Partito a Ozieri il progetto “Erbe spontanee di Sardegna e cucina: il sardo in tavola!”
Da qualche giorno ha preso avvio ad Ozieri, nella sala di San Bonaventura del Centro Culturale di San Francesco, il laboratorio culturale “Erbe spontanee di Sardegna e cucina: il sardo in tavola!”.
Il progetto, nato da una brillante intuizione dell’Associazione Sportiva e Dilettantistica Eventi Duemila, che si compone, fra gli altri, di collaboratori e professionisti della progettazione sociale, operatori culturali ed esperti formatori della lingua sarda e da oltre quattro anni, sperimenta attività inerenti all’ambito del patrimonio culturale, indagato in tutte le sue implicazioni (artistiche, antropologiche, sociali, economiche, ecc.), coniuga la promozione della lingua sarda con la conoscenza di piante autoctone a scopi alimentari.
Finanziato dalla Regione Autonoma di Sardegna attraverso la L.R. 3 luglio 2018, n. 22, che disciplina la politica linguistica regionale, e la L.N. 482/99 sulle minoranze linguistiche, il progetto, giunto alla terza edizione dopo gli appuntamenti di Bessude e Sassari e patrocinato in partenariato dal Comune di Ozieri, si presenta molto interessante ed attrattivo, per i suoi contenuti intrinseci e perché contestualmente dà la possibilità ai partecipanti di dare una rinfrescatina alla lingua sarda, che, purtroppo, per molti sardi è ormai un’illustre sconosciuta o giù di lì.
La partecipazione, libera e gratuita, è aperta a tutti i residenti del territorio regionale ed il laboratorio avrà durata di 30 ore.
Nei dettagli il laboratorio mira alla conoscenza del sardo, nella varietà logudorese, allo scopo di raggiungere un livello di base, secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue. Oggi estremamente variegata, la lingua sarda risente dell’insularità e della cultura agropastorale, e nel tempo si è arricchita, grazie alla contaminazioni di altre lingue (solo per citarne una, lo spagnolo, dato che l’Isola è stata governata per per 400 anni dagli iberici) ed ai contatti e scambi fra diverse culture mediterranee di cui, è accertato, i nostri progenitori erano attivi protagonisti.
Nella brochure di presentazione del Progetto viene rimarcato come “l’attuale situazione linguistica della Sardegna sia estremamente eterogenea, e questo nonostante i diversi tentativi fatti nel corso degli ultimi decenni di uniformare le parlate del sardo con strategie di pianificazione linguistica top-down che intendevano introdurre una varietà ufficiale e istituzionale, e uniformare la scrittura”.
La cucina sarda custodisce un ricco e antico patrimonio di sapori e, nella sua tradizione enogastronomica, si riscontra un grande uso della lingua sarda tanto nella preparazione della pietanze, quanto nella medicina popolare, attraverso l’uso di erbe e le piante spontanee, con cui, da secoli e per tanti anni, i nostri antenati si sono alimentati e curati.
Relativamente all’aspetto gastronomico – recita la brochure – ogni area dell’Isola vanta una tradizione propria e differente, con le carni arrostite, il pane, i formaggi, i vini, i piatti di mare e di terra, sia di derivazione contadina che pastorale, cucinati con la cacciagione, coi prodotti della pesca, ma anche con le erbe spontanee. Gli alimenti della cucina sarda, inoltre, sono riconosciuti parte della dieta mediterranea, modello nutrizionale proclamato nel 2010 dall’Unesco tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità.
Per quanto sopra, è evidente ogni progetto che mira alla conservazione-diffusione della lingua sarda assume una grande importanza e si può ragionevolmente ipotizzare che quest’intelligente iniziativa letterario-gastronomica avrà il successo che merita e, prevedibilmente, interessanti sviluppi futuri.
Raimondo Meledina
Per info: https://www.comune.ozieri.ss.it/ente/avvisi/1300
Leggi le altre notizie su Logudorolive.it