• 16 Settembre 2024
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Oristano, scoperta maxi piantagione di canapa nei pressi del carcere di Massama. Arrestate 4 persone

Piantagione canapa Oristano vicino Massama
Sequestrate dalla Polizia di Stato oltre 9000 piante con THC superiore al 19%. Lo stupefacente avrebbe potuto fruttare al dettaglio fino a 15 milioni di euro.

ORISTANO | 30 luglio 2024. La Polizia di Stato di Oristano ha arrestato quattro persone e denunciato una quinta a seguito del sequestrato di un grosso quantitativo di marijuana già essiccata e di una enorme piantagione di canapa indiana illegale. L’indagine della Squadra Mobile, coordinata dal dirigente Samuele Cabizzosu, è stata avviata dopo l’individuazione, nelle campagne di Siamaggiore, della coltivazione illegale nascosta all’interno di otto serre presenti nelle immediate vicinanze del carcere di Massama, nelle quali erano state impiantate oltre 9000 piante contraddistinte da un THC, ossia un principio drogante attivo, superiore al 19%.

Gli appostamenti effettuati dai Poliziotti subito dopo il rinvenimento della piantagione hanno permesso di individuare le persone coinvolte, alcune dei quali identificate mentre si allontanavano celermente dal luogo di essiccazione dello stupefacente con un furgone preso a noleggio – con a bordo ben 155 chilogrammi di marijuana già essiccata e pronta alla vendita – e un’auto di grossa cilindrata che svolgeva il ruolo di staffetta apripista.

In quel frangente, notata la presenza degli Agenti i due hanno tentato di dileguarsi dando vita ad una rocambolesca fuga. Durante l’inseguimento, il conducente dell’auto, al fine di assicurare la fuga al furgone che conteneva il carico di droga, ha tentato di ostacolare le auto dei Poliziotti che, però, sono riusciti a raggiungerlo lungo la Statale 131.

L’autista del furgone, ormai braccato, ha quindi iniziato a eseguire a forte velocità continue manovre pericolose tentando di mandare fuori strada, senza riuscirvi, le auto della Polizia per poi abbandonare il mezzo nella corsia di sorpasso della 131 e fuggire a piedi nelle campagne circostanti. I due giovani sono stati comunque identificati, così come anche il resto dei complici che operavano nella piantagione illegale.

Qui, all’interno di un serra, gli Agenti hanno infatti arresto un 73enne residente in provincia di Oristano mentre con un trattore agricolo, accortosi della presenza della Polizia, stava cercando invano di distruggere la coltivazione. Il secondo, è stato invece fermato in un paese del Goceano durante una perquisizione mentre cercava di ingannare gli Agenti sostituendosi ad uno degli indagati.

Anche in questo caso, l’identificato ha tentato di darsi alla fuga colpendo ripetutamente, con calci e pugni, i Poliziotti e lanciandosi in un dirupo pieno di rovi dove è stato raggiunto e arrestato al termine di una colluttazione.

Questa mattina, la Procura della Repubblica ha disposto l’esecuzione di altre due misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Oristano ed eseguite dalla Squadra Mobile a carico del conducente dell’auto staffetta, che è stato condotto nella casa di reclusione di Badu ‘e Carros a Nuoro e nei confronti dell’autista del furgone, per il quale sono stati previsti gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Quest’ultimo, dopo il rocambolesco inseguimento, pensando di allontanare da sé ogni sospetto, aveva sporto una falsa denuncia di furto del furgone nel tentativo di procurarsi un alibi.

L’inchiesta, che ha portato al sequestro della piantagione illegale, composta da circa 9000 piante, la metà delle quali ancora a dimora e l’altra metà già raccolte e messe ad essiccare, nonché 155 kg di marijuana già pronta alla vendita, ha di fatto tolto dal mercato circa 3 tonnellate di infiorescenze che, se vendute ad intermediari, avrebbero fruttato al sodalizio criminale, circa 5 milioni di euro; vendute al dettaglio, ai consumatori finali, circa 15 milioni di euro.

Oltre allo stupefacente è stato sequestrato tutto l’occorrente per la coltivazione, l’estirpazione, la sbocciolatura ed il confezionamento della droga.

L’attività di indagine è ora indirizzata a comprendere quale avrebbe dovuto essere il destinatario dello stupefacente, non potendosi escludere ulteriori sviluppi. Per la Polizia appare infatti plausibile ritenere che, come già dimostrato in altre inchieste, la marijuana avrebbe potuto essere utilizzata come merce di scambio per l’acquisto di stupefacenti di altra tipologia.

Agli arrestati, oltre ai reati di coltivazione, produzione traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, aggravati dall’ingente quantitativo, sono stati contestati i reati di resistenza a Pubblico Ufficiale e simulazione di reato in concorso.

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