Malattia emorragica del cervo, allevamenti bovini a rischio senza risposte immediate
Luca Saba (direttore Coldiretti Sardegna): «Ribadiamo la necessità dell’istituzione di una Unità di crisi con il coinvolgimento dell’Istituto zooprofilattico e le organizzazioni agricole».
Chiarezza e soluzioni immediate sulla malattia emorragica del cervo, il nuovo virus che colpisce i ruminanti, comparso per la prima volta in Europa proprio in Sardegna e che ha portato alla decisione del ministero della Salute di bloccare la movimentazione intra ed extra regionale degli animali per un mese (con solo deroga per macellazioni regionali). È la richiesta che arriva a gran voce dal mondo allevatoriale di Coldiretti Sardegna ed in particolare dai circa 7.800 dei bovini da carne.
Il nuovo stop, questa volta totale, è arrivato come una doccia fredda quando ormai gli allevatori stavano pregustavano per domenica prossima notizie positive dopo 15 giorni di blocco per il sierotipo 3 della lingua blu che aveva portato ad una movimentazione solo con analisi Pcr.
Il primo caso del nuovo virus EHD ha invece spento tutti gli entusiasmi con la decisione del ministero della Salute di bloccare per un mese la movimentazione. Il tema ovviamente sta monopolizzando le assemblee che Coldiretti sta tenendo nel territorio, ieri ad Arzana con oltre 300 soci e ad Arzachena con 50, in cui si è parlato anche di Psr e lingua blu.
«Vogliamo solo la garanzia di poter fare impresa – afferma Michele Filigheddu, allevatore di Arzachena –. Abbiamo fatto sacrifici per 15 giorni per la lingua blu, siamo anche consapevoli della nuova emergenza e ci mettiamo a disposizione per affrontarla, ma allo stesso tempo deve essere chiaro che non si può congelare un allevamento per un mese e far ricadere tutte le spese sugli allevatori. Deve essere chiaro che sospendere le vendite per un mese significa un aumento dei costi che noi allevatori non riusciamo a sostenere, a maggior ragione adesso che i prezzi dei mangimi sono aumentati del 50 per cento e le scorte di foraggio sono esigue vista anche l’annata siccitosa».
«Pur nell’incertezza in cui ci ritroviamo – evidenzia il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – non si può far ricadere tutto sugli allevatori. Occorre trovare soluzioni immediate: noi auspichiamo uno sblocco della movimentazione, in alternativa chiediamo che si programmino, subito, degli aiuti economici, altrimenti le aziende sono davvero costrette a chiudere perché si stanno condannando a morte».
«Ribadiamo la necessità dell’istituzione di una Unità di crisi – ricorda il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – con il coinvolgimento dell’Istituto zooprofilattico e le organizzazioni agricole. Si tratta di una situazione di emergenza che va affrontata in modo coordinato ma allo stesso tempo richiede scelte snelle e immediate perché come sempre chi paga il prezzo più salato sono gli allevatori».
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