Ozieri. Cooperativa Spes, 16 anni di solidarietà e imprenditorialità
Nata per iniziativa della Caritas Diocesana di Ozieri, dal 2005 è un punto di riferimento del territorio nel favorire un percorso lavorativo per le persone socialmente svantaggiate.
“16 anni di storia, 16 anni di storie: Prospettive per il nostro domani”. È il titolo della giornata che si è tenuta a Pattada sabato 25 settembre nei locali dell’Hotel “La Pineta”, alla presenza di soci, dipendenti e amici della SPES, la cooperativa sociale nata nel 2005 per iniziativa della Caritas Diocesana di Ozieri. Connubio che nel tempo ha dato seguito a quello che era ed è l’obiettivo dell’Ufficio Pastorale della Carità, ovvero “non fare elemosina ma promuovere e favorire progetti che abbiano un impatto positivo di crescita e di sviluppo sia per le persone che sono coinvolte nell’ambito lavorativo sia per il territorio che le accoglie”. E così è stato, infatti, il territorio, nel corso degli anni, ha visto crescere questa realtà imprenditoriale nell’impegno di favorire un percorso lavorativo per le persone socialmente svantaggiate. Una missione sintetizzata proprio nel nome, perché se è vero che l’acronimo Spes sta per Società Per Erogazione di Servizi, la sua principale caratteristica è racchiusa nel significato del termine latino Speranza. Ed è proprio la speranza il fulcro di tutto il mondo SPES e di ciò che ha operato in questi 16 anni, mettendo al centro le persone, coniugando solidarietà e imprenditorialità in un incontro che unisce l’attenzione alle esigenze dei lavoratori con l’integrazione proficua delle forze lavoro del territorio.
Da sempre aperta a cooperare con le realtà presenti nel territorio, la SPES ha collaborato e collabora con Enti pubblici, privati e del terzo settore come le amministrazioni comunali, i servizi sociali, i servizi specialistici del distretto sanitario, il CSV Sardegna Solidale, il Centro Unitas, l’Associazione cattolica Volontari del 2000, ed altre organizzazioni locali. I settori e le attività sviluppatesi nel corso dei 16 anni «non sono nate a tavolino: dietro la creazione di ogni settore e attività c’è sempre la storia di una persona!», ha affermato il Presidente della SPES Tonino Becciu durante la presentazione del Progetto Sociale. Per esempio, ad un ragazzo che aveva concluso il percorso di cura e riabilitazione in una comunità terapeutica per soggetti con dipendenze, si deve la nascita della bottega del Legno.
Il Presidente ha poi ricordato le diverse attività messe in piedi nei 16 anni di cooperativa, passando per il settore dell’edilizia, della panificazione con la Bottega della Spianata, ma anche il servizio pulizia, il segretariato sociale e, non ultimo, il laboratorio di serigrafia con la personalizzazione e stampa di oggettistica varia. Inoltre c’è la “Vigna don Salis”, che ha portato nel corso del 2021 all’imbottigliamento e la vendita del vino “Don Salis”. Dal 2005 ad oggi sono oltre 400 gli inserimenti lavorativi temporanei e continuativi che la SPES ha attuato nei diversi settori anche attraverso convenzioni con i Comuni, rendendola opera-segno della Diocesi di Ozieri, secondo l’orientamento di Caritas italiana. Attualmente la cooperativa ha 65 dipendenti e guarda avanti, a testa alta, alle tante iniziative che sono in cantiere.
