• 25 Novembre 2024
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Ozieri, il triduo pasquale e la Confraternita del Rosario

Confraternita del Rosario Ozieri
Dalla Via Crucis a S’Iscravamentu fino a S’Incontru.

OZIERI. Il triduo pasquale è il periodo di tre giorni che precede la domenica di Pasqua. Segna il culmine della Settimana Santa ed è il momento più importante del calendario liturgico cattolico, durante il quale i cristiani celebrano la passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo. Il Triduo inizia con la Messa in Cena Domini del Giovedì Santo, prosegue con la commemorazione della Crocifissione del Venerdì Santo e termina con i vespri del giorno di Pasqua.

Durante questo tempo, rilevante è la presenza nei riti delle Confraternite, grazie alle quali viene rievocato, attraverso i gesti più significativi, tutto ciò che è narrato nel Vangelo sugli ultimi istanti di vita di Gesù.

Ad Ozieri, questo compito viene svolto dalla Confraternita del Rosario, in particolare il Venerdì Santo e la domenica di Pasqua, giorni in cui recita un ruolo importante nelle sacre rappresentazioni, anche con canti e preghiere. Uno dei riti più suggestivi dove i confratelli sono al centro della scena è quello del Discendimento, S’Iscravamentu (lo schiodamento). Due di essi vestiti da Giudei, che impersonano Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, durante uno dei momenti più toccanti della Passione, con grande delicatezza e movimenti misurati, guidati dalle parole del sacerdote schiodano Cristo dalla croce, baciando uno per uno i sacri chiodi che prima di essere riposti in un cesto vengono mostrati alla Madonna Addolorata e per la devozione ai fedeli. Si tratta di un gesto di pietà cristiana offerto anche da parte del popolo a Gesù, che viene liberato dalla Croce per avere una degna sepoltura.

Al termine della Deposizione tutti i confratelli accompagnano, insieme ai fedeli, ai sacerdoti della città e con il simulacro di Maria Addolorata, il corpo di Cristo al santo sepolcro (chiesa di Santa Lucia) per l’altro emozionante e rievocativo rito, quello della sepoltura.

Dopo il silenzio del Sabato Santo, l’altro momento in cui è protagonista la Confraternita è S’Incontru, ossia l’incontro in piazza Cantareddu tra le statue del Gesù Risorto e dell’Addolorata provenienti rispettivamente dalle chiese di Santa Lucia e San Francesco. I confratelli partecipano ad entrambe le processioni, in quella con il simulacro di Cristo vestiti di bianco e la mozzetta celeste, in quella che accompagna la Madonna invece con la mozzetta nera. Dopo il momento del giubilo, contrassegnato dal saluto tra “Madre” e “Figlio” che nel Vangelo non è narrato ma che certamente è avvenuto, la confraternita conclude il suo esercizio di pietà popolare accompagnando la processione con i due simulacri nella Cattedrale e partecipando alla celebrazione solenne della Santa Messa di Pasqua.

Il programma di quest’anno

La giornata del Venerdì Santo prevede alle ore 19:30 la Via Crucis cittadina con partenza da San Francesco e arrivo nella chiesa Cattedrale per S’Iscravamentu. Al termine della Deposizione i confratelli accompagneranno, insieme ai fedeli e i sacerdoti, il Cristo e la Madonna Addolorata in processione verso la chiesa di Santa Lucia, in cui si trova il sepolcro e che in passato fu la sede della Confraternita del Santissimo Crocefisso. Alla processione sarà presente anche la banda Città di Ozieri. 

Domenica di Pasqua alle ore 10,30 ci sarà invece S’Incontru. Da Santa Lucia la processione con simulacro del Cristo giungerà fino a piazza Cantareddu, dove ad attenderlo per l’incontro ci sarà la Madonna in arrivo da San Francesco. Il corteo con i due simulacri continuerà poi il suo cammino verso la Chiesa Cattedrale per la Santa Messa presieduta dal vescovo della città mons. Corrado Melis.

Per chi vuole conoscere i programmi completi può collegarsi alle pagine facebook delle parrocchie della Cattedrale, di San Francesco, Santa Lucia e Santo Bambino di Praga


Cenni storici sulla Confraternita del Rosario di Ozieri

Il culto verso la Vergine del Rosario, al pari di quelli coevi di S. Giovanni Battista e della Madonna del Rimedio, è tra i più datati dell’odierna Cattedrale di Ozieri. La sua più antica attestazione è in due inventari, redatti in occasione delle visite pastorali di altrettanti vescovi di Alghero e Unioni in Santa Maria, nella prima metà del Cinquecento. Il 15 maggio 1539 il presule Durante De’ Duranti censiva un «un altare con un retablo nuovo sotto l’invocazione di Nostra Signora del Rosario, con una parte del basamento dipinto e l’altra bianca». Qualche anno appresso, l’11 aprile 1550, il suo successore Pietro Vaguer rilevava «un altare con un quadro e una statua, entrambi della Madonna del Rosario».

Espressione di questa sentita quanto radicata devozione mariana, giunta a contare a Ozieri oggi ben sette chiese sotto il titolo della Mater Dei, fu la fondazione, il 20 dicembre 1564, con bolla del padre Vincenzo Giustiniani, Generale dell’Ordine dei Domenicani, dell’Oratorio del Santissimo Rosario di Ozieri, una delle confraternite più antiche in Sardegna, costituita quattordici anni prima di quella di Cagliari e quattro prima di quella di Alghero capoluogo di quella diocesi nella quale, all’epoca, ricadeva la stessa Ozieri. La diffusione di dette comunità ecclesiali si inserisce nel più vasto movimento di sviluppo della devozione popolare, promosso dalla Controriforma cattolica, suggellata nel Concilio di Trento, i cui lavori si erano chiusi nel 1563 e i nuovi indirizzi prontamente raccolti nella villa di Ozieri, appena l’anno seguente.

Nella travagliata storia della Confraternita qualcuno ricorda almeno una rifondazione d’annata nel 1907 e una precoce, silenziosa estinzione nel primo dopoguerra. Il momento per una ricostituzione, avvenuta nella Settimana Santa del 2009, per iniziativa di Mons. Gavino Leone e di un primo nucleo di confratelli, ha goduto del vantaggio di un tempo in cui è stato ancora possibile integrare i contenuti di una rara immagine dei confratelli dei primi decenni del Novecento con le testimonianze orali degli ozieresi più anziani.

Alcuni di questi, cresciuti all’ombra della chiesetta di Donnigazza, ricordavano i colori dell’abito sociale, distinto da un camice bianco, con mozzetta nera listata d’oro, sulla quale pendeva un medaglione della B.V. del Rosario. Nella stessa occasione si registra la fondazione de Su Concordu de Nostra Signora de su Rosariu, formato da una rappresentanza degli stessi confratelli, che accompagnano le solenni liturgie e in particolare quella suggestiva della Via Crucis cittadina del Venerdì Santo, con i canti del Miserere, No mi giamedas Maria, Stabat Mater, Sett’ispadas de dolore e Su Perdonu. (Ricerca storica a cura di Gian Gabriele Cau).

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