“Mirtò” al Rally storico Costa Smeralda porta il progetto di valorizzazione dei borghi sardi
Mirtò, il Festival internazionale del mirto, presenterà venerdì 8 aprile a San Pantaleo, dalle 17 nella piazza centrale, l’iniziativa “I borghi delle bacche di mirto”, all’interno dell’evento del Rally Costa Smeralda Storico. Il programma dell’evento si baserà sull’abbinamento tra i talentuosi rappresentanti di diverse forme di arte – dalla pittura alla scultura e tessitura – con la direzione artistica di Luisa Cardinale e le auto storiche della Lancia Martini.
Mirtò, il Festival internazionale del mirto, prosegue nel suo percorso al fianco dei grandi eventi. Seguendo il corso di una storia fatta di successi, quest’anno si rinnova la partnership con la quinta edizione del Rally internazionale storico Costa Smeralda, che si svolgerà a Porto Cervo l’8 e il 9 aprile prossimi.
Proprio venerdì 8 aprile Mirtò presenterà a San Pantaleo, dalle 17 in poi, nello scenario suggestivo e sempre affascinante del borgo del Comune di Olbia, il nuovo progetto “I borghi delle bacche di mirto”, che vedrà coinvolti alcuni dei più importanti borghi del nord Sardegna: a partire proprio da San Pantaleo, includendo anche La Maddalena, Castelsardo e Nuchis, la frazione di Tempio Pausania. Il programma dell’evento si baserà sull’abbinamento tra i talentuosi rappresentanti di diverse forme di arte – dalla pittura alla scultura e tessitura – con la direzione artistica di Luisa Cardinale e le auto storiche della Lancia Martini che hanno partecipato alle edizioni del rally. Venti auto “vintage” provenienti dalle collezioni private di appassionati provenienti da tutta Italia.
LA MISSIONE DI MIRTO’. Mirtò in questi anni ha investito impegno e risorse per far crescere il marchio del Rally Costa Smeralda, che grazie al lavoro del presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani e quello dell’Aci Sassari, Giulio Pes di San Vittorio, con il supporto della Regione Sardegna, è tornato ad essere un evento di grande spessore, insieme con il ritorno in grande stile di un brand che ne ha fatto la storia, come quello di Lancia Martini.
“Sin dalla nascita del Festival internazionale del mirto, la nostra scelta è stata quella di creare un marchio di forte impatto comunicativo che rappresentasse l’evento ma racchiudesse anche la Sardegna con tutto il suo fascino e ne raccontasse l’enogastronomia, la cultura, il folklore e la sua storia antica, con tutta la sua valenza nella promozione turistica” spiegano dallo staff di Mirtò. “Abbiamo scelto un percorso di promozione che abbinasse il marchio di Mirtò ai grandi eventi sportivi, con una maggiore attenzione a quelli motoristici: dal Mondiale rally a quello di triathlon fino al Gran Premio di Formula 1 di Monza”, sottolineano gli organizzatori del Festival internazionale del mirto.
I GRANDI MARCHI. Mirtò ha quindi sempre creduto nel valore che i grandi marchi possono avere per la promozione del territorio. Il Rally storico Costa Smeralda, con le partnership insieme a Martini, Pirelli e Sparco, solo per indicare i più rilevanti, ne è la dimostrazione. Una formula vincente che ha fatto scuola e che negli anni ha saputo valorizzare tutto il territorio, abbinando l’immagine della Sardegna alle sue eccellenze nell’enogastronomia, l’archeologia, l’artigianato artistico di qualità.
Un nuovo impegno di Mirtò, da sempre partner dei grandi eventi motoristici dell’isola, che proseguirà poi anche sulla strada intrapresa la scorsa estate con la campagna di sensibilizzazione contro la piaga degli incendi boschivi in Sardegna. Proprio Mirtò, infatti, ha intenzione di portare alcuni tra i più importanti musicisti della scena sarda nelle scuole per combattere la guerra contro i piromani.
L’arte al Rally storico Costa Smeralda
Dunque, il prossimo 8 aprile, nella splendida cornice di San Pantaleo, dalle 17 alle 21 i protagonisti, insieme alle splendide auto storiche del Rally Costa Smeralda, saranno gli artisti, con le loro opere: Ana Maria Serna, Valeria Masala, Mercede Enne, Michele Greco, Irene Piccinnu, Giuliano Lissia, Gaspare Da Brescia, Francesca e Marisa Sanna, Venceslao Mascia, Massimiliano D’Orsi. Presente anche SARTAPP con alcuni tappeti artigianali sardi che danno valore al Museo di Samugheo.
ANA MARIA SERNA
E’ un’artista: pittrice, scultrice e poetessa. Ama la natura ed è una convinta ambientalista ed ecologista. In continua evoluzione e rinnovamento, ama sperimentare nuove tecniche e materiali. Le sue opere sono incentrate su temi sociali come la violenza, il femminicidio e la rivendicazione dei diritti delle donne nel mondo. Con la sua arte omaggia la donna, la sua femminilità, sensualità e dolcezza.
