In libreria il nuovo numero dei Quaderni ozieresi: “Tra piede e terra – Sos caltzerajos de Otieri”
OZIERI. La collana “Quaderni ozieresi”, curata dallo studioso Titino Bacciu, si arricchisce di un nuovo numero, il 9, disponibile nelle edicole e nelle librerie di Ozieri, già da questa settimana.
Quest’ultimo volume è firmato dall’ozierese Roberto Canu, che ha già debuttato nella scrittura con due suoi libri autoprodotti: “Rimando spesso – Raccolta di versi bilingui (sardo-italiano)” e “Morte nella Perla – Un fatto di sangue nella Ozieri del 1930 – Romanzocronaca in versi” – e che ha voluto scegliere, per questo Quaderno, il titolo: “Tra piede e terra – Sos caltzerajos de Otieri”.
L’autore ebbe modo da bambino, grazie ad un’innata propensione alla manualità, di vivere un’esperienza che egli stesso definisce di «apprendistato visivo», quando, approfittando della richiesta di un paio di scarponi su misura, fatta dal nonno materno al calzolaio Mastru Cicitu ’e Bellu, prese a frequentare la bottega di quest’ultimo, saziando la sua curiosità con la scusa di seguire le fasi di creazione delle calzature commissionate ed osservando, così, molti trucchi del mestiere.
La memoria di quell’esperienza è sfociata in questo Quaderno, dove vengono descritte le peculiarità e il bagaglio di un’arte, quella della calzoleria, molto diffusa fino a qualche tempo fa ma che purtroppo sta scomparendo. Roberto Canu approfondisce nello specifico la storia ozierese, in questo affascinante viaggio gli fa da guida proprio Mastru Cicitu, l’ultimo dei calzolai di Ozieri, avanti con gli anni ma ancora attivamente in servizio.
Con minuziosità l’autore si addentra, tra l’italiano e il sardo, nel mondo della calzoleria e riporta sia i nomi di tanti grandi vecchi artigiani ozieresi – come, tra gli altri, gli esponenti delle famiglie: Loddoni, Canalis, Manunta, Deledda ecc. – sia il luogo ed il rione dove essi esercitavano, distinguendoli fra coloro che avevano una bottega “ufficialmente riconosciuta” e coloro che invece, unitamente ad altre attività, praticavano tale Arte nella propria dimora.
Il Quaderno è corredato anche di immagini, tra cui alcuni preziosi scatti di Emiliano Pane – ozierese e titolare dello studio fotografico “NuVu Studio” di Olbia – che ritraggono molti degli attrezzi da lavoro, i cui nomi sono riportati in sardo e in italiano.
Come sempre, la parte grafica è stata ottimamente curata da Antonello Sabattino, direttore della testata giornalistica “Logudorolive”, mentre la stampa è stata eseguita dalla tipografia “Ramagraf” di Sergio Nuvoli.
Nella foto: il Maestro calzolaio Francesco Bellu, noto meglio come Mastru Cicitu ‘e Bellu