• 21 Novembre 2024
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Peste suina, cade dopo 11 anni il divieto di esportazione per i produttori sardi

Peste suina maiali
Il presidente Solinas: «Grande risultato per l’Isola, premiata la nostra strategia vincente. Grazie a tutti i soggetti impegnati sul campo».

CAGLIARI. Cade il divieto di esportazione per allevatori e produttori del comparto suinicolo. La svolta è arrivata dopo 11 anni, e dopo una serie, che sembrava interminabile, di limitazioni e penalizzazioni per un settore rilevante dell’economia sarda.

«La fine dell’embargo con la cancellazione del divieto assoluto di movimentazione dei capi e dei prodotti suinicoli dalla nostra regione, rappresenta una svolta fondamentale per il comparto zootecnico sardo, nonché il raggiungimento di un traguardo che l’Isola inseguiva da tempo», dichiara il presidente della Regione Christian Solinas, che esprime soddisfazione per l’esito del voto di oggi a Bruxelles, con il quale il comitato tecnico rappresentato dagli Stati membri ha deciso ad unanimità a favore della proposta della Commissione europea per la revisione delle restrizioni imposte alla Sardegna per il contrasto alla diffusione della peste suina africana, in vigore dal 2011.

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«Per comprendere la portata di questo risultato e le possibili ricadute sul comparto zootecnico della suinicoltura è sufficiente considerare che in circa l’80% dei comuni dell’Isola sarà possibile riprendere a commercializzare gli animali vivi e le carni verso tutto il mondo. Nel 50% dei comuni questa possibilità sarà percorribile senza vincoli, mentre negli altri casi la movimentazione extraregionale sarà consentita secondo le deroghe previste dai regolamenti europei», spiega il Presidente. Considerando i numeri dei capi censiti – sottolinea Solinas – l’84% della produzione suinicola sarda potrà riaffacciarsi sul mercato globale».

Le modifiche approvate a Bruxelles entreranno formalmente in vigore a gennaio, con l’aggiornamento al regolamento comunitario. «Nelle prossime settimane – prosegue il Presidente – definiremo con il Ministero della Salute le linee di indirizzo sulle deroghe alla movimentazione per le aree del territorio ancora soggette a restrizioni in virtù delle sieropositività registrate nei cinghiali e nei suini domestici nei dodici mesi precedenti.

Ma L’aspetto più importante deriva dal fatto che tutte queste aree, oltre a poter usufruire di deroghe per la movimentazione degli animali e dei prodotti, saranno soggette a una rivalutazione periodica con una progressiva revisione dei vincoli, fino alla loro completa cancellazione su tutto il territorio regionale qualora il quadro epidemiologico dovesse rimanere invariato. Inoltre nelle aree della così detta ‘zona rossa’, dove al momento permangono limitazioni alla movimentazione degli animali vivi, abbiamo già pronti 5 milioni di euro per gli indennizzi alle aziende».

«Abbiamo lavorato duramente per raggiungere questo traguardo. Quella contro la peste suina africana – sottolinea il Presidente della Regione – è stata una lunga lotta che ha richiesto impegno e sacrificio, attraverso un percorso non sempre lineare. La svolta è arrivata con l’ultimo audit della commissione europea, a novembre 2021. Abbiamo accolto le richieste di Bruxelles come un’opportunità irrinunciabile e siamo stati in grado di dare delle risposte concrete grazie alle quali siamo riusciti ad avviare un dialogo con la Commissione europea e il Ministero della Salute su un livello mai visto in precedenza. Mai prima d’ora la Regione, nella sua parte politica, si era seduta al tavolo della Commissione europea per discutere la revisione delle restrizioni».

«A maggio abbiamo raggiunto un accordo per stilare un preciso cronoprogramma e a cadenza mensile abbiamo portato sul tavolo della Commissione lo stato d’avanzamento sulle misure messe in campo, fino ad arrivare alla giornata di oggi. Un risultato di tutti i sardi, reso possibile grazie a un impegno corale, che ha visto in prima linea non solo l’Unità di progetto, l’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, il Corpo Forestale, Forestas, Laore e i servizi veterinari delle Asl, ma anche i sindaci, I cacciatori e le associazioni di categoria che, in questi anni, hanno dato un contributo fondamentale», conclude Solinas.

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