VALERIA MASALA
Nule, piccolo paese famoso per i suoi manufatti tessili: è qui che vive e lavora. Inizia un po’ per caso, frequenta un corso di tessitura nel 2015 e viene subito rapita dal fascino della gestualità, dalla lavorazione e dalla preparazione del telaio. Continua da autodidatta e inizia a crescere in lei l’esigenza di voler mettere in evidenza aspetti “nascosti” e valorizzare simbolismi dati per scontati. Immergersi in questo mondo la stimola a voler “trasformare” quest’arte tradizionale in modo che fosse possibile tramandarla o comunque portarla avanti in modi alternativi. Motivo per cui ha sentito la necessità di voler intraprendere questa strada. Far conoscere un’arte così antica in modo totalmente innovativo è diventata una vera e propria sfida. Realizza complementi d’arredo e accessori. I pannelli decorativi sono ciò che principalmente rispecchia il suo progetto. La valorizzazione dei dettagli tipici in connubio con altri tessuti dà vita a pezzi unici, facili da contestualizzare proprio per le infinite combinazioni.
MERCEDES ENNE
Mercedes Enne, il volto e le mani che danno vita alle ceramiche Mema Ceramicart. Con le sue creazioni vuole condividere una sensazione di serenità e stupore, quelle che hanno profonde radici nella sua terra d’origine, la Sardegna, ricca di paesaggi incontaminati e di atmosfere che ti accolgono, cullandoti con profumi e sensazioni sospese nel tempo. La rigogliosa vegetazione dell’interno e le acque turchesi e cristalline della costa sono fonte di ispirazione per la sua produzione attuale: forma, colore e disegno si incontrano per trasmettere la sua personale visione della natura che la circonda.
Realizza le sue ceramiche modellandole interamente a mano. Le decorazioni e tutti i disegni sono realizzati a mano libera per lo più con la tecnica “sgraffito”.
MICHELE GRECO
Michele Greco nasce nel 1966 a Crotone, culla della Magna Grecia. Comincia a dipingere in giovane età seguendo un percorso artistico attraverso il quale riesce a esprimere la sua costante energia, disegnando e dipingendo tutto ciò che lo interessa nei vari stili artistici, dominati dai colori accesi e brillanti delle sue opere che esprimono uno stato d’animo in continua ricerca.
Sin dall’inizio le sue opere si rivelano assolutamente interessanti: originalità nelle forme e nei colori riportati sulla tela in modo istintivo e personale, attraverso una continua ricerca delle condizioni artistiche, estetiche e sociali dei luoghi e delle genti del Mediterraneo.
A vent’anni, terminati gli studi, si trasferisce a Roma, nell’atelier dell’artista Gaspare da Brescia, per dedicarsi interamente all’arte.
Nel 1994 da Roma si trasferisce a Parigi, dove allestisce uno studio al 41 di Quai de la Gare. Nella capitale francese, dopo lunghe e preziose riflessioni, Greco coglie senso e sistematicità del suo lavoro ed ha nuove idee su come costruire l’immagine, cominciando così a sperimentare diverse tecniche pittoriche. Tra tutte predilige delicate stesure materiche che applicherà sistematicamente nelle sue opere e attraverso le quali darà corpo alla sua immaginazione.
Da Parigi a Zurigo, Milano, Francoforte, Colonia, fino ad arrivare a San Pantaleo in Sardegna, dove Greco vive e lavora per gran parte dell’anno.
È qui che la sua vita artistica e la sua produzione si fanno più fitte e intense, grazie alle nuove energie e ai nuovi stimoli che egli riesce ad attingere dalla terra sarda. Da questo piccolo lembo di mondo l’artista fa il suo profondo tuffo nel cosmo e partorisce un intenso lavoro frutto della totale dedizione all’arte.
IRENE PICCINNU
Poliedrica artista originaria di Olbia, Irene Piccinnu si diploma presso l’Istituto d’Arte di Sassari, nel Laboratorio di tessitura e stampa. Dopo varie esperienze artistiche ritorna alla sua antica passione per il tessuto. Sperimenta diverse tecniche, ma sceglie di riprendere quella più antica della xilografia. E’ un ritorno al passato, alla pura manualità: intaglia così il legno ed altri materiali e si diverte con sgorbie e colori.
Utilizza i decori rielaborati della tessitura e dello scialle sardo: stampa sui tessuti e realizza mantelle, stole, calze e altro. Crea così una linea di accessori moderna, in contraddizione con la tecnica usata ma saldamente ancorata alla sua terra. Incontra così il mondo della moda. Contemporaneamente utilizza i tessuti come quadri, dando forma alla propria fantasia, dipingendo donne e colori appartenenti al proprio vissuto artistico, attraverso kimono e abiti: essi diventano così opere d’arte non più su pareti ma su corpi di donne in movimento.
GIULIANO LISSIA
Il suo percorso artistico inizia a Barcellona nel 2016, città in cui ha vissuto per due anni. La prima passione fu il riciclo casalingo, dal posacenere all’installazione fine a sè stessa. Tornato in Sardegna, un’amica gli “accese” la luce con l’acquisto di una lampada fatta con materiali di recupero. Il giorno dopo averla vista iniziò a realizzarle senza mai smettere, fino ad oggi.
