Monti, il miele di “lavanda selvatica” di Maria Laura Torru e Maria Stefania Pinna vince “Una Goccia d’Oro”
Prestigioso riconoscimento per le due giovani apicoltrici montine.
MONTI. L’apicoltura montina si conferma fra le eccellenze nazionali. Grazie a due giovani apicoltrici, Maria Laura Torru e Maria Stefania Pinna che alla 42^ edizione del concorso “per la selezione dei migliori mieli di produzione nazionale”, in programma a Castel San Pietro Terme (Bo), forse il più importante d’Italia, hanno ottenuto l’ambito riconoscimento, “Una Goccia d’Oro”, con il miele di “lavanda selvatica”. Il successo conquistato è ancor più rimarchevole, poiché si è confrontato con altri 1.446 mieli inviati da 540 apicoltori di tutta Italia. Nonostante un’annata difficile, Maria Laura e Maria Stefania sono riuscite a raccogliere un miele di eccellenza, apprezzato da una severissima giuria di esperti in analisi sensoriali.
Il risultato ribadisce che l’attività di impollinazione svolta dalle api è il vero motore di un ecosistema in equilibrio, il miele presentato ha infatti raccontato i profumi, i sapori di un ambiente di provenienza incontaminato. Il premio, inoltre, va ad arricchire ulteriormente il palmares dei riconoscimenti ottenuti dagli apicoltori montini nei concorsi locali, regionali e nazionali e si aggiunge all’exploit di Tomuccio Desole che, una trentina di anni orsono, nello stesso concorso, ha vinto il primo premio.
L’INIZIO DELL’AVVENTURA. Maria Laura Torru e Maria Stefania Pinna, le due giovani apicoltrici, oltre la grande passione, mostrano umiltà: «La nostra avventura è iniziata nel 2019, con le prime due arnie abbiamo prodotto i primi chili di miele e così sono arrivate le prime soddisfazioni, la voglia di imparare, di capire questo bellissimo mondo dell’apicoltura. Abbiamo iniziato a studiare, informarci, a sapere tutto ciò che comporta fare l’apicoltore con i suoi pro e contro. A prendere contatti con apicoltori più esperti di noi».
IL MAESTRO. «Durante il nostro percorso – proseguono – abbiamo incontrato un grandissimo maestro, Nico Caldarulo, con la sua quarantennale esperienza ci insegna questo splendido mestiere e per questo lo ringraziamo».
LA SPERANZA. «Non è semplice aprire una azienda di questi tempi, con un settore che incontra difficoltà, noi ci abbiamo provato, nell’aprile scorso è nata “Apistela”, – concludono con ottimismo – dopo anni di sacrifici e passione, abbiamo capito che possiamo farcela, noi vogliamo crederci!».
IL FUTURO. L’apicoltura a Monti affonda nella notte dei tempi. Nel corso dei secoli è sempre stata presente nel tessuto sociale, i pastori allevavano le api per la produzione del miele per usi familiari/gastronomici. Nel 1800 uno storico continentale, riferendosi a Monti scrisse: «Il miele che quivi si produce è amaro». Dai primi anni Ottanta del secolo scorso, si diede vita alla Fiera del miele. Qualche anno fa, la nascita della “Casa del Miele”, il futuro dell’apicoltura montina, ora è nelle mani delle nuove generazioni, Maria Laura Torru e Maria Stefania Pinna sono le antesignane.
Giuseppe Mattioli
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