghetti. È quanto emerge dal report di Faita Sardegna, l’associazione dei campeggi, che a Pasqua ha avviato ufficialmente la nuova stagione con le prime aperture delle strutture.

L’obiettivo è raggiungere i numeri del 2019 quando nei campeggi sardi arrivarono 2.5 milioni di turisti dei 15,8 milioni giunti in tutta la Sardegna, e una permanenza media di 5,2 giorni rispetto alla media sarda di 4,45 giorni.

Secondo le elaborazioni Faita Sardegna sui dati dell’Osservatorio Sardegna turismo, il 2020 è stato un disastro per tutto il turismo isolano crollato del 56,5%, passando da 15,8 milioni del 2019 a 6,88 milioni del 2020. A mancare sono stati soprattutto gli stranieri (-78,2%), con soli 1,77 milioni nel 2020 anziché 8,1 milioni del 2019, che rappresentano una fetta fondamentale del turismo open air.

Due anni fa i turisti che hanno scelto i campeggi sono stati 1,33 milioni, il 45,7% rispetto all’anno prima. Rispetto al totale delle presenze turistiche in Sardegna, quella nei campeggi nel 2019 era del 16,6% per passare nel 2020, al 19,5.

«Con le prenotazioni ci stiamo avvicinando ai dati del 2019 – afferma il presidente di Faita Sardegna Nicola Napolitano –, nei campeggi già aperti ci sono finalmente i turisti stranieri. Le nostre strutture ben si adattano anche alla maggiore attenzione dei turisti dopo il Covid ad ampi spazi ed al contatto con il territorio».

L’incognita ed il freno è però rappresentato dal caro traghetti. «C’è voglia di Sardegna e ampi spazi ma ci si scontra con prezzi dei trasporti assurdi – denuncia Napolitano –. I nostri clienti viaggiano soprattutto in nave dove devono affrontare prezzi improponibili. Addirittura una notte in nave costa quanto una settimana nelle nostre strutture in piena stagione. Questo penalizza pesantemente il turismo, soprattutto in un momento di grave crisi economica. La politica non può stare indifferente ma deve intervenire per calmierare i prezzi».

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