Percorso molto intenso ed emozionante, che con la sua evoluzione lo ha portato a sperimentare tanto e a capire sempre di più il suo significato e valore.
Oggi questa passione è diventata ” lavoro”.
GASPARE DA BRESCIA
Nato in Calabria, a Crotone, nel gennaio del 1955. Assai presto si manifesta in lui la chiara vocazione per le arti plastiche. Precedentemente abbandona la scuola per seguire come autodidatta il proprio istinto creativo. Giovanissimo segue il padre in Germania, dove lavora come operaio in una fabbrica metalmeccanica. Una prima incursione nel mondo dell’arte a Parigi determina in lui la volontà di riprendere gli studi.
Si diploma al Liceo Artistico di Catanzaro; compie studi accademici a Torino, Milano, Roma e si stabilisce per un anno a Venezia. Tornato a Roma vi risiede per molti anni. Lavora come tecnico e scenografo a Cinecittà e successivamente per il Vaticano, nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura. Dopo alcuni viaggi in Terra Santa inizia un percorso di ricerca spirituale e artistica nell’arte sacra che trova espressione scultorea nel suo studio romano di Piazza del Gesù. Nel Duemila si stabilisce in Sardegna, a San Pantaleo.
FRANCESCA E MARISA SANNA
Francesca Sanna si forma come ceramista presso l’Istituto Statale “Filippo Figari di Sassari” sotto le cure artistiche di A. Lucidori. Nel 1990 intraprende la strada della musica, studiando al Conservatorio Luigi Canepa di Sassari. Questi due mondi artistici, così affini tra loro, la portano a girare Il mondo. L’ausilio della musica diviene importante nella sua visione della vita, globale e anticonformista e l’aiuterà a rivalutare il legame così viscerale con le proprie radici culturali e la sua terra.
Nei suoi viaggi sperimenta varie tecniche come designer della moda, realizzando abiti, avvalendosi di tessuti importanti e riscoprendo l’arte del ricamo (punto pittura), includendo accessori da lei creati.
La sua voglia di innovazione lo porta a proseguire gli studi conseguendo la maturità come designer d’arredamento. La sua creatività così versatile nasce quindi da una sinergia profonda con la propria terra e la sua fantasia produce opere ricche di sfumature e colori.
Da circa un anno collabora con sua sorella Marisa nel progetto chiamato “Just Sardegna” e insieme realizzano sculture ispirate all’arte sarda (maschere) in chiave moderna.
Il suo percorso artistico nasce da una grande sensibilità musicale che la porterà ad esprimerla nell’arte visiva tramite delle realizzazioni di quadri con sfondi che richiamano l’arte moderna delle avanguardie storiche e la Pop Art. Affonderà soprattutto la sua interpretazione nelle radici della terra, avvalorandone la visione innovativa con installazioni di maschere sarde nei suoi quadri.
VENCESLAO MASCIA
Inizia a dare i primi colpi di scalpello già da bambino con lo zio Nuccio Bua, scultore e filosofo. Dopo la morte prematura dello zio si trasferisce a Milano dove incontra casualmente il maestro Amaldo Pomodoro; diviene suo allievo e acquisisce la tecnica della fusione dei metalli. Affascinato dalla materia cerca di sentire l’energia che gli appartiene e liberare l’anima che è in essa. Venceslao delle sue opere dice: “l’arte è un sorriso e un dono di Dio”. L’artista la fa crescere e la educa e si pone la domanda “se l’anima si possa creare attraverso una macchina o se l’anima si possa creare anche in laboratorio”.
Le sue opere sono pietra viva, in esse vivono la prorompente energia della materia ma anche le arcaiche forze che hanno mosso l’umiltà millenaria. Si comunica con il linguaggio polisemico della materia e con il conflitto tra sacralità e dissacrazione. In corpi volutamente sbozzati con i segni dei ferri dell’artista, scomposti e in parte svuotati, si impone la domanda circa la natura umana “chi siamo”.
MASSIMILIANO D’ORSI
Nato a Genova nel 1967. Risiede e lavora a Palau. Si diploma al Liceo Scientifico di Sassari, iscritto al secondo anno nella scuola di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari. Nel 2000 ha scoperto la sua passione: è stato l’anno in cui ha iniziato la sua carriera da maestro di arte della ceramica. Da allora non ha mai avuto ripensamenti.
Dal 2009 apprende le tecniche della ceramica, in particolare quelle giapponesi. Nuraku nasce dall’unione dell’etimologia nuragica “NUR” con la parola “RAKU” che nella lingua sarda significa nuraghe.
Terra, fuoco aria e acqua, elementi che trovano nel Raku la massima espressione.
Nato in Giappone nel 1500, collegato alla “cerimonia del the”, subisce evoluzioni nel corso dei secoli.
Il suo fascino consiste nel vedere l’oggetto “vivo” che estratto incandescente dal forno ad una temperatura di 980 gradi, subisce la sua trasformazione.
Nuraku è la fucina delle idee, il luogo in cui le opere prendono vita, un laboratorio artigianale di ceramiche.