Ozieri. Murgia e Fae: «Quale idea di verde ha in mente questa maggioranza?»
OZIERI. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Marco Murgia, già sindaco di Ozieri e attuale capogruppo in Consiglio comunale di “Ozieri Civica”, e dell’ex delegato al verde pubblico Pierangelo Fae.
«A leggere il documento della coalizione di maggioranza (Alternativa per Ozieri ndr) e alla sintesi un po’ più edulcorata sulla Nuova Sardegna si resta basiti. Premesso che da un primo cittadino ci si aspetta un atteggiamento di maggior distacco e la consapevolezza che una volta eletti si diventa sindaco di tutti, colpisce la verve con cui prova ad argomentare la scelta di abbattere numerosi alberi, scelta che ha creato tante discussioni anche all’interno della stessa maggioranza. Ed è giusto che sia così, perché in ballo non c’è il taglio di qualche albero in precarie condizioni, ma c’è la visione politica di come va protetto e valorizzato il patrimonio del verde pubblico che le amministrazioni ereditano e lasciano quando termina il loro mandato.
Il verde pubblico è un patrimonio che non sta nelle disponibilità di questa o quella maggioranza ma dell’intera comunità. Abbattere un albero per garantire maggior sicurezza ai cittadini o per salvaguardare i luoghi che li ospitano è preciso dovere degli amministratori anche per via delle responsabilità a cui sarebbero chiamati in caso di sinistro. Di contro, abbatterli senza un motivo legato alla salvaguardia delle persone e del patrimonio pubblico diventa una scelta discutibile su cui il sindaco deve accettare il confronto e le critiche.
Veramente qualcuno pensa che la città sia stata amministrata da irresponsabili privi di buon senso? Ci si dimentica quali salti mortali si son dovuti fare nei due anni di pandemia? Non si tratta quindi di sindacare sulla singola iniziativa o sull’abbattimento di qualche albero ma di capire qual è il senso di certi interventi. Quale idea di verde per la comunità ha in mente questa maggioranza? Per quale motivo le piazze ed il centro abitato dovrebbero essere privati delle alberature, compresa piazza Garibaldi, a cui la primavera dona in questi giorni, uno spettacolo di colori variegati?
Chi ha amministrato per 15 anni (grazie agli elettori) ha cercato di valorizzare il patrimonio del verde pubblico e infatti il numero di alberi messi a dimora sono ben più di quelli che la legge chiede ai comuni di piantare per ogni bambino nato. Chi non ha la memoria corta e non è in malafede, ricorderà sicuramente come si presentavano l’ingresso di Ozieri alla Gescal, via Gavino Cocco, viale Europa, piazza Arborea, la parte bassa del boschetto, viale Aldo Moro, piazza Caduti Ozieresi, il parco di San Gavino, l’accesso alla chiesa di Sant’Antioco a Bisarcio, solo per citarne alcuni. Tutto con risorse economiche e di personale sempre più limitate.
Siamo stati tra i primi comuni a sperimentare e poi sottoscrivere un protocollo di collaborazione dell’Ente Foreste che ha preso in carico Ippovia, boschetto, Pont’Ezzu, Sa Mandra e sa Jua, ecc. Protocollo di cui ora si giova l’attuale maggioranza. Siamo il comune con più aree verdi in proporzione all’estensione e alla conformazione della città. Per questi dati e per le scelte fatte sulle energie alternative la città può aspirare con fiducia al raggiungimento degli obiettivi del protocollo di Parigi per l’abbattimento del 55% delle emissioni di CO2. Un impegno quotidiano lungo 15 anni che andrebbe valorizzato non denigrato perché quando il lavoro delle amministrazioni porta risultati concreti diventano patrimonio della comunità non di chi lo ha fatto.
Gli alberi di San Francesco (zona di interesse paesaggistico sottoposta a tutela) sono stati rimessi al loro posto. Sebbene ve ne fosse uno storto si è preferito tagliarne tre (I due sani sono ancora ben visibili su google – vedi foto in alto –), questo grazie alle sollecitazioni dell’opinione pubblica. Aspettiamo con trepidazione che vengano rimessi a dimora quelli abbattuti al cantaro, piazza Iosto, San Gavino ecc. Poichè tagliare è facilissimo, piantare, curare e far crescere un albero richiede decenni di cura e manutenzioni, cosa al quale nessuna amministrazione del passato si è tirata indietro. A pensar male vien da chiedersi se questa narrazione di pericolosità diffusa non serva semplicemente a giustificare l’abbattimento di alberi su segnalazione del primo che passa, considerando appunto come sia ben più facile tagliare che gestire.
Per questo abbiamo deciso di sostenere l’iniziativa di attivare il percorso per costituire una o più comunità energetiche e se ci saranno altre idee che vanno nella giusta direzione le sosterremo senza alcuna remora. A noi interessa Ozieri e il suo futuro», concludono Murgia e Fae.
In copertina: da sin. Marco Murgia e Pieragelo Fae
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