Famiglia e tempo libero, la blogger “ozierese” Paola Carta: «La Sardegna impari dal Trentino»
Paola Carta, 40 anni, veneta trapiantata in Sardegna, da oltre 20 anni vive a Ozieri, da circa due invece dirige il blog mammainsardegna.com, dove condivide i suoi interessi per i viaggi, lo sport e la natura in tutte le sue sfaccettature e forme. Un’attività dunque ideata non solo per trasmettere queste passioni alle sue due bimbe, sempre pronte ad accompagnarla insieme al marito Antonio alla scoperta della Sardegna, ma anche per suggerire e raccontare ai suoi lettori, le escursioni, i luoghi e le strutture family-friendly della nostra Isola. Seguitissima anche oltre Tirreno, Paola ha voluto condividere con noi alcune sue esperienze legate alla sua attività di blogger e alle differenze tra la Sardegna e il Trentino in termini di strutture ricettive per le famiglie.
«Da cinque anni a questa parte trascorro con la mia famiglia le vacanze estive in Trentino, ed ogni anno al termine delle stesse, iniziamo ad organizzarci per tornarci il prima possibile. Le persone a noi più vicine, ma anche molti miei lettori, mi chiedono come mai scegliamo una meta così lontana, quando in Sardegna abbiamo a disposizione il mare più bello al mondo e non solo.
Certo, la nostra Isola è bellissima ed è proprio per questo che durante il resto dell’anno mi dedico con le mie piccole esploratrici alla scoperta del suo territorio, ricco di storia, arte e cultura. Credo tra l’altro che essa sia la regione italiana con più potenzialità turistiche inespresse.
Ma allora perché nel periodo estivo, quando tutti sognano una vacanza in Sardegna, noi preferiamo il Trentino? La risposta è semplice: per i servizi alle famiglie con i bambini.
In Trentino tutto ruota attorno ai bambini. Ogni cosa è pensata appositamente per rendere la vacanza dei più piccoli, e di mamma e papà, un momento di divertimento, relax e di continue scoperte.
Proprio in questa regione i family hotel e le strutture ricettive più attrezzate per i bambini hanno creato dei “club di prodotto” che garantiscono una vacanza con servizi efficienti e personalizzati per le famiglie, sia all’esterno che all’interno degli stessi esercizi, con spazi e aree gioco attrezzati, intrattenimento e attività con animatori o esperti istruttori e ristorazione per i più piccoli. Ogni comune del Trentino sembra pensato proprio per il divertimento in sicurezza dei bambini e per la serenità dei genitori. Tutte le attività sono studiate ad hoc per vivere al massimo la vacanza con i propri figli. Le strutture e gli uffici turistici, anche con l’aiuto di tante app, sono molto attenti, ad esempio, nel consigliare gli itinerari più adatti per le passeggiate con i piccoli, gli itinerari di trekking con il passeggino, o nel proporre sentieri tematici o parchi gioco attrezzati e con tutti i servizi.
Nulla è lasciato al caso in Trentino, non esiste il pressapochismo, a maggior ragione se parliamo della sicurezza e della serenità dei bambini. Tutto questo è reso possibile grazie alle importanti azioni a sostegno delle famiglie trentine, e degli ospiti, attivate dalla Provincia autonoma di Trento, qualificando così il Trentino come territorio “Amico della Famiglia”.
La Provincia ritiene fondamentale infatti porre al centro delle proprie politiche la famiglia, identificandosi sempre più come territorio accogliente e attrattivo per le famiglie e per i soggetti che interagiscono con esse e capace di offrire servizi e opportunità rispondenti alle aspettative delle famiglie residenti e non. Operando in una logica di Distretto famiglia, all’interno del quale attori diversi per ambiti di attività perseguono l’obiettivo comune di accrescere sul territorio il benessere familiare.
E in Sardegna? Purtroppo io non ho ancora trovato nulla di simile, a cominciare dalla realtà del mio comune di residenza: Ozieri. Una cittadina di circa 10.000 abitanti in cui non è presente un solo parco giochi dove sia possibile far divertire i nostri figli e consentire loro di svolgere attività motoria in piena liberta e sicurezza.
Perché in Trentino è invece tutto diverso e possibile? Semplice: per la diversa mentalità comune e politica. Innanzitutto nel fare, nel fare insieme. In Trentino la comunità si cura di sé stessa, e intende l’accoglienza come pratica quotidiana, che rientra nella normalità e non nell’eccezionalità, come stile di vita.
Anche qui in Sardegna bisognerebbe promuovere una cultura dell’accoglienza come si fa in Trentino, in modo tale che possa incidere realmente sul costume dei suoi abitanti. Questa cultura però non si improvvisa, si costruisce poco per volta, quotidianamente. Occorre dunque riscoprire un nuovo modo di essere e di vivere con gli altri… con chiunque altro».