Musica sulle Bocche, il trio di Servillo e l’Asinara incantano il pubblico
Con il tributo a Lucio Dalla – “L’anno che verrà” – si è conclusa la 22^ edizione del festival internazionale diretto da Enzo Favata. Una serata riuscitissima frutto della collaborazione con il Parco Nazionale dell’Asinara e che impone una riflessione sul ruolo dei festival musicali per il futuro turistico della Sardegna.
Musica sulle Bocche è una carovana che si sposta dai bellissimi paesaggi della costa ai piccoli centri del nord Sardegna, ricchissimi di fascino e cultura. Il festival ambienta gli spettacoli alternando albe e tramonti sul mare a serate davanti a chiese romaniche o castelli medievali.
Un’organizzazione ben collaudata, attiva da ventidue anni, che ogni anno si arricchisce di nuove tappe. Quella dell’Asinara ha rappresentato l’apice dell’edizione 2022, che dal 3 al 23 agosto ha proposto ben 35 concerti in dieci diversi comuni, con il sostegno dalla Camera di Commercio di Sassari grazie al progetto “Salude & Trigu”, dall’assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Autonoma della Sardegna, dal Ministero ai Beni Culturali, dalla Fondazione di Sardegna, dei dieci comuni che hanno ospitato i concerti, in collaborazione con Coldiretti Sardegna, il Dipartimento Produzione Multimediale della facoltà di studi umanistici dell’Università di Cagliari, l’Accademia alle Belle Arti di Sassari e l’associazione Bes.
Per l’ultimo appuntamento, martedì 23 agosto, il Parco Nazionale dell’Asinara ha messo a disposizione i propri spazi, offrendo al pubblico uno dei palcoscenici più suggestivi e incontaminati che la Sardegna possiede, dando la possibilità a un irresistibile Peppe Servillo, accompagnato da Javier Girotto e Natalio Mangalavite, di mettere in scena un tributo a Lucio Dalla con “L’anno che verrà” che ha coinvolto il pubblico seduto intorno agli artisti, in maniera intima e diretta grazie anche all’assenza del palco.
«Alla già grande emozione di venire a suonare in un luogo davvero unico come l’Asinara, si è aggiunta quella – spiega Servillo – legata all’idea di esibirsi davanti a un pubblico che conosce, ama e protegge siti così belli, sia dal punto di vista paesaggistico che storico e monumentale, e questo ha reso più importante ed emozionante anche il nostro lavoro».
Gli amanti del jazz quest’anno hanno potuto assistere a spettacoli di altissima qualità, conoscere giovani talenti emergenti e hanno potuto scoprire piccoli centri dell’entroterra coi loro meravigliosi tesori architettonici e naturali. Dopo un’anteprima a Laerru, il festival è iniziato il 3 agosto a La Maddalena, toccando poi Martis, Tergu, Nulvi, Valledoria, Chiaramonti, Bulzi, e Ploaghe, tra chiese romaniche, aree monumentali di grande bellezza e paesaggi straordinari, per concludersi nella bellissima rocca medievale di Castelsardo e Porto Torres, con il concerto all’Asinara.
L’effetto di queste scelte del direttore artistico del festival, il musicista Enzo Favata è un circolo virtuoso di promozione turistica che meriterebbe un riconoscimento maggiore. «Le amministrazioni locali apprezzano il valore e l’importanza della ricaduta economica degli spettacoli organizzati nei loro comuni e per questo sono lieti di collaborare con noi. E noi a ogni edizione solleviamo l’asticella – afferma Favata – assumendoci il “rischio culturale” di mettere su un evento così impegnativo, senza avere la certezza dei fondi. Abbiamo creato una rete con i festival Rocce Rosse e Sant’Anna Arresi, promosso collaborazioni coi Parchi e le Università, ma ora ci servirebbe maggiore sostegno da parte delle istituzioni e magari anche un maggiore riconoscimento del ruolo di promotori turistici che svolgiamo».
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