• 13 Settembre 2024
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Lingua blu, centinaia di casi e animali morti in Sardegna. «Gravi responsabilità della Regione»

Pecore Lingua Blu
Coldiretti denuncia l’immobilismo degli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità: «Da mesi inascoltati i nostri appelli e ora la situazione nelle aziende è drammatica».

La Lingua blu dilaga in tutta la Sardegna. Sono ormai centinaia i casi conclamati e tanti altri sono in fase di accertamento. «I focolai – lancia l’allarme Coldiretti – sono estesi in tutta la regione e dai pochi casi di qualche settimana fa», a oggi la diffusione della malattia «sta raggiungendo proporzioni devastanti per gli allevamenti che scontano gravi perdite di animali e ingenti danni ai fatturati». 

«Non sono serviti gli appelli che avevamo fatto già a inizio anno alla Regione per attivare tempestivamente un piano in vista di questa estate per la somministrazione dei vaccini e per sostenere gli allevatori per l’acquisto degli antiparassitari. Invece l’immobilismo degli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità, in particolare, hanno portato a una situazione insostenibile per i nostri allevamenti, con gravi responsabilità», sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu e Luca Saba

Secondo un rilevamento Coldiretti Sardegna sul territorio regionale, ormai è tutta l’isola e con tutte le province, a essere interessata dall’espandere della malattia degli ovini con casi in forte aumento, giorno dopo giorno. Tra le situazioni più gravi quelle registrate nel cagliaritano dove la Blu tongue non risparmia né la costa orientale né quella occidentale. Dal Sulcis, dove erano stati registrati i primi focolai, ormai sono colpiti gravemente gli allevamenti di Iglesiente, dell’area di Guspini e di Arbus, per passare alla fascia del Campidano e arrivare sino al Sarrabus-Gerrei. Focolai in forte espansione anche nell’Oristanese colpito in particolare nelle zone da Ghilarza a Cuglieri, da Sedilo a Bonarcado, passando per Paulilatino, San Nicolò Gerrei, Uras e Marrubiu.

Non è indenne nemmeno la provincia di Nuoro con una situazione in forte divenire con molti casi in via di accertamento anche nel Nuorese ma con casi già ampiamente conclamati in Baronia e in Ogliastra. Nel Nord Sardegna resta la Gallura la zona con più focolai che hanno messo in crisi anche il settore bovino da carne per via del blocco alle movimentazioni e anche qui più volte Coldiretti ha chiesto che venisse fornito il vaccino per evitare quello che puntualmente è avvenuto. «Nonostante queste sollecitazioni – evidenzia Coldiretti – ancora tutto è fermo. Ma sono tanti gli allevamenti ovini in grande difficoltà con forti preoccupazioni anche nel Sassarese dove si segnala più di un caso sospetto».

Una situazione «inaccettabile considerati gli appelli e le richieste che avevamo fatto alla Regione quest’anno, a partire da febbraio evidenziando, già allora, come le alte temperature e la siccità ormai imminente stavano facendo crescere la preoccupazione per quanto si prospettava in estate», ricordano ancora presidente e direttore Coldiretti Sardegna. «Invece di avere pronto un piano efficace e un fondo apposito per queste situazioni, visto che da oltre vent’anni si ripete questa piaga, tutto resta irrisolto. Cambiano i colori politici al governo ma nulla cambia: questa situazione è imbarazzante, bisognava consentire agli allevatori, oltre alle vaccinazioni, anche di poter avere gli aiuti per l’acquisto dei repellenti».

«Continuiamo a chiedere un intervento urgente alla Regione e auspichiamo che si attivi un dialogo costante tra gli assessorati di Agricoltura, Sanità e Ambiente affinché possano coordinarsi per risolvere questa situazione drammatica con un sostegno immediato alle imprese e ponendo in campo tutte le azioni che finora non sono state attivate per arginare una epidemia ormai di scala regionale», concludono Cualbu e Saba.

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