La Regione aumenta i fondi a favore delle Università della Terza Età della Sardegna
Stanziati dalla Regione 500 mila euro, con un incremento di 200 mila euro rispetto allo scorso anno, per le 37 Università della Terza Età della Sardegna. I fondi saranno ripartiti tra quelle che hanno svolto corsi in misura non inferiore al 60% dell’attività complessiva e che si impegnino a dedicare una parte di tale attività alla realtà culturale, storica, sociale ed economica della Sardegna per l’anno accademico 2020-2021. Il numero degli iscritti di ogni Università della Terza Età, ai fini dell’applicazione dei criteri di riparto dei fondi stanziati, viene determinato dai soli adulti con una età superiore o uguale a 65 anni, considerato che tale limite di età è coerente con il criterio di calcolo dell’indice di anzianità e che le sedi staccate da considerare ai fini del riparto siano quelle con almeno 15 iscritti di età superiore o uguale a 65 anni. Considerate poi le recenti ed oggettive difficoltà incontrate dalle Università della Terza Età nello svolgimento delle attività accademiche in presenza dovute all’emergenza COVID-19, la Giunta estende l’ammissibilità della spesa a quella che emergerà per garantire il funzionamento attraverso attività a distanza, mediante strumenti di videoconferenza e servizi di assistenza all’avvio di tale modalità, compresi i canoni di connettività per videoconferenza, le spese relative agli strumenti di videoconferenza sino alla concorrenza di 500 euro per ciascuna Università, le spese di assistenza tecnica sino a 500 euro per Università, che hanno sino a 200 iscritti di età superiore o uguale ai 65 anni e sino a 700 euro per le altre.
«Soprattutto tra gli over 65 – ha sottolineato l’Assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Biancareddu, – le Università della Terza Età ricoprono un ruolo fondamentale, perché consentono una maggiore integrazione nel tessuto sociale e culturale del loro territorio. Le esperienze di questi anni documentano che le Università della Terza Età non hanno carattere elitario ma sono aperte a tutti e rappresentano un bacino di utenza vasto composito».