Graziella Cherubini Lamperti lascia Nuoro e saluta la comunità di fede bahá’í
NUORO | 13 agosto 2024. Leo Lamperti, scomparso un anno fa e stimato referente bahá’í per la comunità di fedeli di Nuoro e del Centro-Nord Sardegna, aveva servito con estrema generosità una fede costruttrice di fratellanza e benessere, nell’universale significato della pace che alimenta “la sicurezza dell’umanità con una visione unificante”.
Ora, anche la moglie Graziella Cherubini Lamperti, dopo quasi tre decenni di “missione” in Sardegna, ha deciso di trasferirsi e raggiungere i figli residenti a Roma, dove si dedicherà attivamente per le comunità bahá’í d’Italia e per l’Assemblea Spirituale Nazionale.
Graziella ha salutato i fedeli e i numerosi amici, dell’ospitale e ricettiva Nuoro, nella cornice dell’artistica e suggestiva corte centrale di Casa Manconi, abitazione del XVIII secolo nello storico rione di Santu Predu.
Un incontro con ricche trame di riflessioni, memorie e aneddoti, vissuti in un intenso percorso di conoscenze e condivisioni; maturate nella ricerca e nell’attraversamento di “ponti” che affratellano ed hanno creato legami per un patrimonio di valori profondi ed indelebili.
Graziella, con un luminoso sorriso e visibile emozione, ha considerato che “non è facile lasciare Nuoro”. E riconosciuto di aver ricevuto dalla Sardegna il “dono di una lunga sosta e serenità”, dove “il mare protegge dai venti avversi ed invita a non sottovalutare mai il potere di questa Terra”.
E da partecipe “sarda” ha voluto evidenziare in versi il suo amore per una Sardegna dolorosamente incenerita: (…) Mi vuoi vestita a lutto/ per pianger la tua miseria/ ma io obbedisco a leggi/ e genererò un nuovo frutto.//…Non verserò una lacrima/ finché pianto innocente/ non sgorgherà da pura sorgente.// (…).
La fede bahá’í iniziò a diffondersi in Sardegna, a partire dall’ottobre 1953, con l’opera missionaria e pionieristica dell’italo-americana Marie Ciocca Homlud che portò alla costituzione della prima comunità bahá’í sarda. Nel 1966 con un Decreto Presidenziale si riconobbe come ente morale l’Assemblea Spirituale Nazionale dei bahá’í, mentre il successivo Decreto Presidenziale del 7 agosto 2019 la legittima come confessione religiosa. In Italia è attiva una fitta rete di sedi con gruppi, esempi di integrità nelle loro vite individuali e collettive, con un costante impegno e “scopo di contribuire al progresso della società” e al vitale “rafforzamento della vita familiare”.
La fede bahá’í, rivelata e fondata da Bahá‘u’lláh nella seconda metà dell’Ottocento, è attualmente presente nei cinque continenti ed in oltre centomila località. Il messaggio, attingendo alla fonte dell’amore divino custodito da tutte le religioni, lo sviluppa ed indirizza verso le alte mete dell’unità; promuove e propone “una nuova visione di armonia fra le fedi e fra i popoli”. Indica nell’unità collaborativa del genere umano il principio che potrà guidare l’umanità verso un futuro molto migliore. La fede bahá’í, dunque, alimenta un messaggio di amore, di unità e di speranza dal carattere universale.
Cristoforo Puddu
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