• 24 Novembre 2024
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L’importanza della prevenzione: una colonscopia può scongiurare chirurgia e chemio

Corso medici Sassari
Il tema è stato affrontato durante il corso di aggiornamento organizzato dall’Ordine dei Medici di Sassari.

SASSARI | 7 maggio 2024. Una completa sinergia tra endoscopia digestiva e chirurgia deve rappresentare il futuro della medicina per garantire un’assistenza sanitaria meno invasiva, una riduzione della mortalità e dei costi sanitari. È quanto emerso durante la giornata di aggiornamento organizzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari con il corso dal titolo “L’endoscopia digestiva operativa: stato dell’arte e prospettive future”. L’evento si è svolto nel fine settimana all’Hotel Grazia Deledda, sotto la guida dei responsabili scientifici Giovanni Rizzo e Davide Turilli.

I lavori sono stati introdotti da Alberto Porcu che ha evidenziato come il confronto tra specialisti dell’endoscopia e chirurghi può risolvere i problemi dei pazienti in modo sempre meno invasivo, risolvendo molte patologie e riducendo le complicanze post-operatorie. Particolare attenzione in questo ambito è stata posta sull’importanza dello screening, con riferimento alla colonscopia. Esame questo che consente di individuare i polipi, precursori dei tumori, e di intervenire precocemente, in fase iniziale, direttamente in ambulatorio. Tale approccio permette di ridurre progressivamente, fino ad eliminare, la necessità di interventi chirurgici, chemioterapie e, di conseguenza, i decessi.

Controllo visivo

Le prime due relazioni, particolarmente tecniche, sono state illustrate da Giorgio Giovanni Norcia e Pietro Sanna, il primo ha parlato di “Endoscopia Resettiva”, il secondo di “Tumori del retto”. Poi è stata la volta di Fabrizio Scognamillo che, nel rimarcare come per un chirurgo sia fondamentale preservare la funzionalità colon-rettale, ha ricordato come la prevenzione, a questo proposito, svolga una funzione di primaria importanza, perché non si dovrebbe arrivare ad essere costretti, da uno stadio avanzato della malattia, all’asportazione totale o parziale del retto.

La prevenzione, in questo senso, gioca un ruolo fondamentale, poiché permette di evitare interventi radicali come l’asportazione totale o parziale del retto, resi necessari da stadi avanzati della malattia.”

Dalla tavola rotonda, presieduta da Marco Puledda, alla quale hanno partecipato Claudio FeoGianni SannaFabrizio Sanna e Giulia Farina, è emerso con estrema chiarezza che è impossibile prescindere dal lavoro di un team multidisciplinare per analizzare caso per caso sia per la scelta del tipo di interventistica che nella riduzione delle recidive.

Puledda ha evidenziato un dato preoccupante, ossia di come si stia abbassando la fascia di età in cui si riscontrano tumori nell’apparato intestinale, colpendo anche molti giovani. La notizia incoraggiante è invece data dal fatto che in futuro i tumori non ancora infiltrati, potranno, in uno stadio iniziale, essere trattati con la biologia molecolare, in alternativa all’intervento chirurgico. La ricerca è orientata verso questa direzione e i primi risultati lasciano ben sperare.

Nella seconda sessione, moderata da Antonio Mario Scanu e Francesco Pintus, si sono susseguiti gli interventi di Giovanni RizzoSalvatore Fiori, Rita Pinna e Sebastiano Sogos.

Dalle conclusioni del corso di aggiornamento è stato evidenziato come la Sardegna, insieme al resto del Sud dell’Italia, sia molto indietro nell’organizzare screening di massa, ma addirittura nel consentire alla popolazione esami diagnostici in tempi utili. In Europa le nazioni più virtuose nello screening, come quello effettuato con la colonscopia, sono: la Germania, il Belgio e la Svezia. Inizialmente in questi paesi si è avuto un fisiologico aumento dei casi di tumore, ma in seguito intercettando i polipi in fase iniziale, sono stati ridotti gli interventi chirurgici, è diminuita la mortalità, e, nel medio periodo, anche la spesa sanitaria si è sensibilmente ridimensionata.

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