Massimiliano Pala (Siulp): «Polizia di Stato di Porto Torres quasi al collasso»
A causa della carenza di personale sempre più difficile assicurare il servizio nello scalo marittimo. Richiesto l’intervento della Segreteria nazionale Siulp.
SASSARI. Sulla carenza di personale nel posto fisso di Polizia di Stato di Porto Torres, il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia di Sassari attraverso il segretario provinciale Massimiliano Pala ha indirizzato un documento alla Segreteria nazionale – per conoscenza anche alla Segreteria regionale – con la richiesta di intervento presso il Ministero dell’Interno per evidenziare e sollecitare un adeguato incremento dell’organico.
«Ormai da anni – spiega Pala –, si assiste a un’azione erodente che ha determinato l’assottigliamento del personale. Allo stato attuale, infatti, il presidio turritano si compone di 12 unità, rispettivamente due appartenenti al ruolo di Ispettori, uno al ruolo di Sovrintendenti, otto al ruolo di Agenti/ Assistenti. Nell’ultimo biennio – continua –, vuoi per quiescenza vuoi per trasferimento ad altra sede, l’Ufficio ha “perso” 8 unità senza che vi sia stata una sostituzione del personale. Nonostante ciò, quotidianamente, i colleghi del Posto Fisso di Polizia di Porto Torres non hanno lesinato il loro impegno».
«La situazione – continua Pala – è quasi al collasso perché non si riesce ad assicurare la presenza del personale nel Porto. Scalo marittimo dove – sottolinea –, attraccano le motonavi provenienti dai maggiori Porti del mediterraneo: Barcellona (Spagna), Tolone (Francia), Genova e Civitavecchia con cadenza giornaliera e la tratta di Livorno, quale linea merci, in questo periodo a cadenza bisettimanale».
A Porto Torres poi è presente un grande polo petrolifero, ove approdano giornalmente navi merci alle quali l’Ufficio esegue i relativi controlli di Frontiera. Tant’è che nel 2020 sono transitati 1.200.000 passeggeri e nell’Ufficio di Frontiera sono stati rilasciati 70 “visti”.
«La singolarità del presidio – prosegue il segretario provinciale – è che per la parte cosiddetta di “Frontiera” dipende dalla quinta Zona Polizia di Frontiera di Fiumicino (Roma), e invece funzionalmente dipende dall’U.P.G.S.P. della Questura di Sassari». Così accade, ad esempio, che il personale che ha portato a termine il controllo sulla “carboniera”, garantisca anche gli interventi delle chiamate al 113. Tra gli altri compiti del presidio anche quello di riceve le denunce e le querele e di operatività su delega dell’Autorità Giudiziaria.
«All’interno del Porto – spiega ancora Massimiliano Pala – la Polizia di Stato funge da “Autorità”, ciò determina che il personale operi ad ampio spettro, dai sinistri stradali agli interventi a bordo “segnalati” dal cosiddetto Primo Ufficiale delle motonavi al momento dello sbarco, fino alle rapine e ai diverbi più futili. Gli agenti inoltre presidiano la Commissione sicurezza portuale e vigilano sulla corretta fruizione del Porto, operando anche su altre funzioni non meno importanti».
Alla luce di quanto detto «si potrà ben comprendere che con l’attuale pianta organica il presidio di Porto Torres riesca a garantire una pattuglia al giorno» non senza «grosse difficoltà organizzative». Problematiche tra l’altro che incidono sul diritto da parte del personale del godimento delle ferie arretrate. «L’Ufficio – rincara Pala – ormai opera in perenne emergenza e il servizio è assicurato soltanto per senso del dovere di ciascun operatore di Polizia, e di cui la cittadinanza gli riconosce i meriti e l’impegno».
In conclusione per il segretario «questa situazione appare come un vero atto prodromico per giungere poi alla chiusura dell’Ufficio per consunzione, stante la scarsa considerazione che viene riservata al presidio a livello centrale e osservato che vi sono diverse istanze di trasferimento per il Posto Fisso».