Ozieri. Festa della “Madonna delle Grazie”: il programma
OZIERI | 12 maggio 2024. Sabato 18 maggio, in pieno mese mariano, Ozieri renderà omaggio alla Madonna delle Grazie con una piccola festa in suo onore. Il programma prevede alle ore 16:45 il raduno dei fedeli e di tutte le società cattoliche cittadine con le rispettive bandiere nel piazzale della chiesetta delle Grazie, da cui alle ore 17:15 partirà – per poi farvi ritorno – la processione per le vie del quartiere, accompagnata dalla banda musicale “Città di Ozieri”. Alle ore 18 don Roberto Arcadu celebrerà la Santa Messa. I festeggiamenti si concluderanno con un momento conviviale. In avvicinamento alla festa, da martedì 14 maggio, alle 16:30, si potrà recitare nella chiesetta il Rosario guidato da suor Stella delle piccole suore di Gesù e Maria.
Cenni storici sulla chiesa delle Grazie
Le prime notizie sulla chiesa delle Grazie risalgono alla fine del ‘500, ma probabilmente, secondo lo storico diocesano don Francesco Amadu, la sua origine è più antica. Oggetto di continua devozione da parte degli ozieresi, dal 1872 ospitò l’omonima Confraternita della Beata Vergine delle Grazie, che raccolse un notevole numero di lavoratori cristiani dopo che nel 1864 una legge aveva abolito i Gremi. Nel 1888 la chiesa fu requisita dal Governo per farne un deposito di materiale militare, diventando anche una colombaia per piccioni viaggiatori sino al 1945. Per diversi anni ha trovato poi sede presso di essa anche una piccola comunità delle suore Benedettine “Mater Unitatis” (Tratto da “Saluti da Ozieri” – prima parte).
La facciata della chiesa è in stile romanico “a timpano”. L’architettura della costruzione è stata modificata dall’occupazione da parte dei militari, che hanno stravolto l’edificio specie la navata centrale, trasformata in alloggio per il comandante e in ricovero di piccioni. Fortunatamente nello scempio compiuto non è stata coinvolta la volta a stella dell’abside, mirabile esempio di architettura. Si tratta di una volta a crociera in cui ognuna delle quattro parti si divide in altre tre con una serie di nervature in tufo che convergono al centro in cinque rosoni scolpiti con bassorilievi di pregevole fattura (Tratto da “Othieri terra mia”).
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