Ozieri. Stop ai tavolini esterni dei bar dalle 23, i Riformatori: «Lockdown in salsa Logudorese»
Per la coordinatrice Carmen Farina occorre tutelare i ragazzi – costretti ora ad andare altrove – ma anche tutti i soggetti che producono Pil a vantaggio della comunità.
OZIERI. Sta facendo parecchio discutere a Ozieri la delibera recentemente approvata dalla giunta comunale che prescrive, in sostanza, per i bar il divieto di somministrazione di bevande nei tavolini all’aperto oltre la mezzanotte nella maggior parte dei casi e oltre le 23 per alcuni specifici locali che hanno i dehors a margine di strade aperte al traffico dei veicoli. Un divieto che in precedenza terminava la mattina alle 9, poi ridotto di due ore per dare modo di servire le colazioni dalle 7 in poi.
Sulla questione interviene il coordinamento locale dei Riformatori, che sottolinea come sia «evidente a tutti come le conseguenze dell’atto abbiano superato quelle che erano le intenzioni di chi ha voluto una pedissequa applicazione di tali regole e sollecitato le azioni di verifica e sanzione delle forze dell’ordine». Secondo i Riformatori, la decisione della giunta di applicare alla lettera alcune indicazioni nazionali è stata dettata dalla volontà di «tutelare un interesse, quello di alcuni cittadini che chiedono il rispetto della quiete pubblica», ma l’effetto sulle attività commerciali interessate «risulta quantomeno sproporzionato».
«Non pare logico – si legge nella nota diramata dalla coordinatrice Carmen Farina – che sia impedito agli Ozieresi di godere nelle serate estive del fresco delle nostre piazze, in una sorta di rinnovato lockdown in salsa Logudorese di cui nessuno sente la necessità. Impedire peraltro la somministrazione di bevande al tavolino probabilmente non impedirà in nessun modo gli assembramenti all’esterno con bevande che, regolarmente somministrate all’interno dei locali, potrebbero essere e certamente saranno trasportate dai clienti all’esterno. Né pare credibile l’inevitabile applicazione di norme di carattere nazionale alle quali il Comune si è dovuto adeguare: in nessuno dei comuni limitrofi succede qualcosa di simile!».
Con questo atteggiamento si costringono i giovani di Ozieri ad andare altrove: «non crediamo nessuno abbia questa intenzione», dicono i Riformatori, che si dichiarano convinti che occorra tutelare i ragazzi ma anche «tutti i soggetti che producono Pil a vantaggio della comunità, garantiscono posti di lavoro e consentono, con le loro tasse, di mantenere quei pochi servizi che ancora funzionano. La visione di Ozieri come una città di servizi, popolo di dipendenti pubblici, è ormai fallita, occorre cambiare punto di vista e ragionare in maniera diversa. Iniziative di questo tipo vanno in direzione opposta».
Quella dei Riformatori non è una critica tout court ma una riflessione, poiché dal coordinamento c’era la speranza «che, come già successo in altri casi, l’Amministrazione comunale potesse trovare trovare un punto di equilibrio contemperando tutti gli interessi in campo. Avevamo pensato che l’immediata convocazione dei soggetti interessati da parte dell’assessore Mario Piras (poi realizzatasi mercoledì pomeriggio, ndc.) potesse andare in questa direzione, ma così non è stato, infatti sono state confermate le misure restrittive. Da parte nostra riteniamo che le esigenze di pochi privati cittadini non possono prevalere in maniera così pesante sull’interesse generale delle attività produttive e di tutte le persone che vogliono condurre una normale vita sociale», concludono i Riformatori.
A.C.
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