Ozieri. Notizie d’archivio sulla chiesa di San Leonardo “de Contra”
Continuinamo la pubblicazione dei contributi storici scritti da mons. Francesco Amadu sulle chiese che un tempo erano presenti all’interno della cinta urbana di Ozieri, andate poi distrutte nel tempo. Dopo San Michele e Sant’Agostino oggi parliamo di San Leonardo.
Era conosciuta come “Santu Lenardu de Contra” per distinguerla dalla chiesa rurale di S. Leonardo di Orvei in Su Sassu. Con essa aveva termine il rione di “Bidda Ezza”, e iniziava quello di “Bidda Noa”. Nelle “confrontaciones” di cui si è parlato, la parola “eo” oppure “heo” sta talvolta ad indicare che la casa o il terreno di cui si tratta è proprio al confine tre due rioni o “bighinados”. Così, parlando della chiesa di S. Agostino, si è vista la citazione della vigna di “Santu Leonardu de Contra, eo Bidda Becia”.
Durante la peste del 1652, molte delle chiese sia rurali sia entro l’abitato diventarono dei lazzaretti dove venivano ricoverati gli ammalati. Così troviamo negli elenchi i nomi di alcune persone morte di peste in “Santu Lenardu de Contra” (Archivio Capitolare. Registro dei defunti, all’anno 1652-53).
Altre chiese rurali diventano invece rifugio per molti che tentavano così di evitare il contagio: inutilmente in molti casi. Tra queste chiese ricorderemo S. Pietro e S. Stefano di Monte Nieddu, S. Luca di Chilivani, S. Maria di Pianu. Se per le prime due di esse abbiamo notizie di soli morti, per le altre due le notizie sono meno brutte. Nel registro dei battesimi di Ittireddu leggiamo di un bambino battezzato il 4 gennaio 1653 “su quale nasquisit in Santu Luca a su tempus qui fuisit sa gente dae Ottieri pro sa peste”. Tre giorni dopo viene battezzato un altro bambino in quale “nasquisit in Nostra Signora de Pianu quando si retirait sa gente pro sa peste dae sa villa de Ottieri” (Archivio parrocchiale di Ittireddu, Registro dei battesimi).
Tra le chiese destinate ad essere requisite dal Governo nel 1889, per essere adibite a “deposito di materiale di nobilitazione” era inclusa anche questa di S. Leonardo, ma non ci consta la ragione per cui non seguì la sorte delle altre (Archivio Capitolare, Carte varie, fasc.29: notifiche del Sindaco e risposte dei relativi canonici “titolari” delle chiese – v M.XXXI, pag.49).
L’edificio sacro, tuttavia, non ebbe da allora le cure necessarie, non sappiamo per quale ragione, e decadde lentamente. Ancora negli anni Sessanta esistevano le rovine dell’edificio, sulla cui area fu poi costruita una casa popolare, previa cessione dell’area da parte della Curia al Comune, in cambio di altra su cui sorse poi la nuova chiesa parrocchiale del Santo Bambino di Praga (Archivio Curia, “Nuove Parrocchie”, fasc. “S. Bambino di Praga”).
Nella foto: anni ’40 del 1900, un gruppo di soci della Società religiosa B.V. del Rimedio degli Angeli (protettrice dei muratori) con i familiari nel giorno della festa della patrona