L’Ute di Ozieri a Nuoro per una lezione tra arte, storia e tradizioni sarde
Gratificante viaggio per gli allievi dell’università delle Tre Età nel capoluogo barbaricino.
OZIERI | 8 dicembre 2024. L’Università delle Tre Età “F.I. Mannu” di Ozieri mercoledì scorso ha scelto Nuoro e i suoi musei per una lezione itinerante. Una passeggiata nella storia, lungo la via antica percorsa dalla giovane Grazia Deledda (Nuoro 1871 – Roma 1936). La prima tappa della memoria è stata la piccola chiesa della Solitudine, alle pendici del Monte Ortobene, dove, sulla parete destra, si trova il sarcofago in granito nero levigato contenente le spoglie dell’illustre scrittrice nuorese. Il portone in bronzo della chiesetta, scolpito dall’artista sassarese Eugenio Tavolara, raffigura la Madonna della Solitudine.
Abbandonata la chiesa campestre, la meta successiva degli allievi è stata Santu Predu (San Pietro), il rione antico dei pastori nuoresi, “il quartiere nero” di Salvatore Satta, descritto dalla Deledda nei suoi libri, in cui si trova la casa-museo di Grazia. I tre livelli dell’abitazione raccontano, attraverso foto, manoscritti e oggetti, le vicende personali e letterarie dell’unica donna italiana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura. Uno spazio liminale nel quale il visitatore prova un senso di nostalgia e di malinconia, ma anche di riposo e benessere dell’anima. Un luogo, dove è riproposto anche “lo studio romano”, con uno stile Decò e dall’atmosfera borghese del primo Novecento.
Alla ricca offerta culturale di Nuoro si aggiunge il Museo della Ceramica in piazza Su Connottu, seconda tappa per il gruppo dell’UTE, allestito nella casa Chironi e inaugurato nell’estate del 2023. Nel Museo sono esposte opere di vari artisti del ‘900 tra cui Francesco Ciusa, Salvatore Fancello, Edina Altara, Costantino Nivola, Pinuccio Sciola e altri.
Dopo la pausa pranzo, gli allievi del “Mannu” hanno poi visitato il Museo Etnografico Sardo, che raccoglie la vita e le tradizioni popolari sarde. Esso sorge sul colle dedicato a Sant’Onofrio, in via Antonio Mereu, ed è un museo storico specializzato, che conserva ed espone oggetti rilevanti per lo studio dei popoli e della loro storia. I costumi sono autentici, non sono ricostruzioni. Alcuni sono risalenti al diciottesimo secolo. Sono abiti di festa, arricchiti da gioielli, non indossati nel quotidiano. Si trovano nel museo anche oggetti della vita quotidiana, armi da caccia, una zona dedicata alla religione e strumenti dedicati alla musica. C’è anche una sala dove si trovano alcune maschere di Mamoiada. Una vera e propria istituzione dedicata alla ricerca, alla diffusione e alla conservazione del patrimonio storico e antropologico. Uno spazio molto ben organizzato. Eccezionali i reperti di grande valore culturale. Dagli abiti storici, alla storia del pane, e delle tradizioni dei pastori, ai gioielli, eccellenze apprezzate in tutto il mondo, ammantati di magia, mistero e superstizione. È sorprendente che una piccola città come Nuoro riesca a avere cosi tanta offerta culturale.
Maria Bonaria Mereu
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