Ozieri. Notizie d’archivio sulla chiesa di Santa Croce
Con alcune notizie d’archivio su Santa Croce diamo seguito alla pubblicazione dei contributi storici di mons. Francesco Amadu sulle chiese che un tempo erano presenti all’interno della cinta urbana di Ozieri, andate poi distrutte nel tempo. Dunque, dopo San Michele, Sant’Agostino e San Leonardo de Contra e Sant’Isidoro, oggi parliamo proprio dell’edificio religioso che sorgeva di fronte alla cattedrale.
La chiesa di Santa Croce esisteva di fronte alla parrocchiale di Santa Maria, probabilmente in quella che l’attuale piazzetta antistante la Cattedrale. In essa veniva istituita la Confraternita di Santa Croce con bolla del 2 agosto 1607, sotto il pontificato del Papa Paolo V: ed è probabile che a quel tempo risalisse la sua costruzione, come tante altre chiese dedicate al Rosario e a Santa Croce sorsero in quel periodo in Sardegna quando vi si propagarono le Confraternite. La chiesa aveva due cappelle laterali: una dedicata a San Bonaventura e l’altra alle anime del Purgatorio; vi era annessa lateralmente una sacristia. Benché in un documento del 1828 troviamo indicata come “Confraternita dei Nobili” quella del Rosario vediamo che al 1846 la Confraternita di S. Croce aveva come priore il nobile Don Giuseppe Tola e altri sette nobili nel suo consiglio di amministrazione. Era ben amministrata e curata come rileviamo da un suo libro di amministrazione.
Tuttavia in occasione dei lavori di ampliamento della chiesa cattedrale si vide necessario l’abbattimento dell’edificio nonostante le vive opposizioni della Confraternita. Dopo lunghissime trattative, durate due anni e mezzo dal maggio 1846 al novembre 1848, con atto notarile veniva concordato quanto segue: in cambio della chiesa di Santa Croce da demolire, veniva concessa alla Confraternita la chiesa nuova esistente nella piazza Cantareddu, e ancora non del tutto completata, dedicata a San Francesco Borgia, insieme con un’area annessa. Tele chiesa era sotto la cura del Seminario il quale cedeva arredi sacri e paramenti al nuovo Oratorio, al quale veniva pure assegnata la somma di £. 6.048, proveniente dalla vendita di 250 ettolitri di grano che il defunto vescovo Carchero aveva lasciato per i lavori della Cattedrale.
Tuttavia, le cose andarono diversamente. Verso il 1842 venne data nuova sistemazione alle vie cittadine e si decise quindi di abbattere la chiesa di San Francesco Borgia per ottenere un allargamento della piazza Cantareddu (l’emiciclo).
La Confraternita si oppose decisamente a questa soluzione, chiedendo adeguati risarcimenti per la perdita della sede. Ne scaturì une lite, fino a quando si arrivò ad un compromesso dietro una sentenza di arbitraggio da parte del vescovo Filippo Bacciu nel 1898. Intanto, per un certo periodo la Confraternita si era stabilita nella chiesa di S. Francesco, ma dovette, in seguito all’esproprio del Convento da parte dello Stato, trasferirsi alla chiesa di S. Lucia. Nessuna notizia certa si ha sull’origine del Crocifisso oggi esistente in S. Lucia, ma non è da escludere che esso sia quello che si trovava un tempo nella distrutta chiesa di Santa Croce.
Nella foto di copertina: la Cattedrale in una foto di fine 1800; nella seconda immagine: planimetria del 1845 in cui è ben identificata la chiesa di Santa Croce; nella terza: pianta dell’ampliamento della Cattedrale con l’abbattimento della chiesa di Santa Croce. Il progetto, del 1849, fu affidato all’architetto cagliaritano Gaetano Cima