• 3 Dicembre 2024
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Lingua blu, il ritorno del caldo preoccupa Coldiretti: «Subito piano con interventi tempestivi»

gregge di pecore
Secondo i dati dell’associazione in 20 anni di malattia persi quasi un milione di pecore e spesi oltre 170 milioni per indennizzi.

Forte preoccupazione per Coldiretti Sardegna per l’impennata delle temperature di questi giorni che potrebbe favorire il ritorno della Lingua blu nell’isola, malattia virale che colpisce i ruminanti come pecore e bovini. Per questo motivo, secondo l’associazione, diventa ora «cruciale un piano d’azione che preveda interventi immediati e tempestivi sia per affrontare una eventuale epidemia che per la dotazione dei vaccini e repellenti utili a prevenire la diffusione della malattia e proteggere la salute degli animali».

Per Battista Cualbu, presidente di Coldiretti Sardegna, «l’esempio di questi oltre 20 anni di ondate di malattie animali ha dimostrato che è molto meglio investire in prevenzione diretta e indiretta che intervenire con soldi pubblici per ristorare i danni. Oltre al problema degli animali morti – spiega il Presidente – pesa di gran lunga per le aziende la condizione di quelli che, seppur sopravvissuti alla malattia, presentano strascichi per il resto della loro vita con molti capi che abortiscono e, altri, ridotti in condizioni precarie. Gli animali improduttivi sono un costo ulteriore per le aziende già colpite in questi anni dai rincari delle materie prime».

«La Regione deve avere una strategia per il futuro e per questo chiediamo che sia programmata immediatamente la campagna 2024», aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba. «Con una task force per le emergenze – spiega – si può già pensare a effettuare gare d’appalto per l’acquisto di vaccini e decidere la migliore strategia da attuare anche dal lato della prevenzione, in collaborazione con gli allevatori». «Perché – prosegue Saba – investire in prevenzione vuol dire mitigare gli impatti negativi del cambiamento climatico e proteggere il nostro patrimonio agricolo e zootecnico. Sono necessarie misure immediate come vaccinazioni e repellenti da un lato e ristori in caso di danni dall’altra. Su questo punto – conclude il Direttore – la collaborazione con le associazioni sono importanti e noi siamo pronti, con i nostri Caa, per lavorare sulle domande e offrire un sostegno per abbattere i tempi della burocrazia».

Secondo le rilevazioni Coldiretti, i danni economici causati nel tempo dalla Lingua blu sono considerevoli, non solo le perdite dirette di animali, ma anche per i costi associati alla prevenzione e alla gestione della malattia. I dati parlano infatti di oltre 170 milioni di euro in indennizzi e quasi 1 milione di pecore morte negli ultimi 20 anni, oltre ai danni indiretti causati dalla diminuzione della produttività degli animali colpiti.

Quando comparve la malattia, intorno ai primi anni Duemila – rileva Coldiretti –, la Blu tongue fece una strage con 260.856 pecore morte il primo anno e 232.138 il secondo con una incidenza (della mortalità sui capi coinvolti) di circa il 20% e 18%. Nel corso degli anni si sono verificate altre ondate, le più importanti nel 2003-2004 con 995.546 capi coinvolti e 75.797 morti (il 7,61%). Nel 2012-2013 i capi colpiti sono stati 147.148, quelli deceduti 11.393 (il 7,74%). Per non dimenticare il 2013-2014 con 1.730.493 capi coinvolti e 113.780 (6,58%) morti. Altre ondate si sono manifestate nel 2017-2018, coinvolgendo 851.402 capi (i morti furono 35.591 per il 4,18%). Nel 2021 l’epidemia, seppur calata, ha interessato il 2,73% dei capi con 29.737 morti.

Anche il settore bovino ha risentito pesantemente della malattia tra ingenti fondi persi dalle aziende e quelli messi in campo dalla Regione per gli indennizzi. Sempre secondo una elaborazione Coldiretti Sardegna, negli anni è emerso il pesante e incalcolabile fardello per le aziende che continuano a subire il blocco della movimentazione. Un salasso in particolare per gli allevatori di bovini da carne, con l’animale portatore sano che vede l’esportazione della stragrande maggioranza di vitelli sardi fuori dall’Isola per l’ingrasso. Per spostare gli animali è necessario infatti l’esame della reazione a catena della polimerasi (Pcr) con costi aggiuntivi.

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