• 22 Novembre 2024
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Monti, tutti vaccinati nella casa di riposo San Giovanni Battista

Casa di riposo San Giovanni Battista di Monti

Nella casa di riposo San Giovanni Battista, gestita dalla parrocchia, sono presenti 40 ospiti e 26 operatori.

MONTI. Si è conclusa positivamente, nei giorni scorsi, la campagna di vaccinazione anti Covid alla casa di riposo San Giovanni Battista gestita dalla parrocchia. Direttore, ospiti (40), personale (26) in servizio nella struttura, sono stati tutti vaccinati, compreso il richiamo, con il farmaco Pfizer.

Lo ha annunciato, con soddisfazione, il parroco, nonché direttore responsabile, don Pierluigi Sini, per aver raggiunto un traguardo che un anno fa pareva inimmaginabile.

«Il tutto è avvenuto presso la struttura ospedaliera Giovanni Paolo II ad Olbia, nel circuito di vaccinazione per le strutture socio-sanitarie per assistenza agli anziani. Non si è registrato, grazie a Dio, nessun caso particolare, tutto è andato per il meglio».

Don Sini ringrazia «l’Ats, la struttura amministrativa, medici, tutto il personale per l’attenzione dimostrata nei nostri confronti, con interlocuzione e scrupolosità continua. Un grazie anche all’Esercito intervenuto tempestivamente per i tamponi, ai medici di base Antonella Cancedda e Maria Delia Crasta, la farmacia Altea e tutto il personale della casa per la disponibilità e collaborazione».

Don Sini riflette su come sono andate le cose quest’ultimo anno. Ripercorre le tappe più significative della vita della comunità segnata e condizionata a causa della pandemia. In principio ha avuto una grande intuizione, tenendo ben presente quello che stava avvenendo in altre comunità per anziani in Sardegna e oltre Tirreno, mettendo prima in quarantena tutti.

«A secondo delle scelte – continua – si sarebbero potuto avere conseguenze nefaste per i nostri ospiti della casa di riposo, per cui ho imboccato la strada della precauzione prima dello scoppio della pandemia. Successivamente l’isolamento è proseguito, gli ospiti sono stati praticamente rinchiusi da un anno e la sofferenza si è estesa anche ai parenti».

Per alleviare il forte disagio don Sini ha adottato un rigido sistema: «Ho sospeso tutte le visite dei familiari, che non hanno avuto più accesso alla struttura, se non per gravissimi motivi e con le dovute precauzioni. Non per questo abbiamo abbandonato i nostri anziani, i quali potevano entrare in contatto con i familiari tramite telefono, con videochiamate e calendarizzando periodi di visite a distanza attraverso le finestre».

«Dall’8 marzo 2020 – continua – non ho più celebrato una Messa perché avevo paura di trasmettere il virus».

A breve, comunque, fa sapere don Sini «riprenderò, sempre con le dovute precauzione, le visite agli anziani e ammalati del paese».

Giuseppe Mattioli

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