Ozieri. I Bonayres omaggiano la poesia con il nuovo album “Xilema”
Il disco verrà presentato in anteprima venerdì 6 ottobre in occasione del Festival del turismo itinerante.
OZIERI. Con l’album XILEMA registrato a metà dello scorso mese che verrà presentato al pubblico venerdì presso i Giardini del Cantaro alle ore 20:30, in occasione del Festival del turismo itinerante, i Bonayres mettono un nuovo importante tassello al puzzle musicale iniziato con le incursioni nel tango argentino e sfociate ora in atmosfere eleganti e soft, con un retrogusto jazz e un livello esecutivo di primissimo livello.
La storia dei Bonayres nasce nel 2016 con l’incontro tra Giuseppe Salis (chitarra e composizione), Piermario Tedde (basso e composizione), Marcellino Grillo (flauti e harmonioum indiano), Antonello Muscas (batteria), Antonello Mura (pianoforte) e Antonio Porcu (voce solista). Un mix tra fusion, jazz, musica classica e lirica che si riversa nella musica sud americana e con un primo album trova ottimi riscontri partecipando a varie manifestazioni di rilievo come il World Music Festival a Sassari ed il festival jazz Remembering Isio ad Ozieri. Nella fine dello scorso anno alla formazione attuale si aggiungono Laura Mulas alla voce ed alla composizione e Piermario Costanza alle percussioni che apportano nuove idee compositive e completano il sound tanto che il 13 settembre scorso vede la luce il nuovo progetto discografico registrato presso lo Wave Studio con il rilascio dei brani su tutte le piattaforme digitali iniziato dal 1 ottobre con il singolo Pedra.
«Lo Xilema è una parte del sistema linfatico delle piante e precisamente conduce la linfa, ricca di nutrienti, dalle radici verso le foglie. Allo stesso modo, a partire dalle origini artistiche e culturali, abbiamo musicato e riarrangiato poesie che raccontano il Logudoro e l’Isola. Vogliamo lavorare per dare un movimento verso l’alto, verso le foglie in senso figurato, a opere artistiche di rilievo – hanno detto i Bonayres –. In senso figurato è quasi un “dissotterrare”. Questo concetto è ben presente in ogni componente della band ed è diventata fonte di ispirazione e motivazione, tanto che tutto l’album diventa un racconto di noi stessi ed ogni brano vuole raccontare una sfaccettatura della società sarda».
Sono state selezionate dieci poesie alle quali i musicisti hanno costruito una veste ed ogni brano racconta così un pezzo della storia dell’Isola in maniera caratterizzante: l’emigrazione, la piaga degli incendi, i nostri paesaggi, le feste del vino senza dimenticare le relazioni umane. “Uno spazio particolare lo abbiamo voluto lasciare a Maria Teresa Cau, la prima cantautrice sarda, riproponendo nuovi arrangiamenti per le sue parole e melodie. Insieme ai brani presenteremo anche le poetesse ed i poeti che in qualche modo “si esibiscono” insieme a noi”. È stata operato anche un recupero di due brani eseguiti già negli anni ‘90 dalla band “African Flowers” di cui alcuni Bonayres facevano parte, che vinse il Leone d’oro a Venezia. I pezzi non furono registrati e rischiavano di andare perduti e così sono stati inseriti all’interno dell’album a rimarcare e riscoprire un periodo artistico di grande sviluppo e fermento ad Ozieri e che meritano di essere conosciuti ed ascoltati.
Il brano “Pedra”
Il primo singolo https://spotify.link/ixoIFwEUxDb rilasciato sulle piattaforme preannuncia un lavoro tutto da scoprire e sin dalle prime battute si ha l’impressione che nulla sia stato lasciato al caso e il percorso che i dieci brani segneranno per comporre Xilema sarà una sorta di concept album di grande livello. Le atmosfere soft ed eleganti si snodano attraverso la bravura dei musicisti che hanno alle spalle un curriculum di tutto rispetto e ascoltando in cuffia si viene cullati dalla voce calda e suadente di Laura Mulas accompagnata dagli interventi discreti del flauto traverso di Marcellino Grillo che evoca nei nostalgici degli anni ’70 il magnifico Ian Andreson dei Jethro Tull.
La chitarra acustica di Giuseppe Salis, con una parte solista assolutamente centrata si siede su una ritmica in cui l’inclinazione jazz di Antonello Muscas alla batteria si percepisce bene sia per il tocco che per i tempi utilizzati a cui si affiancano le percussioni di Piermario Costanza e il basso di Piermario Tedde. L’attesa e la curiosità nei prossimi brani sarà invece per il pianoforte di Antonello Mura e la voce potente di Antonio Porcu. Da una poesia di Laura Mulas di Ozieri e Luigi Piga di Tempio nasce “Pedra”: Quando un fiume entra in secca si vedono solo le pietre dell’alveo cotte dal sole, sparisce la vita e rimane solo il battito di una vita precendente. Poi torna l’acqua che con eleganza ma tanto fragore dà vita ad un nuovo inizio. L’alveo di ridesta, si raffredda e viene scosso. Rapidamente tutto cambia.
Piano piano si sente il rumore delle pietre dell’alveo che vengono fatte rotolare via dalla forza dell’acqua e si ritorna ad essere fiume. Gli autori non avevano precisa intenzione di scrivere un brano né una poesia. Hanno semplicemente iniziato a “giocare” con dei versi improvvisati, alternandosi reciprocamente, riprendendo in parte la tradizione della forma poetica “a bolu”. In seguito, alcuni accorgimenti in comune hanno completato il processo creativo di Pedra. I sentimenti si fondono con i paesaggi logudoresi che si spingono fino al confine con la Gallura e ispirano i poeti a descrivere loro stessi come pietre, acqua, lampi e grano, in una fusione totale tra animo, storia e paesaggio.
Narami de su fritu e su calore.
Narami si s’alenu est amore
e narami, su chi deo no isco già
E tenemi, deo trattenzo su suore
Tenemi, tue t’abberis che unu fiore
e tenemi, ca deo so molzende gia
Pedra, rocca e pedra
chi mi ch’essini dae su coro.
Lughe, lampos mannos
pro un’avveschida de oro.
Pedra, rocca e pedra
chi mi ch’essini dae su coro.
Iscultami. Su tremore in custa oghe
iscultami. Oe s’illeriat su laore.
Iscultami. Deo ti so intendende gia.
Pedra, rocca e pedra
chi mi ch’essini dae su coro.
Lughe, lampos mannos
pro un’avveschida de oro.
Pedra, rocca e pedra
chi mi ch’essini dae su coro.
Pedra, rocca e pedra
chi mi ch’essini dae su coro.
Lughe, lampos mannos
pro un’avveschida de oro.
Pedra, rocca e pedra
chi mi ch’essini dae su coro.
Che so falende in s’animu.
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