Import/export e manodopera agricola, il Distretto Rurale Barbagia firma accordo con il kirghizistan
L’obiettivo del protocollo d’intesa è quello di attivare uno scambio commerciale e creare un canale legale per il reperimento di manodopera Kirghisa da impiegare nelle campagne della Barbagia e negli altri territori sardi.
Guarda all’est asiatico il Distretto Rurale Barbagia. Dopo la cooperazione internazionale con il Libano, e nello specifico con le cooperative agricole di due regioni storiche libanesi, con il progetto Mitra che mira a una crescita delle due realtà rurali, lo scorso 6 ottobre ha firmato a Biskek, capitale del Kirghizistan, un protocollo di intesa con la Camera di Commercio Kirghisa.
Tema dell’accordo internazionale l’attivazione di un canale diretto di import ed export, anche in campo turistico, e la creazione di un canale legale e assiduo per il reperimento di manodopera Kirghisa per le campagne della Barbagia e degli altri territori dell’Isola, al fine di sopperire alla cronica ed insostenibile mancanza di operai agricoli.
«L’accordo è stato possibile grazie all’iniziativa dell’Ambasciata Kirghisa in Italia – spiega Efisio Arbau, presidente del Distretto Rurale Barbagia – in particolare su proposta del Console Sultan Barakanov e su organizzazione del presidente delle associazioni sarde che curano direttamente i rapporti con i Kirghisi, l’imprenditore della ristorazione e del turismo Luigi Dedoni presidente di Comunità Imprese».
Il Kirghizistan è uno Stato dell’Asia centrale di circa sei milioni di abitanti, senza sbocco sul mare, confinante con la Cina ed altre tre repubbliche ex sovietiche: Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan. Ha una economia prettamente rurale ed ha avviato in questi anni una seria riorganizzazione fondata sulla operatività di diverse agenzie che promuovo lo sviluppo locale. Tra queste, la più importante e storica, la Camera di Commercio del Kirghizistan.
«Per il Distretto Rurale della Barbagia si pongono le basi per la creazione di un canale diretto con le corrispondenti autorità deputate al commercio, al turismo, agli investimenti ed all’occupazione in Kirghizistan – continua Arbau –. In particolare con l’idea di favorire il commercio delle nostre produzioni locali sul versante asiatico, posta la posizione geografica ed i rapporti stretti con gli Stati confinanti, e da subito attivare un canale per garantire manodopera all’asfittico mercato del lavoro in campo agricolo della Barbagia e della Sardegna. Attualmente nelle aziende zootecniche sarde lavorano più settantenni che trentenni e che, finita l’epoca degli operai rumeni, questo canale Kirghiso può dare una opportunità agli imprenditori agricoltori barbaricini».
«Una opportunità che arricchirà socialmente e culturalmente le due comunità – commenta invece Luigi Dedoni –. Si tratta di aprire le porte anche a canali commerciali, a una terra lontana ma che, proprio dal punto di vista economico, ha numerose analogie con la nostra isola».
In Kirghizistan si allevano oltre cinque milioni di pecore, e centinaia di migliaia di bovini, capre, asini e cavalli; allevamento equino che li vede, tra l’altro, tra i più rinomati cavalieri asiatici. Pensiero condiviso anche dal Presidente della Camera di Commercio e Industria della Repubblica del Kirghizistan M. Sharshekeyev per il quale «la firma di questo documento con il Distretto Rurale Barbagia rappresenta l’apertura di una porta che permetterà una maggiore sicurezza per la circolazione della manodopera e per i rapporti commerciali».
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