Mores, il sindaco Virdis: «Nessun obbligo di pubblicazione per gli atti richiesti dalla consigliera Sassu»
Il primo cittadino e il responsabile del servizio finanziario Mario Sassu intervengono per far chiarezza sulla sentenza del Tar, che obbligherebbe il Comune solo alla consegna della documentazione non rilasciata.
MORES | 1° ottobre 2024. «Nessun obbligo di pubblicazione per gli atti richiesti dalla consigliera Sassu, in quanto atti di liquidazione e non determinazioni». Questa la risposta del sindaco di Mores Enrico Virdis alle dichiarazioni della consigliera di minoranza Stefania Sassu con cui ha bacchettato gli uffici comunali e la giunta per la mancata pubblicazione in albo di alcuni atti amministrativi. Un intervento, quest’ultimo, giunto a commento della recente sentenza del Tar Sardegna che obbliga il Comune di Mores a rilasciare all’esponente dell’opposizione la documentazione da lei richiesta (leggi).
«La pubblicazione agli atti del Comune all’albo pretorio online e nella sezione Trasparenza – spiega il primo cittadino – è tutt’oggi regolamentata dal decreto legislativo 33/2013. Nella fattispecie la consigliera chiedeva la copia di tutta una serie di “numeri” di atti che (12 su 16) sono “atti di liquidazione” e non “determinazioni”, quindi non soggetti a pubblicazione come prescritto nella Griglia della Trasparenza, documento che indica tutti gli atti dei Comuni soggetti alla trasparenza amministrativa e a pubblicazione online. Questo report – dice ancora il sindaco – viene annualmente verificato (nel caso di Mores sempre positivamente) dal segretario e dal nucleo di valutazione che opera i rilievi e li segnala».
Ulteriori spiegazioni sono fornite dal funzionario comunale direttamente chiamato in causa dalla consigliera, ovvero il responsabile del servizio finanziario Mario Sassu. «Partendo dall’assunto che le “querelle” devono essere normalmente mantenute in campo politico – dice –, quegli atti riferiti al 2022, periodo in cui il sottoscritto è stato assente per nove mesi a seguito di un grave incidente stradale, erano meri atti di liquidazione che in nessun Comune sono soggetti a pubblicazione perché così prevede la normativa; ciò per evitare il rischio di appesantire la fase della liquidazione con conseguenti lungaggini e danno per imprese e cittadini. La consigliera aveva sottoposto già nel gennaio 2023 la medesima richiesta al Nucleo di valutazione di Mores che, dopo le opportune verifiche, aveva risposto negativamente alla Sassu. Se la consigliera avesse circostanziato meglio l’istanza rendendo comprensibile quali atti le occorresse visionare e l’azione amministrativa ricercata – conclude il funzionario –, i documenti richiesti sarebbero stati tranquillamente rilasciati. Come sempre, invece, la signora Sassu ha reputato adire il Tar appena scaduti i 30 giorni previsti».
Un passaggio finale sulla vicenda è ancora del sindaco Virdis, e si riferisce alla recente richiesta della consigliera di far pagare le spese processuali del ricorso al Tar direttamente ai “colpevoli” di quella che era invece per lei (e per il Tar) un’omissione. «Per quello che riguarda le spese processuali – dice il primo cittadino – la consigliera dimostra di non conoscere la prassi sulle controversie legali. Quando il Comune viene citato in giudizio ha il diritto/dovere di nominare un proprio avvocato per difendere l’operato dell’amministrazione e dei suoi uffici. È importante sapere – evidenzia – che il Tar ha reputato di compensare le spese dove ciascuna parte sostiene le proprie spese legali».
A.C.
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