Ozieri. Conferenza di Sara Farris, Titino Bacciu risponde al consigliere Mundula
L’ex assessore alla Cultura: «Mi stupisce che proprio nella sua città natale ci sia qualcuno che, se potesse, chiuderebbe le porte ad una delle studiose sarde più tradotte nel mondo».
OZIERI. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Titino Bacciu, già assessore alla Cultura del comune di Ozieri, in commento all’articolo pubblicato da questa testata sulla conferenza “Migrazioni e diritti alla persona” tenuta lunedì scorso dalla sociologa Sara Farris nel Centro Culturale San Francesco. Evento che ha irritato il consigliere comunale e regionale di FdI Nico Mundula, secondo il quale, «pur nel rispetto delle idee di tutti», l’appuntamento non doveva essere promosso (nonostante il patrocinio, ndr) nelle pagine istituzionali del Comune (Facebook e sito web). Tra le motivazioni il fatto che «il problema migratorio (…) non può essere certo risolto strumentalizzando l’azione attuale del governo Meloni».
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«Gentile direttore, la lettura del suo articolo sull’incontro “Migrazioni e diritti della persona” tenuto dalla professoressa ozierese Sara Farris con il decano della facoltà di sociologia prof. Alberto Merler mi ha riportato molto indietro nel tempo. Dirò il perché in seguito.
Nel mondo ci sono Università come quelle di Princenton, (non è l’ultima della Università americane dato che, per inciso, aveva ospitato anche Einstein), oppure quella di Amsterdam, o quella di Berlino, o quelle anche di Shangai e Sidney, che hanno aperto la porta a questa nostra concittadina formatasi fra Ozieri e Roma. Con il suo impegno e le sue ricerche ha meritato una cattedra presso una Università di Londra, per non parlare delle apparizioni effettuate in televisioni mondiali come in Al Jazeera e conferenze in tutta l’Europa. Basta fare una semplicissima ricerca su You Tube, per sentirla parlare in quattro lingue in molti contesti europei. E basta andare su Wikipedia per rendersi conto che la sua opera è già stata tradotta in sei lingue. Mi stupisce che invece proprio nella sua città natale ci sia qualcuno che, se potesse, chiuderebbe le porte ad una delle studiose sarde più tradotte nel mondo.
Al Centro di Cultura, ero presente all’incontro molto ben riuscito, Sara Farris non ha fatto un pistolotto politico contro qualcuno, ma da ricercatrice quale è, con brillantezza espositiva, ha presentato le sue ricerche ad un pubblico di oltre cento partecipanti che per due ore hanno riflettuto con lei ed il prof. Merler sul problema delle migrazioni, problema mondiale, è bene sottolineare, non solo italiano. Se può interessare non ha citato una sola volta l’attuale premier politico, pertanto si è ben guardata “dallo strumentalizzare le posizioni dell’attuale governo” come il consigliere comunale paventava nella sua nota, anche perché le sue ricerche vertono sugli anni dal 2010 al 2013 e sulle prese di posizione di organizzazioni politiche, sociali, filosofiche, femministe, in quegli anni su questo tema.
Personalmente auspico che le Amministrazioni Comunali, indipendentemente dal loro colore politico, perseguano la strada della promozione di iniziative culturali che costituiscono un’occasione di discussione su temi cruciali. Nello specifico l’iniziativa era anche pensata per far conoscere una delle tante nostre eccellenze sparse nel mondo. Se Ozieri, qualsiasi sia l’Amministrazione, riesce a tenere un legame con loro, potrebbero nascere occasioni sia di sviluppo culturale sia di sviluppo economico. Personalmente ho già discusso l’idea con alcuni sindaci sull’organizzare una due giorni con tutti i nostri giovani che si sono fatti spazio in Italia e all’estero, perché fuori Ozieri abbiamo una città composta da ottimi studiosi e potrebbe essere utile sentirli tutti. Importante è superare i pre-giudizi, quelli dati prima di conoscere qualcosa o qualcuno.
Uno di questi pre-giudizi, così giustifico perché sono riandato indietro nel tempo, portò ad esempio alla cancellazione ad Ozieri del Festival internazionale di musica “Estiamo in Piazza”. Qualche Amministratore “illuminato” sostenne la tesi che il jazz era “musica di sinistra” e pertanto non essendo lui di sinistra, il festival non doveva avere cittadinanza nel nostro centro. Sappiamo come andò a finire. Da invidiati come eravamo in tutta l’isola siamo passati ad essere invidiosi del successo altrui (leggi ad es. Time in jazz di Berchidda). Meglio che certe cose non si ripetano».
Titino Bacciu
già assessore alla Cultura al Comune di Ozieri
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