Il convegno. Durante la mattinata si sono susseguiti diversi interventi coordinati da Francesca Sanciu, socia e dipendente della cooperativa, che ha gestito i tempi e accompagnato lo svolgersi della mattinata. Al tavolo della presidenza, oltre al Presidente Tonino Becciu, anche don Mario Curzu, direttore della Caritas diocesana di Ozieri e Vice Presidente della cooperativa, e il vescovo di Ozieri Corrado Melis. Significative le testimonianze dei soci dipendenti. Come quella di Tore, primo dipendente della cooperativa SPES, che nel settore dell’edilizia ha trovato non solo un’opportunità lavorativa, ma anche una crescita personale, professionale e un’accoglienza che hanno segnato il suo percorso di vita. Allo stesso modo Marco, membro del consiglio di amministrazione, che ha raccontato la sua realizzazione personale e Maria Antonietta, mamma di due figli che lavora nel panificio. Giovanna Pani, vice direttore della Caritas diocesana, ha prestato invece la sua voce per raccontare altre testimonianze di dipendenti della cooperativa che per motivi di salute non hanno potuto essere presenti all’incontro.
Sono inoltre intervenuti Marco Murgia e Angelo Sini rispettivamente sindaci di Ozieri e Pattada che hanno descritto la cooperativa come una realtà che «fa bene al territorio». Murgia ha evidenziato l’importanza di difendere la storia e l’identità della SPES perché «non c’è un’altra realtà così. È un’impresa sociale che tocca le persone, le aiuta a crescere, a recuperare la propria dignità e… aiuta tutti noi a crescere!». Sini ha affermato che «spesso ci riempiamo la bocca di etica dell’impresa e di funzione sociale dell’impresa e poi siamo i primi ad accusare le imprese che hanno una funzione sociale. Quando diamo un appalto dobbiamo basarci su numeri… questo però lo trovo sbagliato! Non può essere solo il profitto economico quello che decreta una scelta. “La funzione sociale” dovrebbe essere una di queste!».
Anastasia Ladu, assessore del comune di Ozieri, ha sottolineato la necessità di leggi sovra nazionali che regolamentino in modo chiaro i rapporti di collaborazioni con il terzo settore. Importanti anche altri interventi come quello di Franco Demontis, direttore tecnico della cooperativa, che ha sottolineato gli importanti obiettivi raggiunti in questi anni con il doveroso impegno di «crescere e migliorare ancora!».
In questi anni però non sono mancati i momenti di prova e difficoltà, come a esempio l’incendio nel settembre del 2014 che ha mandato in fumo i locali e le attrezzature del panificio. Problema superato con la Speranza, che è stata lo «sprone per andare avanti e riprendere l’attività superando il momento di difficoltà con uno spirito forte di resilienza».
Tra gli altri interventi quello di Giampiero Farru, presidente di Sardegna Solidale, il quale ha rimarcato la domanda che tanti si pongono: «Ma chi ve lo fa fare?» La risposta nasce dalla consapevolezza che le relazioni lavorative si devono sempre basare sulle relazioni umane in uno scambio di conoscenze e attenzioni che non guardano solo al mero aspetto economico ma al valore e alla dignità di chi si ha di fronte. Ecco perché, come ha precisato don Gianfranco Pala, viene da chiedersi come sarebbe stato il nostro contesto territoriale senza la SPES: senz’altro più povero!
Le conclusioni della mattinata sono state affidate a mons. Corrado Melis che ha detto come «questi 16 anni sono importanti per raccontare. Se non raccontiamo, se non c’è narrazione, allora nascono i pettegolezzi e le falsità che conosciamo… Se invece c’è una narrazione è facile che nasca una prospettiva e quindi la speranza. Più raccontiamo, più ci raccontiamo, più nasce la speranza che diviene anche entusiasmo per portare avanti questa nostra esperienza di Chiesa! […] È bello e giusto prestare ascolto a queste esperienze e testimonianze che rimarcano lo spirito di famiglia insito nella Chiesa che si impegna a realizzare attività lavorative alla luce del Vangelo, anche con realtà come la SPES, che rappresenta un’opera-segno che edifica non solo la Chiesa ma anche il territorio in cui opera».
Una realtà, dunque, quella della SPES, che opera nel presente e memore delle esperienze del passato, volge lo sguardo alle tante iniziative in cantiere, per continuare a sviluppare gli anticorpi contro la cultura dello scarto denunciata da Papa Francesco.