«Fede, coraggio e polvere»: il docu-film di Salvatore Taras sull’Ardia di San Costantino a Pozzomaggiore
POZZOMAGGIORE. La passione, le emozioni di un’ardia la cui eleganza si antepone alla “balentia”, raccontate per immagini in un documentario che già si preannuncia una pietra miliare nella narrazione storica di questo evento tanto amato nel Meilogu e non solo. “Fede, coraggio e polvere”, il docu-film del giornalista Salvatore Taras sull’Ardia di San Costantino a Pozzomaggiore sarà presentato in anteprima assoluta martedì 1 settembre alle 21 nel cortile del Museo del Cavallo, in una data fortemente simbolica per il paese. L’ingresso è libero.
L’opera è la sintesi di un lavoro imponente durato diversi anni. Una produzione firmata Istituto Camillo Bellieni e realizzata in sinergia con l’Amministrazione comunale guidata da Mariano Soro che, in un anno in cui l’emergenza Covid ha segnato la cancellazione di sagre e manifestazioni (per l’Ardia non era mai accaduto), ha voluto sorprendere la comunità con un omaggio celebrativo proprio nel giorno di Santu Antineddu (San Costantino piccolo), evento preludio alla più solenne ardia del 6 e 7 luglio.
Dalla descrizione degli ex voto ai primi articoli di giornale che evidenziano la consacrazione della chiesa nel 1923, quale promessa fatta dai reduci della Grande Guerra, nel video fanno da contraltare le immagini spettacolari della corsa, tra effetti di timelapse e hyperlapse accostati alla narrazione spontanea dei protagonisti, all’analisi di studiosi e l’opinione di esperti. Voce narrante è quella dell’attore teatrale Emanuele Floris.
L’iniziativa, nata da un’intuizione di Lucia Sechi, responsabile dello sportello linguistico Is.Be e profonda conoscitrice del territorio, vede tra i protagonisti lo stesso primo cittadino Mariano Soro e la vicesindaca Lisa Mannu, che hanno collaborato attivamente durante le riprese. Un ruolo chiave lo trovano il presidente del comitato, Foricu Fara, diversi giovani cavalieri tra i quali “su Caddu de punta 2016” Gian Comita Nurra, e un veterano di lunga data come Mario Marchesi.
La tradizione si intreccia ai momenti clou dell’attesa, la vestizione delle giubbe rosse, gli attimi di tensione prima e dopo la partenza tra due ali di folla, e infine la grandiosa carica di cavalleria intorno al monumento religioso. Al centro di tutto, una profonda passione per il cavallo.
Gli approfondimenti storici sono affidati agli intellettuali Michele Pinna, filosofo e direttore scientifico dell’Istituto Bellieni, al sacerdote e studioso Tonino Cabizzosu, al giornalista Tonino Oppes e al docente universitario Attilio Mastino, già rettore dell’Ateneo sassarese.
«Non era facile realizzare qualcosa di originale sull’ardia di Pozzomaggiore – ha spiegato l’autore –. Tanto si è già detto, scritto e filmato su questa manifestazione che attrae ogni anno migliaia di fedeli. Mancava però un lavoro organico completo, ed è in questa direzione che abbiamo cercato di orientare la costruzione dell’opera mettendo insieme i tanti tasselli di un puzzle complesso e affascinante».
Tra gli altri hanno collaborato Raimondo Calaresu, Matteo Sanna, Francesco Piras e Maria Doloretta Lai. Non è trascurata la delicata preparazione degli animali, grazie al coinvolgimento dell’istruttore Antonello Pinna, e l’intervento di ferratura (a freddo e a caldo) ad opera degli abili maniscalchi Nicola e Paolo Calaresu. Altro momento di curiosità, che si evince nel racconto della prima amazone, Marietta Sanna, è l’ingresso negli anni Settanta delle prime cavallerizze in un mondo fino ad allora esclusivamente maschile.
L’intervista a Benedetto Mette approfondisce le figure dei fucilieri, i cui spari rappresentano un vero e proprio linguaggio nella gestione dell’Ardia, mentre Gianni Nuvoli e Piergiorgio Masia introducono alle note del coro polifonico e del cuncordu, i cui registri armonici infondono ulteriore solennità alle lodi dedicate al santo-guerriero. La proiezione è programmata nel rispetto della normativa di contenimento dell’emergenza sanitaria.