Ozieri, domani a Bisarcio inizia l’11esima campagna di scavi
La ricerca sarà indirizzata su una struttura rinvenuta lo scorso anno nel cortile della canonica, elemento ritenuto dal professor Milanese di particolare importanza per l’interpretazione del sito vescovile.
OZIERI. Al via domani 17 agosto, con termine il 10 settembre, l’undicesima annualità della campagna di scavi archeologici del sito medievale di Bisarcio. In “campo” ci saranno studenti e ricercatori dell’Università di Sassari e di altri atenei italiani, chiamati ad approfondire uno studio che nel corso degli anni ha prodotto importantissimi risultati. Per farlo, gli archeologici potranno avvalersi – oltre che delle loro conoscenze, della buona volontà e degli strumenti tipici del mestiere – di modernissime tecnologie scientifiche come un laboratorio di Antropologia e Paleopatologia, indagini chimiche, faunistiche e archeobotaniche, elaborazioni fotogrammetriche, termografiche, 3D da terra e l’utilizzo di un drone. A guidarli sarà il docente di Archeologia Medievale dell’Università degli Studi di Sassari, e direttore dello scavo, professor Marco Milanese, che spiega quali sono gli obiettivi dello studio di quest’anno.
«La ricerca di questa campagna 2023 – anticipa il docente – si concentrerà su una struttura, sempre romanica, rinvenuta negli ultimi giorni della campagna ’22 nel cortile della canonica. Si tratta di un elemento di particolare importanza per l’interpretazione del sito vescovile, che consentirà di documentare l’organizzazione degli spazi di questa importante diocesi medievale dall’XI al XVI secolo».
L’auspicio espresso dal docente, ormai da alcuni anni, è quello che in un prossimo futuro si possa ampliare la campagna di scavo anche al villaggio medievale adiacente alla basilica. Un sito abbandonato all’inizio del Settecento dal quale potrebbero emergere importanti elementi per ricostruire non solo la vita del clero e dei suoi rapporti con la popolazione e con il potere feudale – che sono gli obiettivi principali dello scavo medievale – ma anche informazioni importanti sulla vita della popolazione che abitò il sito per tutta l’epoca della dominazione spagnola, se non oltre. Elementi che sono in parte emersi dallo studio nell’area del cimitero, che, come ricorda professor Milanese, hanno prodotto «grandi risultati ormai noti a livello internazionale».
L’importanza della prosecuzione della campagna di scavo a Bisarcio è stata salutata con soddisfazione dall’amministrazione comunale, che lo scorso maggio aveva firmato il relativo accordo con l’Università degli Studi di Sassari, dipartimento dell’Uomo e della Formazione, e si era visto ribadito l’accordo con la Diocesi per il sostegno alla campagna. «Siamo sempre ben lieti – aveva detto in quella occasione il primo cittadino Marco Peralta – di accogliere e sostenere una campagna di scavo così prestigiosa in un sito in cui si racchiudono le origini di Ozieri, sito che sta acquistando sempre maggiore importanza e popolarità e che si sta dimostrando sempre maggiormente attrattivo per i turisti. Contiamo di valorizzarlo ulteriormente quando sarà completata la nuova strada Sassari-Olbia e il percorso per raggiungere il sito sarà più agevole».
E sempre per quanto riguarda il versante della fruibilità del sito ai fini turistici, va ricordato che nel protocollo firmato a maggio, che fissa gli obiettivi strategici dello scavo, è stata anche prevista la realizzazione di una brochure divulgativa da utilizzare come guida per i visitatori.
A.C.
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