Ozieri. Notizie d’archivio sulla chiesa di San Filippo Neri
Con la chiesa di San Filippo Neri, continuiamo la pubblicazione dei contributi storici di mons. Francesco Amadu sulle chiese che un tempo erano presenti all’interno della cinta urbana di Ozieri, andate poi distrutte nel tempo. (Si veda anche San Michele, Sant’Agostino, San Leonardo de Contra, Sant’Isidoro e Santa Croce).
Nella prima metà del Seicento sorgeva a Ozieri una piccola congregazione locale di sacerdoti che si proponeva di attuare il programma previsto dei cosiddetti “oratorii” istituiti da San Filippo Neri. A Ozieri, forse per la confusione di parole, l’Oratorio divenne il “Ritiro” dei Filippini.
Nel 1643 l’amministratore dei “Filippini” acquistava, a nome dei sacerdoti iscritti, tre vecchie case per la somma di 150 lire, nel rione “Piatta”, presso la chiesa di S. Maria (Atto del 15.9.1643 – v. M.XV, pag. 30). Su quest’area, dopo l’abbattimento delle casette, veniva costruita una “cappella” o chiesetta a sé stante, presso la chiesa di Santa Croce. Invece della solita pianta rettangolare, tradizionale delle chiese, ebbe una pianta circolare, come quella dei “tempietti” classici, di piccole dimensioni (si veda la pianta di Ozieri del 1849).
Oltre l’altare principale dedicato al Santo titolare, ne aveva anche uno secondario dedicato alle Anime del Purgatorio (Visita pastorale del vescovo Bertolini nel 1734 – v. M. IV, pag. 63). Nel 1690, quando si trattò di far venire a Ozieri i Padri dello Compagnia di Gesù per tenervi le scuole, fra le offerte che essi ebbero vi fu anche quella della case dei Filippini costruita presso la chiesetta, come alloggio, e della chiesa stessa per le loro ufficiature. Per i Gesuiti si trovò però in seguito diverse e più ampia residenza e la chiesetta rimase sempre del “Ritiro” dei Filippini.
Nel Seicento e nel Settecento essa fu oggetto di molte cure particolarmente da parte delle famiglie nobili dei Delarca-Rugeri e dei Guiò-Grixoni (v. M.V, pag. 43, 44). Benché “cappella”, ebbe tutti i diritti delle chiese vere e proprie, e fra essi il “diritto di asilo”, in forza del quale un latitante che vi si fosse rifugiato non poteva più essere catturato. E fece molto scalpore il fatto che vi fossero entrati, una volta, i ministri di giustizio per catturarne uno (Archivio Curie, Cause criminali, n. 8/1690. – v. M. V, pag. 94). L’Angius, nelle prime metà dell’Ottocento, elenco ancora fra le chiese di Ozieri, anche quella di S. Filippo Neri (Dizionario del Casalis, alla voce “Ozieri”. pag. 798). Nella citata pianta di Ozieri del 1849 vediamo registrata la chiesetta di San Filippo Neri. Ma proprio in quell’anno troviamo una petizione alla Santa Sede, con la quale il Vicario Capitolare Gavino Pischedda dichiara che “essendosi eretta canonicamente nella chiesa di San Filippo Neri la Pia Unione (dei Filippini) venne queste chiesa distrutta per le vetustà del fabbricato, e per necessità di dovette trasferire la stessa Pie Unione e Congregazione in una Cappella dedicata allo stesso Santo nelle Cattedrale…” (Archivio capitolare, Carte varie, fasc. 12. Altra carta del 1684, riguardante i Filippini, si trova fra altre nel fasc. 28 – v. M. XXXV, pag. ss.). Ciò vuol dire che le citata pianta di Ozieri, pur datata nel 1849, risale a qualche anno primo.
Nella foto: particolare della pianta di Ozieri di metà ‘800 dove don Amadu identifica la chiesetta di San Filippo Neri. L’edificio, costruito vicino alla distrutta Santa Croce e la chiesa Cattedrale, probabilmente era situato nei pressi dell’attuale Episcopio.