Olbia, pregiudicato sbarca all’Isola Bianca con 55 mila euro in contanti: denunciato
OLBIA. La Guardia di Finanza del gruppo Olbia, nel corso dell’ordinario servizio volto alla repressione dei traffici illeciti nello scalo portuale dell’Isola Isola Bianca, hanno controllato un viaggiatore sospetto sbarcato alla guida di un’utilitaria dal traghetto proveniente da Civitavecchia. L’uomo trasportava 55mila euro in contanti, ben nascosti all’interno dell’automobile.
Durante le operazioni l’attenzione dei militari è stata richiamata da un uomo che sembrava preoccupato dalla presenza delle unità cinofile. Per tale motivo l’utilitaria è stata sottoposta al controllo dai cani Betty e Holiver. Dopo accurata perquisizione i finanzieri hanno trovato tre distinte confezioni occultate all’interno dei pannelli del cruscotto e contenenti diverse decine di migliaia di euro divise in fascette.
Il viaggiatore, C.G., un disoccupato siciliano di anni 52, non è stato in grado di giustificare il possesso e le ragioni del trasporto del denaro contante. Per questo motivo è stato accompagnato nella caserma di via Salgari per i successivi approfondimenti. Dall’analisi delle banche dati è stato accertato che l’uomo è un pregiudicato gravato da numerosissimi precedenti di polizia, oggetto negli anni di diverse misure di prevenzione tra le quali la sorveglianza speciale con obbligo di dimora e di soggiorno previsti dal codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.
Le persone appartenenti a tale categoria sono tenute a speciali obblighi di comunicazione, anche in relazione alle variazioni patrimoniali particolarmente rilevanti, poiché la normativa antimafia è finalizzata anche al monitoraggio dei patrimoni dei soggetti ritenuti pericolosi.
Constatato che l’uomo non risulta aver adempiuto a tali obblighi, sentito l’ufficio del Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, si è proceduto al sequestro di 55.460 euro in contanti e alla denuncia dell’uomo per omessa comunicazione di variazioni del patrimonio, previsto e punito dall’art. 76, comma 7, del d.lgs. n. 159/2011, reato che prevede una pena della reclusione da due a sei anni oltre alla multa da 10 a 20 mila euro e alla confisca dei valori.